Curiosità su Roma antica
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Curiosità su Roma antica
Secondo la tradizione, i novelli sposi possono varcare la soglia di casa soltanto se lo sposo porta in braccio la sposa. Questo elemento tipico della superstizione italiana risale ai tempi dell’Antica Roma: all’epoca si pensava che gli spiriti maligni sarebbero potuti entrare in casa solo attaccandosi alle scarpe della sposa e che se la sposa fosse inciampata sull’uscio di casa ciò era segno che non era ben voluta dalle divinità del focolare.
Se stai pianificando di visitare il Pantheon di Roma, non c’è periodo migliore che in primavera e in particolare intorno al 21 Aprile. In questa data si festeggiano i Natali di Roma, o “Dies Romana”, in ricordo della sua fondazione nel lontano 753 A.C.. Il 21 Aprile, infatti, il raggi del sole a mezzogiorno cadono verticalmente attraversando la cupola del Pantheon e inondando con un fascio di luce estremamente suggestivo l’ingresso al tempio. Ai tempi dell’Antica Roma gli imperatori sceglievano questo giorno per le cerimonie più importanti nell’edificio, per dimostrare ai presenti che era lo stesso Dio Apollo, il Dio del Sole a inviarli sulla terra.
Sembrerà strano pensarlo rispetto ad oggi ma anche agli Antichi Romani dobbiamo (un seppur minimo) cambiamento climatico. Secondo la recente ricerca pubblicata su New Scientist anche gli Antichi Romani avrebbero contribuito al cambiamento climatico della zona per via delle deforestazioni e l’inquinamento causato dalle città (a livelli neanche lontanamente comparabili con quelli odierni).
4.Deposito barbae
Se tagliarsi la barba per la prima volta è ancora oggi un momento importante per i ragazzi, lo si deve anche alla tradizione romana nota come “Depositio barbae”. Il taglio della prima barba era presso gli antichi romani un rito d’iniziazione estremamente solenne che sanciva il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza. La “barba” appena tagliata (detta “lanugo”) veniva conservata in contenitori di materiale variabile a seconda della ricchezza della famiglia e offerta agli dei.
Il numero 17 è da sempre ritenuto un numero sfortunato ma sai il perché? Secondo il Sistema di numerazione romano 17 si scrive XVII, che anagrammato dà origine alla parola VIXI, ossia “vissi”, “ho vissuto”; questo termine veniva riportato sulle tombe all’epoca dell’Antica Roma, dando seguito al significato nefasto del numero 17.
Anche ai tempi degli Antichi Romani faceva capolino tra le bevande offerte a fine pasto agli ospiti il vin brulè, oggi nota bevanda tipicamente invernale. Il “Conditum paradoxum” – come veniva chiamato al tempo il vin brulè – non aveva esattamente il sapore di chiodi di garofano e cannella che ci immaginiamo: secondo il “De Re Coquinaria” di Marco Gavio Apicio, al vino veniva aggiunta una buona quantità di miele, scaldato e aromatizzato con spezie quali foglie di nardo, pepe, zafferano e datteri.
All’epoca degli Antichi Romani, esisteva già una festività a Dicembre che è stata successivamente sostituita dal Natale cristiano. Si tratta dei Saturnali, una festività dedicata al Dio Saturno che aveva luogo nella seconda metà di Dicembre, con scambio di doni – le strenne – e un divertente rovesciamento di ruoli sociali: durante la festa anche gli schiavi potevano fingere di essere uomini liberi e comportarsi come tali, anche se la festa aveva una connotazione più religiosa che sociale
Pazza di Acerra- Messaggi : 31
Data d'iscrizione : 03.09.22
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Re: Curiosità su Roma antica
Cara Pazza di Acerra,
interessante la tua dissertazione anche se io di vini non ci capisco niente.
Veniamo all'origine del Natale. Perché proprio il 25 dicembre?
Già sappiamo che vi erano varie festivita' in quel periodo nell'antica Roma, ad es la venerazione per il dio Mitra, ma quella cadeva esattamente il giorno del solstizio d'inverno, il 21 dicembre, infatti , in quel giorno, tutti i sacerdoti di MItra uccidevano il Toro, ne distribuivano le carni, roba gia' vista con le religioni misteriche ed in particolare con quella orfica ove le baccanti o menadi si strappavano i capelli e in preda a delirio mistico mangiavano le carni di un toro appena ucciso, che simboleggiava Dioniso ucciso dai Titani.
Ma questo rito si compiva il 21 dicembre, mentre il Natale é il 25 dicembre. Ci chiediamo perchè questa data. Puo' darsi che il Salvatore sia effettivamente nato il 25 dicembre, anche fuori dai Saturnali (17-23 dic) e questa tradizione si mantenne nei secoli.
Non vi fu il censimento di cui parlano le Scritture, ne' storici, ne' papiri, ne' epigrafi ci raccontano cio', comunque la storia della fuga in Egitto servì ai nostri artisti, e non solo, per dar vita a un'arte meravigliosa.
Ciao, cara.
interessante la tua dissertazione anche se io di vini non ci capisco niente.
Veniamo all'origine del Natale. Perché proprio il 25 dicembre?
Già sappiamo che vi erano varie festivita' in quel periodo nell'antica Roma, ad es la venerazione per il dio Mitra, ma quella cadeva esattamente il giorno del solstizio d'inverno, il 21 dicembre, infatti , in quel giorno, tutti i sacerdoti di MItra uccidevano il Toro, ne distribuivano le carni, roba gia' vista con le religioni misteriche ed in particolare con quella orfica ove le baccanti o menadi si strappavano i capelli e in preda a delirio mistico mangiavano le carni di un toro appena ucciso, che simboleggiava Dioniso ucciso dai Titani.
Ma questo rito si compiva il 21 dicembre, mentre il Natale é il 25 dicembre. Ci chiediamo perchè questa data. Puo' darsi che il Salvatore sia effettivamente nato il 25 dicembre, anche fuori dai Saturnali (17-23 dic) e questa tradizione si mantenne nei secoli.
Non vi fu il censimento di cui parlano le Scritture, ne' storici, ne' papiri, ne' epigrafi ci raccontano cio', comunque la storia della fuga in Egitto servì ai nostri artisti, e non solo, per dar vita a un'arte meravigliosa.
Ciao, cara.
tessa- Messaggi : 1294
Data d'iscrizione : 30.07.13
Località : Roma
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