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Europee del prossimo maggio: "Forza Italia" resterà nel PPE?

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Messaggio Da Erasmus Gio Nov 21, 2013 4:15 am

Il PdL si è spaccato nel Parlamento Italiano, ma come andrà a finire al Parlamento Europeo? 
Chi in PE sta con Berlusconi nella nuova "Forza Italia" e chi invece con Angelino Alfano (e nella alternativa Berlusconi/Alfano si collocano per scelta individuale anche i deputati europei eletti nel 2009 nelle liste del PdL) non sa come fare!
Per il momento, almeno.
Il rischio più grave è che Berlusconi, con la rinata "Forza Italia", non potendo stare più nel PPE (che a statuto ricusa candidati con condanne definitive), persegua l'idea di portare "Forza Italia" nel gruppo conservatore ECR degli euroscettici (soprattutto britannici: dell'UKIP di Nigel Farage e dei "Tories" di David Cameron),  cavalcando nella prossima "campagna elettorale" europea l'euroscetticismo (e, naturalmente, la demagogica richiesta che l'Italia esca dall'Eurozona). Per fortuna a Cameron i berluschini non sono affatto simpatici ... però non è detto che rifiuterebbe a gioco terminato!  Magari rifiuterebbe l'esplicita alleanza con i berluschini durante la campagna elettorale per timore di perdere voti (dato che Berlusconi non è molto popolare in UK ... per dirla con un eufemismo, "The Financial Times docet"!)
Intanto (la notizia è di questi giorni) due euro-deputate berluschinde – Cristiana Muscardini e Susy De Martini – elette nel 2009 nelle liste del PdL (e come tali nel PPE fino al recentissimo strappo di Alfano) sono già passate dal PPE all'ECR.

Dei problematici attuali rapporti tra il PPE e gli ex PdL-ini parla un interessante articolo del quotidiano EUROPA (segnalatomi per e.mail.
Lo trascrivo.
Fonte: => Il PPE non capisce ma dà l'altolà. A che gioco gioca Berlusconi col governo?
http://www.europaquotidiano.it/2013/11/20/il-ppe-non-capisce-ma-da-laltola-a-che-gioco-gioca-berlusconi-col-governo/
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Il Ppe non capisce ma dà l'altolà. A che gioco gioca Berlusconi col governo?
Se il Cavaliere stacca la spina a Letta, i popolari europei la staccano a Forza Italia.
Daul (e Merkel) lo aspettano al varco del voto sulla decadenza.
Surreale trattativa (fallita nella notte) tra scissionisti e forzisti, divisi a Roma e uniti a Strasburgo

Europee del prossimo maggio: "Forza Italia" resterà nel PPE? Congresso_ppe-680x399
A che gioco gioca Berlusconi? «Da giorni cerco di capire cos'è successo, cosa succede e cosa rischia di succedere. Ma non l'ho ancora compreso. L'Italia è fatta cos셻. Joseph Daul, presidente del Ppe succeduto allo scomparso Wilfred Martens, allarga le braccia. Cos'è successo davvero nel Pdl, ma soprattutto la rispolverata Forza Italia di Berlusconi è o no all'opposizione del governo Letta?

Da giorni il francese Daul, bestia nera del Cavaliere, è alle prese con sempre più arzigogolate versioni fornite dagli europarlamentari del "morto apparente" Pdl, divisi in due tronconi – gli alfaniani al seguito di Giovanni La Via, i forzisti guidati dal fittiano Raffaele Baldassarre – ma in trattative, fallite nella notte, per tentare di proseguire la coabitazione a Strasburgo nonostante la scissione a Roma. «Tanto mancano solo sei mesi alle europee…», si dice dai due fronti, tacendo sulla vera paura: ritrovarsi in campagna elettorale fuori dal Ppe, in lista d'attesa quelli di Alfano, un piede dentro e uno fuori quelli del Cavaliere.

Già, perché Forza Italia entrò con un escamotage nel Ppe: nell'estate 1998 nonostante il varo ad hoc di uno statuto che mitigava i poteri assoluti di Berlusconi sul partito, il Ppe (la famiglia europea di Prodi e dei popolari di Marini) si spaccò sull'ingresso forzista, sponsorizzato dal tedesco Kohl e dallo spagnolo Aznar. I berluscones furono accolti, ma con un voto su ciascuno dei venti eletti di Forza Italia. Poi si tirò a campare, facendo finta di nulla.

Tornando all'oggi, se il Pdl – che poi aderì pienamente al Ppe – scomparisse da Strasburgo, nessuno sa cosa capiterebbe a quelli della rinata Forza Italia. Se ufficialmente prevale la diplomazia, nei colloqui riservati Daul è stato netto. Appena insediatosi alla presidenza del Ppe, Daul ha consegnato agli emissari del Cavaliere un messaggio tranchant: non provate neppure per scherzo a far cadere il governo Letta. «Sarebbe un danno per l'Italia e per l'Europa», è stato l'altolà ribadito in un colloquio telefonico con Berlusconi tre giorni prima del consiglio nazionale del Pdl. Del resto già alla vigilia della fiducia del 2 ottobre in senato, prima di passare a miglior vita, Martens s'era sgolato con Berlusconi battendo sullo stesso tasto, mentre il suo vice Daul faceva da sostegno psicologico ad Angelino: «Tieni il punto Alfano, non cedere».

Daul adesso recita la parte dell'ingenuo: «Forza Italia entrerà nel Ppe? Non lo so, un mese fa Forza Italia ancora non c'era, in Italia le cose sono sempre in evoluzione. Dovrò attendere ancora un po', magari potreste spiegarmi voi più precisamente cosa succede prima che prenda delle decisioni», ha scherzato ieri con i cronisti. Ma l'ex sindacalista conservatore francese sa perfettamente qual è il punto.

Il Ppe attende Berlusconi al varco del voto sulla decadenza il 27 novembre: «Prenderò le decisioni al momento opportuno – ha cambiato tono facendosi serio ieri Daul – ci sono delle cose che devono accadere prima della fine del mese. Dunque io aspetto. Come mi dice sempre mia moglie: "Rifletti bene prima di agire"». Un consiglio che Daul di fatto gira al Cavaliere: ci pensi bene prima schierare Forza Italia all'opposizione del governo sorretto da Angelino Alfano.

Berlusconi non aggravi la sua posizione. Angela Merkel, capo della Cdu azionista principale del Ppe, ha preavvertito Berlusconi – dopo la condanna confermata dalla Cassazione nel processo Mediaset – che in quanto interdetto è fuori per statuto dai popolari europei. Sarebbe già un miracolo se il Ppe chiudesse un occhio lasciando stilare al Cavaliere, condannato e incandidabile, le liste di Forza Italia per le elezioni europee del 22 maggio.

Certo Berlusconi potrebbe infischiarsene, tirar dritto, togliere il sostegno al governo Letta per rappresaglia al voto sulla decadenza e, "scomunicato" del Ppe, chiedere ospitalità a Cameron nel gruppo euroscettico dell'Ecr verso cui dirige anche Erdogan. Sempre che tories britannici e islamici turchi aprano le porte ai berluscones. Recep Tayyip farebbe festa: è compare di Silvio, che fu testimone di nozze del figlio. Improbabile invece che il britannico David Cameron screditi la sua creatura europea conservatrice e riformista alleandosi con quel Berlusconi sempre cordialmente detestato, pluri-indagato, condannato interdetto e incandidabile, prossimamente anche decaduto.

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Ciao a tutti
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