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L'impasse del controllo sulle banche a livello europeo ... e la BCE

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Messaggio Da Erasmus Dom Feb 09, 2014 2:31 pm

Sono due capitoli di politica finanziaria diversi ma interconnessi.

Purtroppo, ormai, non riesco più a seguire nemmeno le cose importanti (e tanto meno a scriverne senza rischio di dire fesserie).
Speravo che qualcun altro aprisse un thread su uno, sull'altro e su entrambi gli argomenti.

E' noto che che il Consiglio ha recentemente discusso (con più riunioni) la situazione bancaria europea e proposte di "unione bancaria", ma non è riuscito a decidere qualcosa di rilevante a riguardo, o meglio a riguardo del bisogno che le banche europee vengano regolamentate (con regole precise da tradurre in legislazione specifica in tutti i paesi dell'UE).

Giorni fa c'è stato un grande dibattito al P.E. (in seduta plenaria) culminato con la votazione di una risoluzione sostanzialmente di bocciatura del comportamento del Consiglio. [In questo caso dell'Ecofin, cioè del Consiglio quando si occupa di questioni finanziarie]. 
Schiacciante la maggioranza dei favori alla risoluzione: 441 SI' contro 141 NO e 17 astensioni.
Potete leggere un resoconto in un articolo dell'ANSA.it
=> Duro scontro tra PE e Consiglio su Unione Bancaria. Schulz chiede nuovo Ecofin
Da ogni parte (dal PPE e S&D fino alla "Sinistra Europea") si sono levate voci di condanna sul fatto che, sostanzialmente, molti governi di paesi membri soggiacciono alle pressioni delle lobbies bancarie (nazionali ed internazionali). Come ha detto un eurodeputato «le banche privatizzano i profitti e socializzano le perdite», riferendosi al fatto che ancora le banche guadagnano enormemente con debiti a tasso di interesse irrisorio verso la BCE e crediti a tasso elevatissimo sia verso i clienti che nell'acquisto di titoli di stato; ma quando c'è il rischio di crack bancario, ecco i soccorsi degli stessi governi (a spese dell'intera collettività)!

L'altra faccenda importante è il ricorso alla Corte fi Giustizia dell''UE (con sede in Lussemburgo) della Corte Suprema tedesca (cioè della corte costituzionale tedesca, con sede a Karlsruhe).
Alla Corte Suprema tedesca avevano fatto ricorso un gruppo autorevole di tedeschi (tra cui parlamentari e lo stesso presidente della Bundesbank) considerando oltre i mandati conferiti alla BCE [dai trattati in vigore] alcuni comportamenti dell'attuale board della BCE presieduto da Mario Draghi, in particolare quello di acquistare titoli di Stato di paesi a rischio di default del "debito sovrano" allo scopo ti ridurre lo "spread" (ossia l'alto tasso di interesse su tali titoli rispetto a quelli di paesi non in crisi, come la Germania, la Svezia o la Finlandia). L'aspetto "costituzionale" tedesco stava nel fatto che – secondo i ricorrenti – in tal modo veniva modificato il tipo di "patto" contratto tra la "Bundesrepublik" e gli altri stati dell'UE, essendo sancito nei trattati il divieto di aiuto finanziario diretto dell'Unione ai singoli stati. La Corte Suprema tedesca, pur non riconoscendo lesione della sovranità tedesca (e quindi non anticostituzionale il comportamento di organi pubblici tedeschi), ha sostanzialmente ammesso che il board della BCE presieduto da Draghi ha agito oltre il mandato concesso alla BCE con lo stesso atto istitutivo della Banca Centrale Europea.
Naturalmente Draghi ha reagito dicendo il contrario: che la BCE si è sempre mossa entro quel mandato.
Il ... dissenso non si è affatto calmato, anzi è cresciuto.
Fino alla decisione della Corte Suprema tedesca di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.
Qualche notizia in proposito si può leggere anche (per esempio) qua:
=> La mossa di Karlsruhe: il ricorso alla Corte di Giustizia europea, (www. rivistaeuropae.eu)

Spero in interventi ... migliori di questo mio!

A leggervi, dunque.
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Messaggio Da Erasmus Mer Feb 12, 2014 4:05 am

Trascrivo da una e.mail ricevuta ieri, contenente a sua volta la trascrizione di un articolo di Cesare Pinelli dal sito "Istituto Affari Internazionali"


Fonte: => Sentenza Corte Costituzionale Tedesca (da IAI)

Sentenza corte costituzionale tedesca
Karlsruhe dichiara vincitore il diritto Ue 

di Cesare Pinelli
11/02/2014

La decisione del Tribunale Costituzionale tedesco del 7 febbraio 
sulla legittimità dell’Omt, il programma di cosiddetto acquisto 
illimitato di titoli di Stato di paesi dell’eurozona in difficoltà 
finanziarie, e subordinato a “stretta condizionalità”, che la Banca 
centrale europea (Bce) aveva approvato il 6 settembre 2012, interviene 
a distanza di un anno e mezzo dal deposito del ricorso promosso da un 
gruppo di deputati e professori tedeschi euroscettici.

La questione consisteva nell’accertare se l’Omt invadesse le 
competenze in materia di politica econ

omica degli stati membri e 
violasse il divieto di finanziamento monetario degli stati posto in 
capo alla Bce, in contrasto con lo statuto della Bce e con l’art. 123 
del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), che vieta 
alla banca centrale il finanziamento sul mercato primario.

Compatibilità Omt
A giudizio di sei membri su otto, il programma di acquisto di titoli 
di Stato violerebbe le prerogative degli stati membri in materia di 
politica economica, prescrivendo che, per ogni acquisto di bond, lo 
Stato in questione debba attuare determinate riforme strutturali 
(“stretta condizionalità”). 

In secondo luogo, il programma avrebbe l’effetto di aggirare il divieto 
di finanziamento monetario degli stati membri (art. 123 Tfue), dal 
momento che, acquistando sul mercato secondario i titoli di Stato dei 
paesi in difficoltà, la Bce incentiverebbe anche l’acquisto di bond sul 
mercato primario da parte degli investitori.

Queste sarebbero le “importanti ragioni per presumere”, si legge nella 
decisione, che il programma di acquisti obbligazionari “ecceda il 
mandato di politica monetaria della Bce, violando i poteri degli stati 
sovrani e il divieto di monetizzazione del debito pubblico”. 

Ciononostante, i giudici della corte di Karlsruhe non sono andati fino 
in fondo. Essi hanno infatti sollevato, non senza aver ipotizzato un’
interpretazione dell’Omt conforme al diritto dell’Unione (§§ 99-100), 
un rinvio pregiudiziale davanti alla Corte di giustizia dell’Unione 
europea (Cgue), che dovrà dunque pronunciarsi sulla compatibilità del 
programma con il diritto primario dell’Unione. 

Ultra vires
In termini giuridici la decisione si presta a un classico commento in 
chiaroscuro. Da una parte vi traspare la netta convinzione dell’
illegittimità del programma Omt. La quale - se si basa sulla tesi che 
esso sia ultra vires rispetto al mandato della Bce - riflette l’
indirizzo giurisprudenziale avviato dalla sentenza Lissabon Urteil e 
fortemente consolidatosi con le sentenze emesse fra il 2011 e il 2012 
sugli aiuti alla Grecia, sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e 
sul Fiscal compact.

Muovendo da un’intransigente difesa della sovranità del popolo 
tedesco, questo indirizzo giurisprudenziale ha imposto una previa 
delibera del Bundestag su qualsiasi decisione dell’Unione economica e 
monetaria o del Mes relativa al salvataggio finanziario di paesi dell’
eurozona. 

Questo indirizzo contrasta peraltro nella specie con la netta 
affermazione del Maastricht Urteil del 1993, secondo cui “le facoltà 
del Bundestag e quindi degli elettori di influire sull’esercizio dei 
poteri sovrani da parte degli organi europei sono (….) quasi 
integralmente ridotte, nella misura in cui la Bce è configurata come 
Banca indipendente nei confronti della Comunità europea e degli stati 
membri”, trattandosi di “garantire la fiducia nella convertibilità di 
una moneta” che può essere assicurata “meglio da una banca centrale 
indipendente che non da organi pubblici che dipendono nelle loro 
possibilità di azione e nei mezzi essenzialmente dal volume e dal 
valore del denaro, nonché da un consenso limitato nel tempo da parte 
delle forze politiche”. 

Europa sovranazionale 
Dall’altra parte, la decisione di rinviare la questione alla Corte del 
Lussemburgo costituisce indubbiamente una svolta a favore della 
concezione sovranazionale dell’Unione europea, se solo si tiene conto 
che, fra le corti costituzionali degli stati membri, il Tribunale 
tedesco era rimasto il solo a rifiutare ancora di esperire il rimedio 
del rinvio pregiudiziale. 

Le ragioni di questa scelta sono state a mio giudizio sia giuridiche 
che politiche. Sul primo piano, la questione coinvolgeva solo in via 
subordinata il diritto costituzionale nazionale, al punto che lo stesso 
ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble aveva messo in dubbio la 
competenza del Tribunale di Karlsruhe a esprimersi su una materia quasi 
esclusivamente di diritto europeo. 

In termini politico-effettuali, deve essere poi risultato forte il 
timore che l’accoglimento del ricorso avrebbe creato scompiglio sui 
mercati finanziari e, conseguentemente, nella stessa Unione, in una 
fase di grande precarietà e alla vigilia di elezioni per il rinnovo del 
Parlamento europeo dall’esito quanto mai incerto per il suo stesso 
futuro. 

Tuttavia la partita con la Corte del Lussemburgo è più che mai in 
corso. Le motivazioni che accompagnano il rinvio pregiudiziale sono 
infatti tutt’altro che rassicuranti per la Corte di giustizia, che 
viene così stretta tra due fuochi. La scelta dei tempi si rivelerà 
ancora una volta di estrema importanza. 
–––––––––
Cesare Pinelli è professore ordinario di Diritto costituzionale 
italiano e comparato, Università degli Studi di Macerata. 



Ciao a tutti
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Messaggio Da Verci Gio Feb 20, 2014 3:58 am

Erasmus ha scritto:........Da ogni parte (dal PPE e S&D fino alla "Sinistra Europea") si sono levate voci di condanna sul fatto che, sostanzialmente, molti governi di paesi membri soggiacciono alle pressioni delle lobbies bancarie (nazionali ed internazionali). Come ha detto un eurodeputato «le banche privatizzano i profitti e socializzano le perdite», riferendosi al fatto che ancora le banche guadagnano enormemente con debiti a tasso di interesse irrisorio verso la BCE e crediti a tasso elevatissimo sia verso i clienti che nell'acquisto di titoli di stato; ma quando c'è il rischio di crack bancario, ecco i soccorsi degli stessi governi (a spese dell'intera collettività)!
E' possibile pensare ad un vincolo di utilizzo dei soldi ricevuti dalle banche? E' assolutamente incredibile che, anzichè utilizzare i fondi ottenuti per finanziare le imprese in difficoltà o finanziare i mutui per l'acquisto della prima casa, si pensi ad utilizzarli per la sola speculazione. Ingrassare le banche è quindi termine appropriato ad indicare quello che effettivamente la BCE sta facendo negli ultimi anni, essendo ormai ritenuta dalle prime una sorta di "bancomat" a fondo illimitato. 

Il permanere della stretta al credito sembra sia giustificato dalla necessità di acquisire titoli di stato italiani dei quali le banche estere (soprattutto tedesche) si sono, almeno in parte, volute disfare nella paura di un tracollo del sistema Italia. 

Maggiori garanzie sull'utilizzo dei soldi ricevuti a favore delle imprese o dei cittadini che chiedono mutui-casa, sono comunque così difficili da imporre alle furbastre banche nostrane?
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