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La Dea di Parmenide. Ultima parte

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Messaggio Da tessa Mer Lug 16, 2014 6:20 pm

In Parmenide coesistono Mythos e Logos, al Logos ho accennato, ora voglio soffermarmi sul Mhytos parmenideo. Vediamo chi è questa Dea che gli parla.
Il Poema , in versi, inizia con un preludio sublime, Parmenide è trasportato con un carro trainato da cavalle sotto la guida delle Figllie del Sole che indicavano la via, dalle case della Notte  verso la  Luce, fino a varcare le porte dei sentieri della Notte e del Giorno, per giungere al cospetto della Dea, che lo accoglie di buon animo e gli rivela la verità sulle cose.
Cerchiamo di capire perchè il filosofo parla di una Dea e non di un Dio, ella è la figura della Grande Madre e ha nel poema nomi e aspetti diversi. Ecco questi nomi:

Dea, frammento 1
Daimon, (Daimon e panta kuberna, cioè la Divinità che pilota il corso di tutte le cose), frammento 12.
Giustizia (Dike),  frammento 1
Sorte (Moira), frammento 37
Legge divina (Themis),frammento, 1
Persuasione ( Keleuthos ) ,frammento2
Verità ( Alethes),frammento 1
Necessità (Anankè), frammento 8

La Daimon parmenidea è la orbis totius alma Venus di Lucrezio, è Afrodite Urania, divinità arcaica ateniese con potere assoluto e non olimpio.
L'importanza che tutti i popoli antichi attribuivano a Venere è data dal fatto che si congiunge con la Terra 5 volte in un periodo di 8 anni, quindi gli antichi vedevano questa stella come un lampo accecante venire verso di loro e poi allontanarsi a formare il famoso pentacolo di Venere  in cielo.
Altra bizzarria di Venere sono i transiti di Venere. Venere è visibile dinanzi al Sole a distanza di 8 anni, e poi dopo 100 anni, poi dopo 8 anni e dopo 8 anni, e poi dopo 100 anni e cosi' via, per sempre.
Venere, nel cielo sopra di noi, è associata a Inanna, Astarte, Ishtar, Afrodite e il pentacolo è diventato simbolo di protezione, perfezione e di  forza creatrice femminile.
La Daimon parmenidea è l'alma Venus di Lucrezio,  è  l'Aeneadum genetrix, hominum divomque , voluptas,
alma Venus..."O madre, tu, degli Eneadi, o Venere alma, delizia degli uomini e degli dei..."
Questa divinità è la stessa che accoglie Parmenide col suo carro trainato da cavalle, e che disegna sè stessa in cielo con un pentacolo fiammeggiante e accecante.

                            FINE
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