Berlusconi ordina ai ministri PDL di dimettersi
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Berlusconi ordina ai ministri PDL di dimettersi
Il disperato gesto di un povero satrapo, che sulla sua persona gioca la pelle di milioni di italiani e le sorti della nostra economia. I dipendenti del partito azienda, fedeli al suo proprietario, obbediscono supini.
Il Cavaliere chiede ai pidiellini di lasciare il governo: "Non possiamo renderci complici dell'aumento dell'Iva". Alfano conferma: "Fuori dall'esecutivo". Il presidente del Consiglio: "Oguno si assumerà sue responsabilità in Parlamento". Domani incontro con Napolitano. Epifani: "Livelli impensabili di irresponsabilità". Cicchitto polemico: "Serviva discussione"
ROMA - Di fatto la crisi di governo è aperta. E' una nota di Silvio Berlusconi a innescare l'accelerazione con la richiesta di dimissioni ai ministri del Pdl. Che a stretto giro recepiscono l'ìndicazione del Cavaliere e lasciano l'esecutivo. Il casus belli scelto da Berlusconi è "l'aumento dell'Iva" - determinato secondo il leader Pdl - dall'"ultimatum inaccettabile di Enrico Letta e del Pd". Un colpo a cui il premier ribatte con durezza: dando appuntamento in Parlamento - "dove ognuno si assumerà le sue responsabilità" - e accusando il leader del Pdl di "rovesciare la frittata" per giustificare gesti folli, dettati da motivi personali. Parla di livelli impensabili di irresponsabilità anche Guglielmo Epifani. Mentre Giorgio Napolitano fa sapere che al suo rientro a Roma, domani, concorderà con Letta "l'incontro che le decisioni odierne rendono necessario".
La nota di Berlusconi. Ma a determinare l'accelerazione sono le parole di Berlusconi. "Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo - fa sapere l'ex premier nel tardo pomeriggio - a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani". E' questa formalmente la giustificazione della crisi: il mancato rinvio dell'aumento dell'Iva. "La decisione assunta ieri dal presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, di congelare l'attività di governo, determinando in questo modo l'aumento dell'Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto". Da qui la rottura. "Per queste ragioni, l'ultimatum lanciato dal Premier e dal Partito Democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile", sottolinea Berlusconi.
http://www.repubblica.it/politica/2013/09/28/news/berlusconi_no_ultimatum_letta-67472967/?ref=HREA-1
Il Cavaliere chiede ai pidiellini di lasciare il governo: "Non possiamo renderci complici dell'aumento dell'Iva". Alfano conferma: "Fuori dall'esecutivo". Il presidente del Consiglio: "Oguno si assumerà sue responsabilità in Parlamento". Domani incontro con Napolitano. Epifani: "Livelli impensabili di irresponsabilità". Cicchitto polemico: "Serviva discussione"
ROMA - Di fatto la crisi di governo è aperta. E' una nota di Silvio Berlusconi a innescare l'accelerazione con la richiesta di dimissioni ai ministri del Pdl. Che a stretto giro recepiscono l'ìndicazione del Cavaliere e lasciano l'esecutivo. Il casus belli scelto da Berlusconi è "l'aumento dell'Iva" - determinato secondo il leader Pdl - dall'"ultimatum inaccettabile di Enrico Letta e del Pd". Un colpo a cui il premier ribatte con durezza: dando appuntamento in Parlamento - "dove ognuno si assumerà le sue responsabilità" - e accusando il leader del Pdl di "rovesciare la frittata" per giustificare gesti folli, dettati da motivi personali. Parla di livelli impensabili di irresponsabilità anche Guglielmo Epifani. Mentre Giorgio Napolitano fa sapere che al suo rientro a Roma, domani, concorderà con Letta "l'incontro che le decisioni odierne rendono necessario".
La nota di Berlusconi. Ma a determinare l'accelerazione sono le parole di Berlusconi. "Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo - fa sapere l'ex premier nel tardo pomeriggio - a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani". E' questa formalmente la giustificazione della crisi: il mancato rinvio dell'aumento dell'Iva. "La decisione assunta ieri dal presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, di congelare l'attività di governo, determinando in questo modo l'aumento dell'Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto". Da qui la rottura. "Per queste ragioni, l'ultimatum lanciato dal Premier e dal Partito Democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile", sottolinea Berlusconi.
http://www.repubblica.it/politica/2013/09/28/news/berlusconi_no_ultimatum_letta-67472967/?ref=HREA-1
Re: Berlusconi ordina ai ministri PDL di dimettersi
Da "il Giornale.it" di oggi:
L'ex premier: "Ho deciso da solo nella notte perché gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi".
Poi aggiunge: "Per il bene del Paese, assicuriamo che in una settimana votiamo la cancellazione della rata Imu, la legge di stabilità purché non aumenti la pressione fiscale e la cancellazione dell’Iva. Poi torniamo al voto e vinceremo"
Tanti burattini ed un solo abile burattinaio, che esercita su di loro il ruolo di eterno padrino/padrone. Una sola monotona voce per tanti fedeli ascoltatori.
L'ex premier: "Ho deciso da solo nella notte perché gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi".
Poi aggiunge: "Per il bene del Paese, assicuriamo che in una settimana votiamo la cancellazione della rata Imu, la legge di stabilità purché non aumenti la pressione fiscale e la cancellazione dell’Iva. Poi torniamo al voto e vinceremo"
Tanti burattini ed un solo abile burattinaio, che esercita su di loro il ruolo di eterno padrino/padrone. Una sola monotona voce per tanti fedeli ascoltatori.
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