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Turchia, 5 anni e 10 mesi di reclusione al direttore del quotidiano d'opposizione Cumhuriyet

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Messaggio Da Verci Sab Mag 07, 2016 3:58 am

Il giornalista Can Dundar è sfuggito a un attentato davanti al tribunale, uscendone illeso: "So chi ha fatto di me un bersaglio". Chiude anche il giornale 'Zaman': vendite crollate con linea pro-Erdogan. Era stato commissariato in marzo con l'accusa di far parte del presunto complotto di Gulen. Renzi: "Accordo con Ankara non può essere la sola soluzione"

ISTANBUL - È ancora allarme in Turchia per la libertà di stampa. Un allarme che preoccupa l'Unione europea, e lo stesso premier italiano Renzi, per ciò che riguarda l'accordo con il governo di Ankara. Il direttore del quotidiano turco d'opposizione Cumhuriyet, Can Dundar è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di prigione per violazione di segreto di Stato con la pubblicazione dello scoop sul passaggio di armi in Siria. La corte ha fatto invece cadere le accuse per tentato colpo di Stato. Nello stesso processo, il suo caporedattore Erdem Gul è stato condannato a 5 anni. La procura aveva chiesto 25 anni per Dundar e 10 per Gul. Secondo quanto riferisce Ntv, il tribunale ha deciso che potranno restare a piede libero, in attesa del processo di appello, ma con un divieto di espatrio.

Dundar poco prima della sentenza era scampato a un attentato a colpi d'arma da fuoco davanti al tribunale di Istanbul. Nell'attentato un reporter che si trovava vicino a Dundar è rimasto ferito a una gamba mentre l'uomo che ha sparato è stato arrestato. L'attentatore ha sparato due colpi urlando "traditore" verso il giornalista. "Sto bene. So chi sono i responsabili, chi ha fatto di me un bersaglio" ha scritto su Twitter Dundar.

L'aggressore è stato identificato come Murat Sahin, 40enne di Sivas, nell'Anatolia centrale. La polizia lo sta interrogando per cercare di capire il movente dell'attacco ed eventuali legami con organizzazioni terroristiche. A bloccare l'attentatore del direttore di Cumhuriuyet, con la pistola ancora in mano, sono stati la moglie del giornalista, Dilek, e l'avvocato e deputato del partito di opposizione Chp, Muharram Erkek. "Stavamo uscendo dal tribunale per prendere un the" ha detto Dundar. "Camminavo con mia moglie quando un uomo si è avvicinato e ha gridato 'Sei un traditore', e ha sparato contro di me. Non mi ha colpito. Il proiettile ha colpito un collega. Prima mia moglie si è lanciata sull'uomo armato, poi un deputato (che assisteva al processo, ndr) lo ha afferrato da dietro. Non lo conosco, ma so chi l'ha incitato".

Gul e Dundar hanno trascorso 92 giorni in carcere, circa la metà dei quali in isolamento, ma poi in febbraio la Corte costituzionale ha stabilito che la detenzione prima del processo fosse infondata perché le accuse scaturivano dall'attività giornalistica, portando alla loro liberazione. Il presidente Recep Tayyp Erdogan aveva detto che non rispettava quella sentenza. Erdogan aveva accusato i due di minare la reputazione internazionale della Turchia e aveva promesso che Dundar avrebbe "pagato un prezzo pesante".

"Ciò che avviene in Turchia pone sotto un'altra luce, pone un interrogativo sull'accordo", tra Unione Europea e governo di Ankara, ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo allo State of The Union, a Palazzo Vecchio. "L'accordo con la Turchia non può essere la sola soluzione".

"Le parole di Dundar - rilevano in una nota il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti - si riferiscono alla violenta campagna di odio scatenata dal presidente Erdogan che ha fatto trascinare in tribunale Can Dundar e il suo collega Erdem Gul, accusati di essere complici dei terroristi per il solo fatto di aver fatto il loro mestiere di cronisti. Qualche giorno fa siamo andati a protestare davanti all'ambasciata turca, ora chiediamo alle istituzione europee di porre il tema della libertà di informazione al centro del negoziato con la Turchia".

È l'ennesimo episodio limitazione della libertà di espressione della stampa di opposizione, avvenuto nella stessa giornata della comunicazione da parte degli amministratori giudiziari del gruppo editoriale turco Feza di voler interrompere dal 15 maggio le pubblicazioni di Zaman, che era il più diffuso quotidiano nazionale di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan prima di essere commissariato con un blitz della polizia in redazione. La notizia è stata annunciata da Cnn Turk. Oltre a Zaman, già quasi sparito dalle edicole, verranno chiusi gli altri media del gruppo, tra cui l'agenzia di stampa Cihan, l'unica in grado di coprire i risultati elettorali su base nazionale oltre a quella statale Anadolu.

Ufficialmente, i commissari giudiziali smentiscono di aver "un piano per la chiusura" di Zaman, sostenendo di aver "lavorato per la pubblicazione e la crescita di questo giornale e continueremo a farlo". Lo sostengono in un comunicato diffuso dopo le polemiche scoppiate per la notizia dell'imminente chiusura di quello che in Turchia era fino a marzo il più diffuso quotidiano di opposizione a Erdogan. Il destino del giornale appare però segnato dal crollo delle vendite, scese in poche settimane molto al di sotto della soglia di sopravvivenza.

Ai primi di marzo, la polizia aveva fatto irruzione nella redazione di Zaman per insediare due commissari straordinari nominati dalla magistratura. L'accusa nei confronti del quotidiano era di far parte di un complotto contro lo stato ordito dal miliardario e imam Fethullah Gulen, ex alleato del presidente Erdogan e ormai da anni suo nemico numero 1. Gulen, che vive in autoesilio negli Stati Uniti, è accusato da Erdogan di aver infiltrato suoi seguaci nelle istituzioni e nei media.

Il primo atto dei due commissari fu il licenziamento del direttore e del caporedattore; il secondo fu l'imposizione di una linea editoriale completamente filogovernativa. Il risultato, in soli due mesi, è stato l'affondamento del giornale. Le vendite di Zaman hanno vissuto un crollo verticale: prima del commissariamento aveva una tiratura media quotidiana di oltre mezzo milione di copie, oggi ne circolano poco più di 2 mila.

Il suo sequestro aveva rilanciato i già fortissimi allarmi sulla libertà di stampa in Turchia, anche perché il crollo di vendite e audience aveva portato alla chiusura di tv, radio e giornali del gruppo editoriale Ipek, anch'esso commissariato alla vigilia delle elezioni di novembre, sempre per presunti legami con Gulen.
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Messaggio Da Verci Sab Mag 07, 2016 4:03 am

A una Turchia che si ritrova con un Erdogan filo Islam integralista e con forti sospetti di aver fornito aiuti all'Isis e, dulcis in fundo, con una evidente limitazione della libertà di stampa nazionale, credo debba essere negata qualsiasi possibilità di far parte dell'Unione Europea. 
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Messaggio Da Athos Dom Mag 08, 2016 10:02 am

I decenni della Guerra Fredda videro numerose e gravissime violazioni dei diritti umani in varie parti del mondo, mentre i calcoli geopolitici suggerivano a URSS e USA, Cina, Cia e KGB, ogni genere di connivenza e di interferenza con le peggiori canaglie.
Ma in Occidente, nonostante tutto, c'era un fortissimo spirito critico e un'attenzione costante, vale a dire una pressione dell'opinione pubblica che induceva a molte cautele, alcune solo formale, altre sostanziali, e col tempo a grandi progressi.

La sensazione è che oggi, con la scomparsa dei blocchi, sia diventata assente ogni consapevolezza pubblica, sia scomparso ogni accenno di discussione e di attenzione.
Soprattutto, sembra tramontata l'opinione pubblica come fattore politico che abbia un valore culturale, al di là del dato statistico, sostituita dal concetto assai più vago di "quello che pensa la gente": la "gente" è un puro target elettorale, considerata come massa nevrotica in grado di esprimere solo pulsioni, e reazioni meccaniche.

Per escludere ogni ipotesi di integrazione europea della Turchia di Erdogan, basterebbero le condizioni socio-politiche interne.
In realtà, l'unica colpa che forse riesce ad essere determinante è quella dell'islamismo e delle collusioni con l'Isis: se riesce a sembrare appena appena pulito sotto questo aspetto, potrà continuare a fare il Salazar indisturbato, come del resto succede al suo collega egiziano e ad altre canaglie asiatiche, africane e mediorientali.

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Messaggio Da Erasmus Lun Mag 09, 2016 2:18 am

Verci ha scritto:A una Turchia che si ritrova con un Erdogan filo Islam integralista e con forti sospetti di aver fornito aiuti all'Isis e, dulcis in fundo, con una evidente limitazione della libertà di stampa nazionale, credo debba essere negata qualsiasi possibilità di far parte dell'Unione Europea. 
D'accordo, Verci.
Non so se ti ricordi della sezione "Forum sul'Unione Europea", [sezione del forum Politicaonline (brevemente POL) amministrato dal veronese  Luca Montresor]. Sono arrivato là (col nome "The Federalist") che c'era già da un bel po' ed era moderato da un tal "pirla" [sic!]. Quando questi ha dato le dimissioni (ed è scomparso dal forum, autunno 2000) Luca ha offerto a me la moderazione (ed allora ho assunto iil nuovo username Erasmus); ed ho mantenuto quella "moderazione"  quando, naufragato POL, siamo sbarcati tutti su Spazioforum.
Beh: fin da allora, e specialmente durante la "Convenzione di Bruxelles" (presieduta da Giscard d'Estaimg), alla quale partecipavano con facoltà di parola ma senza diritto di voto anche i rappresentanti della Turchia, io e i pochi federalisti eravamo contrari ad ogni eventuale allargamento e molto combattivi eravamo nel mettere in guardia chiunque dall'enorme pericolo che costituiva l'aperrtura alla Turchia prima di un vero salto di qualità in direzione federale.

Cerchiamo di chiarire questa cosa!
In un'Unione come l'attuale non esiste una Costituzione, continua perciò «l'Europa à la carte"».
La Turchia tra poco sarà più popolosa della Germania, e in una Unione come questa una Turchia metterebbe fine alle speranze che un bel giorno l'Europa parli davvero con una sola voce!

Se l'Unione fosse già uno stato federale, l'eventuale stato che chiedesse la propria annessione, oltre a cedere la sovranità  (fino allora esercitata dal proprio governo) sulle questioni più importanti (come politica estera e anche come  varo di leggi speciali che non rispetterebbero gli acquisiti diritti costituzionali europei, ecc), dovrebbe impegnarsi al rispetto a priori della già funzionante costituzione, in un certo senso dovrebbe "giurare lealtà" ad una autorità pre-costituita.
Insomma: il rischio di prendersi una serpe in seno sarebbe enormemente ridotto!

Vediamo già le difficoltà che procurano paesi piccoli come l'Olanda o ll'Ungheria (per altro con tradizioni di ultrasecolare  – quasi millenaria–  storia europea). Figurarsi quelle che ci sarebbero con l'ingresso di una Turchia (che in quei secoli di storia fu il nemico principale dell'Europa.-

Infine ... che fa questa Europa (che come tale non esiste proprio, ed è invece surrogata dal coacervo di governi nazinali)?
Va a stipulare con Erdogan un patto ... a dir poco criminale! In sostanza, in cambio di favori economici, i governi europei permetteranno al governo turco – anzi: lo aiuteranno pure! – di respingere senza pietà i migranti che scappano da casa solo per il desiderio di sopravvivere!
Quello che stanno facendo i governi europei è vergognoso. Si rendono complici dell'enorme strage di innocenti!
Ma che è questa Europa? A cosa si sta riducendo? Ad una scatola preconfezionata di alleati nella quale la complicità in operazioni internazionali delittuose è più facile.
Non è certo questa l'Europa che avevano in mente i padri dell'Europa unita!

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