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Medici: eroi o vittime?

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Messaggio Da Verci Sab Mar 28, 2020 9:06 am

51 medici morti, fino a ieri. Medici di famiglia, medici ospedalieri, medici dei diversi servizi. Cifra destinata inevitabilmente a crescere nelle prossime settimane. Riporto per intero un intervento critico del Presidente dell'Ordine dei Medici di Vicenza, con il quale non si può che convenire per intero.


Eroi o Vittime?

Le parole contano di più per chi le ascolta che per chi le pronuncia. Era una massima del mio professore di italiano, ai tempi del liceo, che mi è tornata alla mente in questi giorni. “Modello Italia” ed “eroi” sono le parole che sento ripetere quasi ossessivamente dai politici, dai distributori di ansia che conducono le troppe trasmissioni dedicate al Covid-19 su radio e Tv e dai giornalisti della carta stampata.

Al “modello Italia” per il contenimento della pandemia sembra vogliano ispirarsi le Nazioni Europee alle prese col virus. É convinzione comune. Ma qual è il “modello Italia” della Sanità? Quello che ha tagliato decine di migliaia di posti letto negli ospedali? Quello che ha abolito il turn-over in corsia e lasciato andare in pensione i medici di medicina generale senza sostituirli, depauperando così la medicina sul territorio, che avrebbe dovuto essere il primo baluardo contro il contagio?

È il “modello Italia” quello che ha tagliato le borse di studio per le specializzazioni? Che ha imposto il numero chiuso nelle Università e che ora manda allo sbaraglio i neolaureati sollevandoli dall’esame di abilitazione? Che ha tagliato con colpevole pervicacia i fondi alla ricerca? Che ha obbligato migliaia di giovani medici a emigrare? Che ha gli stipendi più bassi in Europa per medici e personale sanitario?

È il “modello Italia” quello che da anni dirotta centinaia di milioni dalla sanità pubblica a quella privata? È quello che vede in assurdo disaccordo le autorità regionali con quelle governative? È quello che ha diviso la sanità italiana tra il Nord “virtuoso” e il Sud “scialacquatore”?

È il “modello Italia” quello del continuo tentennare del Governo per le misure di contenimento del contagio, timidamente annunciate e tardivamente applicate? É quello che, con una pandemia incombente, non ha
pensato a fare scorta di mascherine da distribuire alla popolazione e in primis ai Medici, oltre agli altri dispositivi di protezione, per evitare che oltre a contagiarsi diventassero a loro volta distributori di virus?

Nella Valle di Scalve, per fare un esempio, si sono ammalati tutti i medici di famiglia e si è dovuto ricorrere ai medici militari per sostituirli.


È il “modello Italia” quello di non avere  predisposto per tempo un protocollo comune per affrontare l’emergenza? É quello che vede un numero di morti superiore a quelli della Cina, con un indice di mortalità del 10% contro il 2-3% della Cina?

Eroi. In un’esplosione di orgoglio patrio che fino a poche settimane fa sarebbe stato tacciato di “sovranismo”, ivi compreso lo sventolio di bandiere dai balconi e l’Inno di Mameli trasmesso a reti unificate alle 11 di venerdì scorso, i Medici e gli Infermieri sono chiamati eroi.

I medici che venivano aggrediti, picchiati e accusati di tutti i mali della Sanità ora sono eroi. Eppure sono gli stessi ai quali è stato imposto il “tempario” per le visite (8 minuti!) e i limiti alla richiesta di accertamenti e alle prescrizioni di farmaci per ricetta.

Perché “eroi”? Perché si ammalano e muoiono! Sono eroi? No. Sono vittime di chi li ha costretti ad affrontare l’emergenza a mani nude. Sono vittime del loro senso del dovere e di avere onorato il proprio giuramento fino in fondo. 

Vittime sono! Vittime di chi ha voluto trasformare in aspiranti suicidi i medici di
famiglia che continuano a fare il proprio lavoro negli ambulatori e visitano i pazienti nei loro domicili. Senza mascherine, senza guanti e senza i dispositivi di protezione individuale.

Io non mi sento un eroe perché continuo a fare al meglio la mia professione. Non sono un eroe, vorrei solo poter lavorare in sicurezza. E’ chiedere troppo al “modello Italia”?

Penso a un eroe della Prima Guerra Mondiale, studiato sui libri di storia, quell’Enrico Toti al quale sono stati dedicati monumenti in tutta Italia. Rimasto senza munizioni ha tirato la stampella contro gli austriaci ed è morto.
Mi chiedo, per amore di provocazione, se invece della stampella avesse avuto una mitraglia e qualche bomba a mano, avrebbe ucciso i nemici e salvato la vita?

Cari politici, non fateci diventare eroi per forza. Noi medici continueremo a combattere senza risparmiarci questa “guerra”, ma non riduceteci alla stampella!
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Messaggio Da tessa Dom Mar 29, 2020 11:15 pm

Verci, non sono eroi questi medici, non si può lavorare senza mascherine, guanti, tute protettive, o con sacchi dell'immondizia addosso, non si fa così.
Sono vittime, e poi penso che le terapie non siano esatte.
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Messaggio Da Samael Lun Mar 30, 2020 1:51 pm

Dopo le precisazioni di tessa e di Verci mi sento di postare questo link:
https://www.ilriformista.it/la-guerra-di-medici-e-infermieri-oltre-6mila-contagiati-e-41-morti-69895/.
Secondo me sono comunque delle persone eccezionali, dimostrano che assieme ad infermieri ed operatori sanitari, alle forze dell'ordine, all'esercito, ai lavoratori dei supermercati, ai negozi che vendono generi di prima necessità e a tutte quelle aziende che funzionando si interessano alla nostra sopravvivenza, quanto siano fondamentali e meritino unicamente il nostro ringraziamento.

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Messaggio Da Verci Lun Mar 30, 2020 6:04 pm

Tessa: infatti, concordo anch'io siano vittime di un sistema sanitario che, grazie alla politica e ai politici, si è trascinato negli ultimi due decenni, producendo il massimo sforzo con il minimo di risorse a disposizione. Sfruttandole all'inverosimile, senza essere in grado di prevedere piani per le situazioni eccezionali, quali questa del CVD19. A tutt'oggi 11591 morti, fra i quali 63 medici. Ringraziamo anche la protezione civile per il grosso lavoro fatto.

Samael: come va a Verona? Ogni tanto do un'occhiata a "L'Arena" e mi pare d'aver capito che la città stia esplodendo come numero di casi. Mi auguro tu e i tuoi familiari stiate tutti bene. Per il resto concordo con le tue conclusioni, ma la fine della storia non è, purtroppo, vicina.
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Messaggio Da Verci Mar Mar 31, 2020 9:27 am

Riporto questo nuovo e, a mio parere, più che aprezzabile intervento del Presidente dell'Ordine dei Medici di Vicenza

Beata la società che non ha bisogno di eroi Soldati in trincea in una guerra dal nemico invisibile, ormai non si contano più i Medici di tutte le discipline che hanno perso la vita svolgendo il proprio lavoro. La nostra gente è commossa e ammirata dal loro sacrificio, giornali e tv narrano storie di dedizione e di impegno fino al sacrificio estremo. 

Commozione, ammirazione ma anche rabbia. Perché è ormai evidente a tutti gli italiani che oggi raccogliamo i frutti avvelenati di decenni di abbandono dei Medici al loro destino, nella stupida illusione che tanto non succederà mai nulla e nella tronfia sicurezza di avere il migliore sistema sanitario del mondo.

Al di là delle attestazioni di ammirazione e di vane promesse sull’arrivo dei dispositivi per la protezione (lo sentiamo dire da più settimane), nessuno ha fatto nulla per gli operatori sanitari mandati allo sbaraglio a “mani nude”, senza protezione, senza difese. Si ha quasi l’impressione che questo sia normale e ci si stia arrendendo al pericoloso fatalismo dell’ineluttabilità della tragedia e della convinzione che tanto non si può fare di più.

Per questo mi rivolgo alla politica (quella che ha un’anima), ai Ministri, alla Protezione Civile che aveva e ha il compito di reperire e distribuire il materiale sanitario perché è grande la sofferenza di noi Medici ed è ancora più grande l’indignazione della gente.

“Sarà la storia a giudicare il nostro operato” ha detto il Presidente Conte nel suo intervento in Parlamento. Sono un medico e rappresento, come Presidente dell’Ordine, migliaia di medici della provincia di Vicenza e non intendo esulare dal mio compito avventurandomi, con plauso o con critiche, nell’ambito delle decisioni politiche. Ma mi permetto di affermare, che non è necessario attendere la storia per definire superficiale, inadeguato e colpevole l’inqualificabile ritardo delle Autorità nel mettere in guardia e proteggere con gli adeguati ausili i medici che dovevano rappresentare il primo baluardo contro l’epidemia.

Un ritardo che è il primo responsabile delle morti dei nostri Medici e dell’averci trasformato da curanti a diffusori del virus. La storia si basa sui fatti e i fatti sono già chiari ed evidenti.Mi chiedo: dal 31 gennaio quando è stato dichiarato lo stato di emergenza “in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, (Gazzetta Ufficiale 1 febbraio 2020 pag. 7 e 8) al primo provvedimento della Protezione Civile del 25 febbraio per fronteggiare la pandemia, che cosa è stato fatto? Che misure sono state prese per proteggere il personale sanitario? Quali protocolli sono stati decisi e come sono stati informati e allertati i Medici?

I Medici si sono fidati delle dichiarazioni del 27 gennaio del Presidente del Consiglio secondo il quale l’Italia era “prontissima” ad affrontare l’emergenza perché erano state adottate misure cautelative “all’avanguardia” e messi a punto adeguati “protocolli di prevenzione”. Concordo con chi dice “col senno di poi” è troppo facile criticare e quindi non mi avventuro sul sentiero della polemica. Ritorno però alla storia, ai fatti, a quei 25 giorni che dovevano essere sfruttati per dotare tutti i medici dei necessari presidi sanitari. A quei primi 4,6 milioni di euro per “incrementare il personale medico” e non per proteggerlo. Come fossimo carne da cannone da sostituire, via via che cade, con altri contingenti. 

Ci si è attivati per aumentare le forze in campo e reclutare nuovi medici (compresi medici e infermieri cubani o russi), ma poco ci si è impegnati a proteggere e difendere i sanitari impegnati in prima linea. Perché, signori del Governo? Lo dirà la storia? No, lo dicono le decine di Medici morti anche a causa di quei 25 giorni di vergognoso ritardo nel dotarli dei doverosi presidi per poter sopravvivere. Piangerli ora e chiamarli “eroi” non li fa ritornare in vita.

Attendete pure il giudizio della Storia, ma nell’attesa sia chiaro quello dei Medici che, pur con grande preoccupazione per la propria incolumità e quella dei propri cari, non si tirano e non si tireranno mai indietro.

Beata quella società che non ha bisogno di eroi perché può contare su politici affidabili e preparati!

Michele Valente
Presidente Ordine Medici di Vicenza

PS: Cari Colleghi,

questo mio intervento è stato pubblicato qualche giorno fa su Quotidiano Sanità e sulla pagina facebook del nostro Ordine. È stato definito da qualcuno come un intervento duro e pesante. Me ne rendo conto. Ma è un grido di dolore della nostra categoria. Dovevo farlo! Per i nostri Morti, per tutti i Colleghi contagiati e ammalati e per tutte le nostre e vostre famiglie.
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Messaggio Da Verci Lun Apr 20, 2020 4:51 pm

Un nuovo e condivisibile  intervento del Presidente Valente

I MEDICI E L’OBOLO DI CARONTE

In una delle tante (troppe) passerelle televisive alle quali ci hanno abituato i politici in tempi di pandemia, un noto esponente della politica regionale del Veneto ha proposto un premio in denaro (una tantum) ai “medici eroi”. Mi sono sentito sdegnato e offeso. Ci chiediamo che visione meschina abbia della professione medica la nostra classe politica se pensa di tacitare la propria coscienza elargendo una mancetta alla categoria che ha sistematicamente massacrato nel corso degli anni, seguendo i consigli degli “esperti” scelti con l’unico scopo di abbattere i costi della Sanità. Senza capire e preoccuparsi delle conseguenze catastrofiche che questa sciagurata politica avrebbe avuto sulla popolazione.

Adesso siamo “eroi” ma fino a gennaio eravamo degli egoisti “rompipalle” che miravano solo a conservare i loro privilegi (?!?) e da mettere alla berlina facendo pubblicare sui giornali le tabelle con i loro stipendi lordi (spacciati per netti) alla vigilia di un annunciato sciopero della categoria che denunciava la situazione rovinosa in cui si sarebbe trovata la nostra sanità nell’immediato futuro. 

Eravamo i “rompipalle” che contestavano una programmazione a dir poco discutibile, che poneva in condizione di fragilità, a causa di insufficienti finanziamenti, una larga fetta della popolazione riducendo i posti letto, compresi quelli in terapia intensiva. Eravamo i “rompipalle” che denunciavano le precarie condizioni di lavoro del personale sanitario con i discutibili e rischiosi ordini di servizio finalizzati al risparmio come la sospensione del turnover negli ospedali e il tempario per le visite specialistiche o l’iper burocratizzazione delle attività cliniche comprese quelle dei medici di famiglia, il cui numero si è andato pericolosamente assottigliando nel corsodegli ultimi anni. Con buona pace della tanto strombazzata assistenza sul territorio.

I nostri politici non hanno capito che noi Medici chiediamo che ci venga riconosciuta la nostra DIGNITÀ di persone e professionisti che hanno deciso di dedicare la propria vita al servizio della gente. E dignità significa anche il diritto di essere ascoltati, di poter dare il proprio apporto sulle decisioni che riguardano la salute di tutti. 

Dignità di averecondizioni di lavoro migliori e in sicurezza e una organizzazione del lavoro compatibile con una qualità della vita accettabile. Nel momento in cui anche la peggior politica ha scoperto le competenze, i Medici (anche quelli in prima fila in questa emergenza) chiedono solo di essere ascoltati: qualche buona proposta può nascere anche dal confronto con chi tutti i giorni con sacrificio e determinazione mette in gioco la propria vita per la salute e la sicurezza della nostra gente.

Non siamo “eroi”. Onoriamo solo il nostro giuramento, il cui significato dovrebbe capire anche il politico più scalcagnato.

La “mancetta” divulgata via tv ricorda l’obolo di Caronte. Quella moneta d’oro o di rame che Greci e Romani mettevano in bocca ai cadaveri perché potessero pagare il traghetto verso l’aldilà.

Risparmiatevi l’obolo. Potevate spenderlo prima in presidi medici di protezione. Ci sarebbero stati meno “eroi” e avreste evitato una “carità pelosa” che sa tanto, troppo, di furbo populismo.

Michele Valente

Presidente Ordine Medici di Vicenza
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