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Dante parte VI canto V

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Messaggio Da Forese Mer Feb 16, 2022 1:55 pm

Francesca apparteneva ad un famiglia ravennate, suo padre Guido da Polenta conosciuto come Guido il vecchio. La promessa di concedere sua figlia a Giovanni Malatesta soprannominato Gianciotto, perché quest'ultimo contribuì con i suoi armigeri alla vittoria nei confronti dei nemici di Guido alla presa di potere di Ravenna, il patto tra la famiglia da Polenta e i Malatesta signori di Rimini avrebbe contribuito a consolidare i loro interessi. Come consuetudine doveva essere il promesso sposo a chiedere la mano della futura sposa, Non sappiamo come mai per questo cerimoniale fu inviato il fratello di Gianciotto. Francesca credette che fosse lui il suo futuro marito, vedendo questo giovane bello e fisicamente aitante dentro di lei sentì un fremito seguito da un batticuore. Quando venne a conoscenza che non era Paolo il suoi futuro sposo ma Gianciotto, c'é da comprendere la delusione e il suo stato d'animo, oltre che brutto era claudicante. Il matrimonio avvenne ugualmente oramai le due famiglie avevano già stabilito l'accordo. Quindi prese dimora nel castello riminese dei Malatesta frequentato da Paolo, quindi avevano l'occasione di incontrarsi. L'attrattiva reciproca tra i due giovani permase anche se apparentemente si atteggiavano solo come cognati. Un giorno si ritrovarono soli e dialogando Paolo vedendo il libro chiese a Francesca cosa stava leggendo, lei rispose: sono una regina e un cavaliere che si amano, quando la lettura giunse dove appassionatamente lei baciò il cavaliere, Paolo e Francesca si guardarono profondamente negli occhi e lui fremente la baciò, da allora in poi quando capitava l'opportunità si incontravano per amarsi. A Giangiotto vennero dei sospetti. La vicenda ebbe un esito nefasto. Passa un determinato periodo che Dante dalla selva oscura entra nell' inferno e visitato i primi gironi si trova al V girone nel secondo cerchio dove determinate anime espiano per l'eterno le loro colpe. Agli occhi dell'Alighieri una immensa colonna di anime trascinate da un impetuoso vento, Dante chiede al suo prestigioso accompagnatore Virgilio cosa hanno hanno peccato nella loro esistenza terrena e chi sono costoro? Il vate iniziò a parlare e disse a Dante: queste anime quando era in vita hanno scelto una vita dissoluta permeata dalla lussuria, indica dei nomi, Didone, Semiramis, Tristano,Paride, Achille, Elena, facendo altri nomi. Dante pose attenzione a due anime dove dal loro voto traspariva tanta tristezza, chiedendo nuovamente al poeta latino chi fossero. Ebbene rispose, essi sono i cognati amanti, Dante chiese se poteva parlargli, quando ebbe finito la sua richiesta di incanto il vento impetuoso attinente solamente a loro due diminuì notevolmente quindi poterono avvicinarsi, Virgilio rivolgendosi a Dante disse: Dio ti ha concesso di parlare a loro due. Il poeta chiese loro se volevano raccontare la loro vicenda, Tanto era rimasto colpito dal loro tentativo di stare il più vicino possibile purché l'impetuosità del vento sembrava volesse isolarli. Fu Francesca che parlò, disse, son Francesca di Ravenna andata in sposa a Gianciotto Malatesta, ma la sorte ha voluto chesuo fratello Paolo e io ci amassimo da quando ci vedemmo la prima volta. Un giorno ci incontrammo e ci parlammo, mentre stavo leggendo un libro, lui mi chiese del libro, gli risposi che era la storia di amore tra Ginevra e Lancillotto cavaliere al servizio di mio marito e suo re Artù. Continuammo a leggere insieme quando arrivammo che lei ardente d'amore di lui lo baciò, Lancillotto strinse a se la sua innamorata con tanta delicatezza ma con tanta passione, fu in quel momento sia io che Paolo ci guardammo negli con tanto desiderio che Paolo mi baciò, ci dette la sensazione di librarci, di essere sospesi nell'aria, e ci amammo con l'ardore degli innamorati. Gianciotto ci sorprese, colto dall'ira e dalla gelosia ci trafisse, poi disse al poeta: amore che a nessuno risparmia di amare quando é amato, amore ci condusse ad una stessa sorte. Dante addolorato dal loro stesso destino non pronunciò frase, si fece muto e abbassò lo sguardo. Virgilio rivolgendosi a lui gli chiese: cosa pensi? Quanto dolore e pena provo per loro disse Dante e prima di perdere i sensi Francesca pronunciò una frase mentre Paolo piangeva, quanto dolore ricordarsi del tempo felice, questo te lo può esporre meglio di me l'anima saggia che ti ha accompagnato nel luogo delle sofferenze.

Forese

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