Maxi-multa a chi disturba i cacciatori
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Maxi-multa a chi disturba i cacciatori
VENEZIA. Vietato disturbare il cacciatore. Possono volare multe da 600 a 3.600 euro. Questa è la prima legge dell'anno che ha votato ieri il Consiglio regionale. Oltre alle solite battute dei consiglieri sulla caccia, ormai diventata uno dei tormentoni di palazzo Ferro Fini, ieri non sono mancati i colpi, anche di artiglieria pesante, tra i protagonisti dell'eterno duello cacciatori-animalisti. Da una parte il vicentino Sergio Berlato (FdI) che ha proposto la norma. Dall'altra il trevigiano Andrea Zanoni (Pd), sostenuto stavolta anche da Cristina Guarda (Lista Moretti). L'opposizione ha dato battaglia presentando oltre 60 emendamenti. Il provvedimento è stato approvato ieri nel tardo pomeriggio dalla maggioranza di centrodestra compatta; astenuti i tosiani assieme a Franco Ferraro (Lista Moretti) e Pietro Dalla Libera (Veneto Civico). Contrari: Pd e M5s.
«DISPARITÀ». Uno dei nodi più contestati, denunciato dall'opposizione riguarda la disparità di trattamento tra «cittadini di serie A, i cacciatori e pescatori, super tutelati anche attraverso la legge ad hoc della Regione, e il resto dei veneti». La legge modifica la norma vigente regionale sulla caccia e aggiunge due articoli. Il primo. «Chiunque, con lo scopo di impedire intenzionalmente l'esercizio dell'attività venatoria ponga in essere atti di ostruzionismo o di disturbo che turbino o interrompano l'attività, sarà punito con una sanzione amministrativa». Secondo. «L'accertamento e la contestazione spetta alla polizia». Tradotto vuol dire, per esempio, che il proprietario di un campo non poteva già da ieri, per legge nazionale, bloccare l'ingresso alle doppiette nel proprio terreno. Adesso (salvo che non sia un imprenditore agricolo a tutti gli effetti) non potrà neppure impedire la caccia creando disturbo perché oltre a rischiare una denuncia penale (lo prevede la legge nazionale) può beccarsi una multa per la nuova disposizione regionale. Va registrato un tentativo di mediazione, poi fallito, per abbassare l'ammontare dell'ammenda.
LE CRITICHE E LA QUESTIONE DELLA DIFFERENZA TRA NULTE. Il grillino Simone Scarabel condanna: «Questa norma è un doppione del codice penale. Provoca una scompensazione tra due mondi che non si capiscono ed è destinato a istigare ancora di più comportamenti estremisti. Meglio ritirarla. E per evitare gli incidenti da caccia (nel 2015: 18 decessi e 71 feriti) basta una applicazione per i cellulari che avvisi della vicinanza tra cacciatori ed escursionisti per esempio». Interviene Alessandra Moretti (Pd): «L'aula è ostaggio di Berlato che punta a trattare argomenti che non rappresentano i veri problemi del Veneto come il lavoro, l'attività culturale, il turismo. Questi sono temi di cui si occupa la commissione presieduta da Berlato che fino ad oggi ha già investito fin troppo tempo solo sulla caccia». Zanoni poi ricorda altre incongruenze della norma come lo "scudo" per chi esercita un'attività agricola: «Se invece si tratta di un semplice proprietario di un orto, un pensionato che passeggia col proprio cane, o un ciclista, questi rischiano di essere multati fino a 3.600 euro di multa. Invece, il cacciatore che viene trovato in fallo a sparare in luoghi dove non è concesso è multato solo con 400 euro. Una disparità anche sulle sanzioni».
LA REPLICA DI BERLATO. Berlato però demolisce: «Zanoni potrebbe essere uno dei fratelli Grimm. Qui sento favole non fatti. La legge sul disturbo venatorio vuole punire solo chi intenzionalmente e illecitamente ostacola la caccia e la pesca con azioni violente. La sanzione amministrativa non si va a sommare, ma è alternativa all’erogazione di sanzioni penali. E a chi mi rimprovera di tenere in ostaggio il Consiglio sulla tematica della caccia, ricordo che la mia commissione ha licenziato 113 provvedimenti, di cui solo otto sulla caccia».
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«DISPARITÀ». Uno dei nodi più contestati, denunciato dall'opposizione riguarda la disparità di trattamento tra «cittadini di serie A, i cacciatori e pescatori, super tutelati anche attraverso la legge ad hoc della Regione, e il resto dei veneti». La legge modifica la norma vigente regionale sulla caccia e aggiunge due articoli. Il primo. «Chiunque, con lo scopo di impedire intenzionalmente l'esercizio dell'attività venatoria ponga in essere atti di ostruzionismo o di disturbo che turbino o interrompano l'attività, sarà punito con una sanzione amministrativa». Secondo. «L'accertamento e la contestazione spetta alla polizia». Tradotto vuol dire, per esempio, che il proprietario di un campo non poteva già da ieri, per legge nazionale, bloccare l'ingresso alle doppiette nel proprio terreno. Adesso (salvo che non sia un imprenditore agricolo a tutti gli effetti) non potrà neppure impedire la caccia creando disturbo perché oltre a rischiare una denuncia penale (lo prevede la legge nazionale) può beccarsi una multa per la nuova disposizione regionale. Va registrato un tentativo di mediazione, poi fallito, per abbassare l'ammontare dell'ammenda.
LE CRITICHE E LA QUESTIONE DELLA DIFFERENZA TRA NULTE. Il grillino Simone Scarabel condanna: «Questa norma è un doppione del codice penale. Provoca una scompensazione tra due mondi che non si capiscono ed è destinato a istigare ancora di più comportamenti estremisti. Meglio ritirarla. E per evitare gli incidenti da caccia (nel 2015: 18 decessi e 71 feriti) basta una applicazione per i cellulari che avvisi della vicinanza tra cacciatori ed escursionisti per esempio». Interviene Alessandra Moretti (Pd): «L'aula è ostaggio di Berlato che punta a trattare argomenti che non rappresentano i veri problemi del Veneto come il lavoro, l'attività culturale, il turismo. Questi sono temi di cui si occupa la commissione presieduta da Berlato che fino ad oggi ha già investito fin troppo tempo solo sulla caccia». Zanoni poi ricorda altre incongruenze della norma come lo "scudo" per chi esercita un'attività agricola: «Se invece si tratta di un semplice proprietario di un orto, un pensionato che passeggia col proprio cane, o un ciclista, questi rischiano di essere multati fino a 3.600 euro di multa. Invece, il cacciatore che viene trovato in fallo a sparare in luoghi dove non è concesso è multato solo con 400 euro. Una disparità anche sulle sanzioni».
LA REPLICA DI BERLATO. Berlato però demolisce: «Zanoni potrebbe essere uno dei fratelli Grimm. Qui sento favole non fatti. La legge sul disturbo venatorio vuole punire solo chi intenzionalmente e illecitamente ostacola la caccia e la pesca con azioni violente. La sanzione amministrativa non si va a sommare, ma è alternativa all’erogazione di sanzioni penali. E a chi mi rimprovera di tenere in ostaggio il Consiglio sulla tematica della caccia, ricordo che la mia commissione ha licenziato 113 provvedimenti, di cui solo otto sulla caccia».
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