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Qualcosa su Voltaire

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Messaggio Da Pazza di Acerra Mar Nov 29, 2022 10:13 pm

Voltaire è stato tutta la vita acerrimo oppositore del cristianesimo, e del cattolicesimo in particolare, e quindi si è cercato di farlo passare per un ateo. In realtà era convinto dell’esistenza di Dio, e che lo si potesse scorgere osservcando semplicemente la Natura. Il Dio di Voltaire era una specie di grande Architetto che non interviene nelle vicende umane e lascia all’uomo la libertà di scegliere tra il bene e il male. La critica di Voltaire si indirizza, quindi, contro la concezione che poneva l’uomo come il centro e il fine dell’Universo. Egli rigetta aspramente l’ottimismo metafisico  che tendeva a vedere questo mondo come «il migliore dei mondi possibili» e, nonostante  neghi l’esistenza di valori innati universali (come l’idea di giustizia o di bene) prova a rintracciare una legge morale valida per tutti gli uomini. Il filosofo arrivò a sostenere che: «La virtù o il vizio, il bene e il male morale sono in ogni paese quel che è utile o nocivo alla società». Dunque il bene o il male non derivavano da presunti canoni validi di per sé, ma erano sempre il risultato dell’azione concreta dell’uomo in rapporto alla società in cui vive.   
Tutta la polemica di Voltaire contro le ingiustizie sociali, la superstizione, il fanatismo è esemplificata nella sua difesa del principio della tolleranza. Nella sua opera più importante, il Trattato sulla tolleranza, infatti, il filosofo parte da un fatto di cronaca (un processo concluso con la condanna a morte di un protestante di Tolosa) per denunciare globalmente le conseguenze dell’intolleranza, ed in particolare si scaglia contro il cristianesimo.  «I cristiani sono i più intolleranti degli uomini», o «la nostra (religione) è senza dubbio la più ridicola, la più assurda e la più assetata di sangue mai venuta a infettare il mondo» scrive.  Ma la sua requisitoria è diretta contro tutte le religioni storiche che hanno tradito il loro comune nucleo razionale, fatto di alcuni principi semplici e universalmente condivisi e, attraverso l’istituzione di dogmi e riti particolari, si sono macchiate di ogni tipo di crimine (dalle guerre alle persecuzioni). Occorre dunque abbandonare il dogmatismo e abbracciare una religione spogliata dei suoi tratti esteriori e deleteri. Così, quando sul letto di morte un prete lo invitò a rinnegare Satana, Voltaire gli rispose che non gli sembrava il momento adatto per farsi nuovi nemici.

Pazza di Acerra

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Messaggio Da tessa Mer Nov 30, 2022 4:48 pm

Voltaire (1694-1778).
Lo scritto di Voltaire sulla Tolleranza é senza dubbio tra le opere piu' singolari del grande Scrittore francese, ed é tra quelle che piu' contribuirono, in Francia e in Europa, a procurargli quella larga fama di combattente contro le ingiustizie contro le infamie del fanatismo clericale, che superò anche la fama sua di folosofo e letterato. Egli lotta contro le discriminazioni che subiscono i non cattolici in un paese cattolico. A dir il vero lo stesso avveniva nei paesi protestanti contro i cattolici, Voltaire scrive questo trattato al fine di ottenere da parte degli intellettuali e di altri un clima di tolleranza religiosa, e sia vietato alle sfere cattoliche di avvelenare l'umanita' con le loro vacue controversie, 
con le condanne ridicole, con le persecuzioni insensate.
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Messaggio Da Pazza di Acerra Dom Dic 04, 2022 2:41 pm

Candido (o l’Ottimismo) è un romanzo filosofico. E’ pieno di umorismo e di numerose situazioni che capitano ad un povero ragazzo. Pur con tutte le disgrazie che gli tocca patire,  non perde la fede imparata dal suo maestro che gli insegna che il nostro mondo é il migliore dei mondi possibili e che tutto ciò che esiste ha una ragione di esistere. Candido analizza ogni disgrazia che gli capita mentre sta errando per questo mondo secondo la dottrina del suo maestro. Il suo amore verso la bella Cunegonda fa muovere tutti gli avvenimenti e disgrazie incoraggiandolo a credere che tutto debba essere proprio com’é.
Tutte le situazioni in cui cade gli fanno concludere che nel mondo in cui vive solo disgrazie possano prosperare e durare. Nella sua giovane vita deve affrontare molti tristi momenti; viene picchiato, frustato, anzi alcune volte viene truffato e derubato, e tutto ciò a causa della sua inesperienza, ingenuità e fede nella buona indole dell'uomo. 
La trama del romanzo non segue alcuni collegamenti tra i personaggi, descritti in un modo atipico. Infatti, vengono descritti in modo superficiale senza forti caratteristiche emozionali. In questo modo Voltaire raggiunge un effetto particolare: invece di descrivere i suoi personaggi in modo realistico, pone l’attenzione e l’accento sulla narrazione umoristica che si estende attraverso l’intero romanzo. Grazie a discussioni e concetti filosofici espressi da vari personaggi di qualunque estrazione sociale e  al suo modo eccellente di collegare alcuni concetti e idee non collegabili altrimenti, l’intero romanzo ottiene una nota lieta. Nonostante la vita paradossale di Candido, piena di numerose disgrazie, lui non smette di credere nella perfezione del mondo che lo circonda.
Seguendo il protagonista attraverso numerose situazioni, i lettori riescono a percepire l’atteggiamento dell’autore verso guerra, violenza, stupidità’ umana, mancanza di rispetto verso il prossimo, intolleranza religiosa.
Dopo tante esperienze vissute, il ragazzo diventa abbastanza saggio e maturo per capire che, se la vita in cui crede veramente diventi perfetta, lui dovrebbe costantemente lavorare sulla sua perfezione e miglioramento senza mai lasciarsi andare al caso. Un saggio consiglio di un Turco apre a Candido una nuova visione sulla vita: “La Guerra ci allontana da tre grandi mali: dalla noia, dal vizio e dalla povertà’.” Alla fine, assorbita questa saggezza, dice: “Noi dobbiamo coltivare il nostro proprio orto.” 

Pazza di Acerra

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