L'amante - [forse un incipit]

Da Lucio Musto Lun Gen 30, 2023 10:14 am

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L’amante - [forse un incipit]

Lei, l’amante gliela aveva attribuita sempre, da sempre, dal giorno del matrimonio, forse da prima.
No, da prima no, non è possibile. “prima” del matrimonio lei non sapeva ancora, ed era in buonafede, di non aver nessuna dote da amante. Non la sapeva fare e, scoprì da subito, non le piaceva e nemmeno lo voleva diventare, nemmeno per il marito.

Non sessuofoba, no. Contro il sesso lei non aveva proprio nulla! semplicemente non era scritto nella lista dei suoi interessi, e non voleva interessarsene… proprio come la trigonometria: ne sapeva l’esistenza e quello le bastava: una nozione culturale.

La colpa era forse, non lo sapremo mai ma nemmeno indagheremo, di quella saggia mamma che mentre da un lato ossessivamente la metteva in guardia contro i bruti bramosi di dolci fanciulle,
dall’altro, altrettanto ossessivamente premeva perché lei si realizzasse: la laurea va benissimo, il master pure, ed il concorso, si… ma il traguardo di una fanciulla bella ed intelligente come lei era il matrimonio, solo il matrimonio, naturalmente buono, santificato ed onesto…

E lei al matrimonio, benedetto da papà e mammina ovviamente dopo ogni indagine, c’era arrivata. E nella sua testolina bruna… poteva appendere le scarpine al chiodo: la sua strada era completa!
Mammina infatti nulla le aveva detto di quelli che allora si chiamavano “i doveri matrimoniali”,
ma poverina, riservata per natura forse lei immaginava che quelle cose la figliuola le sapesse benissimo, e se lei aveva avuto sei figli, con la sua poca cultura, la ragazza laureata, poteva fare anche di più e di meglio!
Quanto si sbagliava, povera mammina…

Lui, orfano di padre da sempre, non lo sapeva affatto, cosa fosse un’amante, ma non gli serviva saperlo, credeva…
Infatti lui da sempre amava tutto, tutti, sempre. Le cose, le emozioni, i pensieri… Lui non conosceva l’odio, nessuno glielo aveva mai insegnato e, forse per uno stranissimo caso, non l’aveva mai incontrato nella sua vita.
Per sua natura riusciva subito simpatico e nessuno aveva interesse o gusto a fargli del male. Senza esperienze traumatiche, lui continuava ad amare.
Oh, intendiamoci! non che lui fosse un mollusco o un insensibile capace di subire ed accogliere tutto, anzi, era alquanto schizzinoso!
Ma le cose non lo toccavano, lui non si sentiva offeso o insultato dalle persone. Se un qualcosa non gli andava semplicemente lo evitava, se una persona non era in sintonia con lui, la ignorava.
Ma sempre senza astio, senza rancore. Se riceveva uno sgarbo, poi, nemmeno si scomodava a perdonare, ma si creava una piccola cicatrice di prudenza verso quella persona: un ulteriore sgarbo sarebbe stato solo ignorato; quella persona aveva perso la sua fiducia, ma non la sua cordiale presenza.

Fra tutto, amava anche le donne. Quasi tutte quelle che incontrava, ed era pronto ad innamorarsi di ognuna loro, se solo qualcuna avesse mostrato particolare interesse o disponibilità.
Ed amava il sesso. Se qualche donna gradiva dargliela, lui faceva la sua parte volentieri, molto volentieri!... ma francamente come “tombeur de femme” diciamolo apertamente, non valeva una cicca!

Queste le premesse, e, come dicevamo: l’amante. Lei gliene attribuì sempre una, perlomeno, per acquietare il suo complesso di inferiorità rispetto al sesso, lui ne ebbe sempre una, o centomila, o nessuna… tutto sta a mettersi d’accordo su cosa si voglia intendere per “amante”.

“Ogni volta che guarderai una donna per desiderarla, avrai commesso adulterio con lei”
dice il Cristo nel quinto capitolo del vangelo secondo Matteo, ma anche questo dictat è da interpretare.
Infatti l’uomo, in quanto maschio della sua specie, è stato progettato proprio in questo modo, “desiderare la donna” – guai, se non fosse così, ci saremmo estinti proprio all’inizio! – quindi quel “desiderare” peccaminoso deve includere qualche altra cosa: forse idea si sopraffazione, crudeltà, violenza…
Il nostro aveva nel suo DNA il rispetto assoluto per ogni creatura viva e quindi anche per le donne; dunque gran peccatore, secondo la lettera dell’evangelista, del tutto innocente secondo una logica interpretazione.

Eppure ci fu, qualche donna sensibile alle sue grazie, e conseguentemente degli assalti extraconiugali, sollecitati dalle normali spinte ormonali di qualsiasi maschio normale ma… vogliamo disegnare queste esplosioni sessuali, o i rari incontri mercenari come “presenza di un amante”?
Se si, inutile indagare, il nostro lui di amanti ne ha avute tante quante il caso glie ne ha proposto, nel corso della sua vita virile. Molte “provocazioni” gli saranno certo scappate, ma di quelle che è riuscito a recepire, non se ne è lasciata scappare quasi nessuna… e non ha vissuto quasi mai sessualmente pago.

Ma forse non ci interessano tanto le avventure erotiche di lui o di lei (di lei non si ha notizia che ce ne siano state, oppure son state molto ben dissimulate e quindi le ignoriamo) ma piuttosto ci intrigano i legami spirituali, sentimentali o culturali che hanno distolto “lei” o “lui” dalla premurosa attenzione reciproca. In fondo, quello che più da fastidio, quello che maggiormente ci turba è quello che “ti allontana da me” ed poco conta se stai a trastullarti con la segretaria o coi tuoi compari all’osteria: il grave è che trascuri me!

E qui occorre mettersi a riflettere: è tutta colpa dell’altro, se il partner ha l’amante?
Una volta sull’argomento scrissi una massima:

“L’onanismo di tuo marito
è un suo peccato lieve,
ma le corna che lui ti mette
sono una responsabilità tua”

Lucio Musto 30 gennaio 2023

questo m'è venuto così poco fa - qualcuno se la sente di continuare il discorso?