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Schengen a rischio = Ue a rischio (di dissoluzione)

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Messaggio Da Erasmus Gio Feb 25, 2016 6:53 pm

Dopo un'anno di profonda crisi economica (quale fu il 2015, il peggiore dai tempi di Maastrict, 1991)  ecco arrivare (silenziosa e beffarda) una crisi istituzionale senza che i governi lo dicano, ma avvertita da qualificati osservatori di cose europee:  una Commissione Europea che non è più garante della difesa di quanto già acquisito, dei trattati sottoascritti dai governi; una Commissione che cede indulgentemente non agli stati in maggiore difficoltà ma ai governi degli stati più forti e più nazionalisti (come è il caso del governo britannico); una Commissione che su queste "debolezze" qualcuno valuta peggiore della criticata Commissione-Barroso.

La questione "migranti" ha mostrato con estrema evidenza che senza un autentico governo europeo non si riesce in alcun modo varare una politica davvero europea per minimizzare i danni dell'enormità del flusso immigratorio e massimizzare la solidarietà verso milioni di disperati in cerca ormai della sola sopravvivenza.

Disinvoltamente, senza dirlo, i governi europei stanno davvero scalfendo (speriamo non ancora demolendo) quanto di buono è stato fatto finora. In parecchie parti oltre alla chiusura delle frontiere, che è un grave attacco alla libertà di movimento delle persone e, indirettamente, anche alle altre libertà sancite dai trattati,  si assiste ad un aggravio continuo di vere discriminazioni tra cittadini dell'UE residenti nello stato (per esempio in Gran Bretagna).

Il rischio vero è che i rigurgiti nazionalisti finiscano col dissolvere di fatto l'Unione Europea.

E' di questi giorni la notizia che l'Austria convoca un vertice sui "migranti" escludendo la rappresentanza dell'Unione Europea e della Grecia.
[A proposito, le autorità greche hanno sporto una formale protesta].

La crisi "migranti" è aggravata dal comportamento intollerante di certi governi, come quello ungherese; ma non solo quello, anche dei governi della Repubblica Ceca, della Slovacchia, della Slovenia e della Croazia. Ossia degli stati della "cerniera" tra regioni balcaniche e centro Europa (mentre ora è proprio attraverso la Grecia, le regioni balcaniche e i nominati stati slavi che i numerosi profughi dal medio oriente cercano la salvezza mirando a raggiungere l'Europa centrale, la Francia e la Scandinavia.

E intanto i migranti che arrivano in Grecia dal medio oriente (per non parlare dei continui naufragi che nel solo gennaio scorso hanno fatto migliaia di annegati, tra i quali centinaia di bambini) sono costretti a rimanere lì anche se vorrebbero raggiungere altri paesi.
A proposito, Tsipras dice «Non permetterò che si faccia della Grecia un "magazzino di anime"».
V. –––> Da Euobserver.com
 Greek PM threatens to block EU decisions - 25/02/2016 09:24:26
----------------------------------------------------------------------------
Alexis Tsipras threatens to block EU decisions if Greece is left to deal 
with the migration crisis alone, warning that he will not let Greece be 
turned into a "warehouse of souls".

https://euobserver.com/migration/132447


--------
In un interessante articolo apparso in questi giorni su un blog de L'Espresso, l'autore (che è un federalista DOC!) analizza la diversa mentalità della "generazione Erasmus" (gli europei più giovani moltissimi dei quali si sono formati in università straniere frequentate da studenti provenienti da tutta l'UE) e la classe di più anziani (formatisi prima dell'arrivo di "Erasmus", magari formatisi pure all'estero ... ma in tutt'altro clima (quello che ti fa sentire straniero, diverso da chi è in patria). Statisticamente si  misura inequivocabilmente un residuo di forte nazionalismo nella generazione anteriore ad Erasmus ed invece una aperturta davvero "europea" nella "generazione Erasmus".
L'articolo è stato ripreso da "Courrier Iternational" (che lo pubblica in francese); e da qui qualche francese l'ha importato su Facebook. Succede ora che nel sito di "Courrier International" l'articolo è segnalato in testa ai più letti ed ha suscitato un intenso dibattito (tuttora in atto, con un centinaio di commenti). E' interessante che questo succeda tra lettori francofoni (in stragrande maggioranza francesi, cittadini di una Francia dove pare fortissimo il nazionalismo alla Le Pen ma è forte anche quello degli altri movimenti politici, socialisti compresi)
Si veda a proposito:
–––>  http://www.courrierinternational.com 
–––>  https://www.facebook.com/courrierinternational.com/posts/10153585384619888?fref=nf&pnref=story

Vale forse la pena che trascriva un articolo da Eurobull.it (la rivista online della Gioventù Fedralista Europea) a proposito del fatto che Schengen è a rischio e che ciò è gravissimo per il moderno livello di movimento e di scambi intereuropei 
Fonte 
–––>Schengen è a rischio, (Eurobull.it) (italiano)
–––> Schengen is at risk, (Eurobull.it) (inglese)

Schengen è a rischio
di Kardelen Günaydın e Klemens Kober

Mercoledì 24 febbraio 2016

La libertà di movimento transfrontaliera senza controlli è de facto fuori uso in un modo inaudito. Dall’autunno dell’anno scorso nove su 26 Stati membri hanno reintrodotto controlli alla frontiere, sei dei quali sono ancora in vigore. Al momento i leader europei stanno rilevando come una “soluzione” vada trovata entro due mesi, sottintendendo che altrimenti Schengen come lo conosciamo cesserà di esistere. Ciò significherebbe la fine della mobilità senza passaporto in Europa. Le ripercussioni di questo ci riguardano tutti, in quanto cittadini europei.

L’accordo di Schengen è stato un passaggio fondamentale nella storia dell’Unione europea. Uno dei suoi obiettivi principali è il rafforzamento della solidarietà tra i cittadini europei attraverso la rimozione dei controlli alle frontiere. Reintrodurle comprometterebbe l’unità del popolo europeo.

La libera circolazione è al centro dell’integrazione europea ed è allo stesso tempo un diritto fondamentale dei cittadini europei. Schengen ha permesso a milioni di europei di conoscere la diversità del nostro continente attraverso la mobilità di studenti, lavoratori e turisti. Ha favorito la formazione di legami più stretti tra cittadini europei a livello umano, culturale ed economico. Grazie al visto Schengen, anche i cittadini non-UE hanno la possibilità di viaggiare in Europa senza doversi scontrare con le procedure burocratiche di ogni paese. Schengen ha dunque formato una serie di nuove connessioni fra cittadini europei e quelli di altri paesi.

Rinunciare avrà conseguenze su tutti noi
Milioni di europei attraversano giornalmente i confini per raggiungere i propri posti di lavoro, le compagnie europee hanno distribuito le proprie catene di produzione e fornitura in tutta l’UE e decine di milioni di turisti influenzano la nostra capacità di comprensione internazionale e il nostro arricchimento culturale. La fine di Schengen ostacolerebbe l’interazione trans-frontaliera tra i cittadini europei. La libertà di movimento è il singolo più importante strumento per combattere i pregiudizi e le idee sbagliate all’interno dell’Europa.

Il mantenimento di Schengen rafforzerà la solidarietà tra i cittadini europei e i rifugiati, e dimostrerà che i valori della cittadinanza europea sono fondati sull’inclusione a prescindere dai confini. Invece, la sua fine supporterà le attuali proposte dei leader europei di diminuire i diritti sociali legati alla nostra cittadinanza europea, minando il principio base dell’integrazione europea: la non discriminazione. Vediamo di non essere discriminati e spogliati della nostra libertà di movimento – piuttosto, andiamo avanti verso un’Europa federata!
––––––––––––––––––––––
Infine segnalo, sempre su Eurobull.it, un altro articolo a proposito  del cosidetto Brexit (se l'UK uscirà o no dall'UE).
––>Brexit: storia di un patto leonino che danneggia tutti(Eurobull.it)
A proposito del cosiddetto Brexit, da sempre ho sostenuto che si tratta ancora una volta di un bleuf.
Non solo: mi si dia pure del maligno e del presuntuoso, perché io continuo a pensare che chi dà per realisticamente possibile (o addirittura probabile) l'uscita dell'UK dall'UE o è in perfetta malafede o è un imbecille in materia politica di questo tipo.
Intanto Cameron incassa quanto gli serve per strombazzare: «Abbiamo vinto! Abbiamo ottenuto dall'UE quanto avevano chiesto. Quindi ora possiamo restare vantaggiosamente in UE. Sapete quindi per cosa votare nel prossimo imminente referendum»
Quello che ha ottenuto Cameron (ossia la conferma  del "rebate" oltre alla conferma e alla estensione degli "opting out") a lungo andare non sarà di alcun vantaggio  per l'UK in un mondo sempre più "globolizzato" (e sarà di dànno all'UE). Ma servirà a Cameron per difendere la sua poltrona sia verso la sinistra che verso l'estrema destra.
E intanto il nazionalismo monta ovunque, non solo nei movimenti politici apertamente nazionalisti (tipo il Fronte Nazionale francese della Le Pen o i partiti che sostengono governi come quello di Orban in Ungheria e di Duda in Polonia) ma strisciantemente anche in TUTTI i partiti, sia che siano al governo sia che abbiano soltanto la presunzione di poter governare;  dai Conservatives britannici di Cameron ai Socialisti francesi di Hollande, dal Labor Party Britannico all'UMP francese  ... e palesemente in Italia dove abbiamo assistito alle sparate di Renzi (del tutto analoghe a quelle passate di Berlusconi) e al cambiamento della Lega che, da posizioni regionaliste (col mito della Padania) e presunzioni di federalismo a livello di singolo stato (se non addirittura da posizioni separatiste) è passata a posizioni nazionaliste presentandosi [con Salvini] come alternativa di governo. Roba che io considero decisamente "parafascista".

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Ultima modifica di Erasmus il Ven Feb 26, 2016 7:09 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Epoch Ven Feb 26, 2016 9:32 am

Mi spiace molto vedere questo declino, sinceramente preferirei che accompagnassero la Gran Bretagna alla porta, dicendo: "Se non ti piace prego, nessuno ti obbliga a restare", facendo in modo di aumentare la coesione.

Meglio pochi ma buoni.
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Messaggio Da Erasmus Ven Feb 26, 2016 7:16 pm

Epoch ha scritto:... sinceramente preferirei che si avccompagnasse la Gran Bretagna alla porta, dicendo: "Se non ti piace prego, nessuno ti obbliga a restare", facendo in modo di aumentare la coesione.

Meglio pochi ma buoni.
Eh, eh!
Oltre al fatto che in Consiglio (di quasi trenta governi!) si vota, se va bene, a maggioranza qualificata (ma in molte materie ancora col diritto di veto del singolo governo), occorrerebbe che, magari pochi, ma di "buoni" ce ne fossero.
Se alcuni governi volessero, la rivoluzione europea verso la federazione (di pochi ma buoni subito, e poi allargabile per annessioni volontarie) si farebbe.
Ma non ci sono più i De Gasperi, gli Shuman e gli Spaak!
E allora ... 'ndo stanno i pochi ma buoni? 
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Messaggio Da Epoch Lun Feb 29, 2016 8:36 am

Erasmus ha scritto:
E allora ... 'ndo stanno i pochi ma buoni? 
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Purtroppo non lo so...
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