Parlamento Ue dice sì ai matrimoni gay ma condanna la maternità surrogata
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Parlamento Ue dice sì ai matrimoni gay ma condanna la maternità surrogata
Votata a Strasburgo una relazione dedicata ai diritti umani. Testo positivo sulle nozze omosessuali mentre la pratica dell'utero in affitto è ritenuta compromettente per la dignità della donna
La sede del Parlamento europeo a Strasburgo
STRASBURGO - Sì alle nozze gay, no alla maternità surrogata. Riunito in sessione plenaria a Strasburgo, l'Europarlamento ha votato la relazione a firma Cristian Dan Preda sui diritti umani, la democrazia nel mondo nel 2014 e la politica dell'Ue nel merito. Un documento che tratta diverse questioni: dalla sviluppo alla migrazione ai rifugiati, dalla libertà di pensiero alla pena di morte. Un paragrafo, in particolare, è dedicato al tema dei matrimoni gay e della maternità surrogata.
ll rapporto era già stato approvato con una maggioranza schiacciante nella Commissione competente (47 a favore, 4 contrari, 4 astenuti) ma si profilava un'accesa discussione su alcuni punti sensibili. Se sulla questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso il testo è molto positivo, impietosa è invece la condanna della pratica della surrogazione, ritenuta dalla commissione compromettente per la dignità umana della donna perché mercificherebbe il suo corpo e le sue funzioni riproduttive. La maggioranza dei votanti pensa che questo tipo di gestazione, che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani.
"Il Parlamento europeo ritiene che l'Ue dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti), in linea con gli orientamenti dell'Ue sul tema. Si rammarica che 75 Paesi criminalizzino ancora l'omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte, e ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti; è preoccupato per le restrizioni alle libertà fondamentali dei difensori dei diritti umani delle persone Lgbti, e invita l'Ue ad aumentare il proprio sostegno nei loro confronti; constata che i diritti delle persone Lgbti sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio", si legge nel testo.
L'Ue inserisce il rapporto nell'ambito di una politica fondata sui princìpi di democrazia, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della dignità umana e dei principi di uguaglianza e di solidarietà. Il risultato non costituisce un atto legislativo, ma è rappresentativo della posizione del Parlamento su queste tematiche.
La sede del Parlamento europeo a Strasburgo
STRASBURGO - Sì alle nozze gay, no alla maternità surrogata. Riunito in sessione plenaria a Strasburgo, l'Europarlamento ha votato la relazione a firma Cristian Dan Preda sui diritti umani, la democrazia nel mondo nel 2014 e la politica dell'Ue nel merito. Un documento che tratta diverse questioni: dalla sviluppo alla migrazione ai rifugiati, dalla libertà di pensiero alla pena di morte. Un paragrafo, in particolare, è dedicato al tema dei matrimoni gay e della maternità surrogata.
ll rapporto era già stato approvato con una maggioranza schiacciante nella Commissione competente (47 a favore, 4 contrari, 4 astenuti) ma si profilava un'accesa discussione su alcuni punti sensibili. Se sulla questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso il testo è molto positivo, impietosa è invece la condanna della pratica della surrogazione, ritenuta dalla commissione compromettente per la dignità umana della donna perché mercificherebbe il suo corpo e le sue funzioni riproduttive. La maggioranza dei votanti pensa che questo tipo di gestazione, che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani.
"Il Parlamento europeo ritiene che l'Ue dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti), in linea con gli orientamenti dell'Ue sul tema. Si rammarica che 75 Paesi criminalizzino ancora l'omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte, e ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti; è preoccupato per le restrizioni alle libertà fondamentali dei difensori dei diritti umani delle persone Lgbti, e invita l'Ue ad aumentare il proprio sostegno nei loro confronti; constata che i diritti delle persone Lgbti sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio", si legge nel testo.
L'Ue inserisce il rapporto nell'ambito di una politica fondata sui princìpi di democrazia, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, sul rispetto della dignità umana e dei principi di uguaglianza e di solidarietà. Il risultato non costituisce un atto legislativo, ma è rappresentativo della posizione del Parlamento su queste tematiche.
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