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Difesa integrata (ancora una volta)

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Messaggio Da ART- Lun Set 05, 2016 1:44 am

Per l'ennesima volta si torna a parlare di difesa integrata europea.
In questi giorni Mogherini ipotizza una "maggiore collaborazione nell’acquisto e nella gestione di equipaggiamento", di "condividere forze e mezzi" e di "un quartier generale operativo, permanente e non ad hoc per specifiche missioni".

Se, sottolineo se, questo progetto sarà realmente portato avanti avremo qualcosa di positivo, ma non dobbiamo farci illusioni sulla creazione di forze armate europee unificate perchè questo richiederebbe una volontà (e una modifica alla struttura complessiva dell'UE) di cui nell'attuale dirigenza degli stati non c'è quasi neanche ombra. Ovviamente i vari media complottisti addetti allo spargimento di merda, compresi quelli di propaganda filo-russa, hanno subito iniziato a lanciare allarmi su piani segreti per l'imminente creazione dell' "esercito europeo" o del "superstato europeo", come fanno periodicamente da una ventina d'anni, il che come sappiamo non è nient'altro che merda.

Si dice che il tentativo attuale venga fatto sulla scia del processo d'uscita della Gran Bretagna dall'UE, ma non mi sembra molto plausibile come ipotesi, in quanto si sarebbe potuto mettere in piedi qualcosa di concreto anche prima usando lo strumento della cooperazione rafforzata. Mi pare che questo sforzo di lor signori i governanti degli stati nel parlare di "difesa integrata" oggi derivi più dalle preoccupazioni sulla piega che prendono le cose in Ucraina e in generale sul comportamento della Russia.

Per ora si è fatto poco nel campo dell'integrazione militare. Di rilevante si possono citare oltre al celebre Eurocorps ( https://en.wikipedia.org/wiki/Eurocorps ) e unità affini, anche l'EATC ( https://en.wikipedia.org/wiki/European_Air_Transport_Command ), l'EUROMARFOR ( https://it.wikipedia.org/wiki/EUROMARFOR ), l'EDA ( https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_europea_per_la_difesa ) e lo SMEU ( https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_maggiore_dell%27Unione_europea ) che però sono relegati a ruoli secondari e/o di semplice consulenza. Siamo, e di questo passo rimarremo ancora per molto, ben lontani da quanto servirebbe per avere almeno una forma seria d'integrazione militare europea.


Ultima modifica di ART- il Mer Mag 24, 2017 2:44 am - modificato 2 volte.
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Messaggio Da ART- Sab Ott 01, 2016 5:32 pm

Per ora abbiamo nello specifico un accordo bilaterale franco-tedesco, per varie iniziative future, e di rilevante anche un accordo fra Germania e Paesi Bassi con cui si è deciso qualcosa di nuovo: l'integrazione permanente di alcune unità (un battaglione di marines tedeschi sarà integrato nella marina olandese e la 43a Brigata Meccanizzata olandese si integrerà con la 1a Divisione Carri tedesca).

A livello europeo complessivo, al di là della possibilità di cooperazione rafforzata che richiede almeno 9 stati, abbiamo l'idea già proposta in passato di attuare la cosiddetta "Schengen della difesa" fra i fondatori dell'Unione per procedere più in fretta verso una maggiore integrazione. Ad esempio verso una "Forza Europea Multinazionale" con una struttura propria di comando e un budget proprio, che in caso di accordo fra tutti i membri eseguirebbe missioni in nome dell'UE, volendo anche nell'ambito di quelle NATO e ONU.

La posizione specifica dell'Italia all'interno di questo quadro per ora è poco definita: proposte valide da parte nostra vengono avanzate, ma per passare ai fatti serve anche una credibilità che ora non abbiamo, perchè le risorse destinate al settore difesa sono scarse e quelle che ci sono mal distribuite, con troppi soldi per stipendi e funzioni esterne varie e troppo pochi per investimenti, addestramento ed acquisizione/ammodernameto di mezzi.
La verità è ben lontana dalle vaccate raccontate da certe parti politiche, in cui si crede o finge di credere che l'Italia sia lanciata in una costosa "corsa agli armamenti" con tanto di acquisto di mezzi inutili: per avere voce in capitolo occorrono forze armate messe decentemente per dotazioni e operatività, ma anche e soprattutto di un'attenzione seria per questo settore da parte dei governi.


Ultima modifica di ART- il Sab Ott 01, 2016 6:37 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Verci Sab Ott 01, 2016 6:15 pm

Mi sembrava di avertelo già chiesto, Art. Cmq sia, della Gendarmeria Europea cosa pensi? Mi pare che dopo un timido avvio, si sia bloccato tutto. O quasi. 
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Messaggio Da ART- Sab Ott 01, 2016 6:27 pm

No, è perfettamente funzionante ma molto piccola. 

E' vero, ne avevamo già parlato e ti avevo risposto qui:
https://areaforum.forumattivo.it/t563-ue-e-difesa
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Messaggio Da ART- Gio Nov 03, 2016 4:13 am

Ci sono segni concreti da parte francese e tedesca di voler cominciare finalmente ad attuare tutto quello che negli anni passati era rimasto lettera morta, belle dichiarazioni d'intenti a scopo d'immagine o elettorale. I punti principali per ora sono:


- Implementazione effettiva e bilaterale della PESCO, la collaborazione strutturata fra alcuni stati prevista dal Trattato di Lisbona e fin'ora mai attuata: in questo ambito rientrano anche le previste strutture permanenti di pianificazione ed esecuzione delle missioni operative. Inoltre l'Eurocorps sarà potenziato e messo a disposizione dell'UE.

- Proposta creazione di un Comando Medico Europeo per il supporto delle missioni dell'UE, e in generale per sviluppare l'interoperabilità dei servizi medici militari degli stati.

- Proposta costituzione di un Comando Logistico/Trasporto Europeo a partire dall'EATC.

- Offerta la messa in comune a livello UE delle capacità spaziali di osservazione terrestre (satelliti spia) dei futuri sistemi francese CSO e tedesco SARah, resti del defunto programma paneuropeo MUSIS, senza accenni al già esistente accordo bilaterale italo-francese di scambio di dati con i satelliti attuali.

- Proposta istituzione di una specie di accademia militare europea per la formazione degli ufficiali, a partire da una delle scuole già esistenti in Francia o Germania.

- Come già richiesto dall'Italia viene proposta la possibilità di finanziamento delle missioni direttamente dall'UE, soppiantando il sistema attuale in cui ogni partecipante paga i propri costi di missione.

- Approvati gli stanziamenti iniziali per un primo programma di ricerca militare finanziato direttamente dall'UE (90 milioni in 3 anni a partire dal 2019) e il lancio di un vero programma strategico nell'arco 2021-2027.



Nella speranza che tutto questo non sia il solito vigliacco bluff di tradizione nazionalista (si vedrà a partire dal Consiglio Europeo di dicembre) e prosegua senza intoppi, sarà bene per l'Italia darsi da fare per contribuire ed avere voce in capitolo nello sviluppo del progetto. Ovvero, se non vogliamo fare quelli di serie B con ruolo di secondo piano nella faccenda, ci vogliono immediatamente attenzione seria al settore difesa e sgancio delle necessarie risorse economiche.
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Messaggio Da Erasmus Ven Nov 04, 2016 12:04 am

ART- ha scritto:]...] Nella speranza che tutto questo non sia il solito vigliacco bluff di tradizione nazionalista (si vedrà a partire dal Consiglio Europeo di dicembre) e prosegua senza intoppi ,,,
Come si dce: «Campa cavallo ché l'erba cresce!»
ART: mi sembri troppo  ingenuo.

Cosa vuol dire "Franaia e Germania"? Speri in un miracolo che trasformi Hollande e la Merkel?
Da Hollande non ho mai sperato niente di buono. Dalla Merkel ... proprio tu non hai da sperare granché! 

Semmai, potrà esserci una particolare intesa tra Francia e Germania nell'affrontare insieme .... magari  la fabbricazione e la vendita di armi moderne (anche se dette ancora "convenzionali") e il collaudarle pure  in qualche avventura spacciata per soccorso di  chi combatte per la salvaguardia di diritti umani inalienabili.

Insomma: ridurre le spese collaborando in sinergia.
Qualcosa  che potrebbero fare anche se non esistesse affatto l'Unione Europea. 
[E che c'entra questo con l'integrazione della difesa europea?]

Non ci credo più al "federalismo graduale"!  «C'era una volta, or non c'è più!»
Ora c'è la stasi totale (a parte parole e parole ... spesso anche contraddittorie –un colpo alla botte e un colpo al cerchio–).

Qua, ci vorrebbe solo una rivoluzione "federalista".
L'occasione prima o poi ci sarà perché, così come è, l'Europa cadrà sempre più in basso fino ad implodere. Ma non è detto che l'occasione sarà colta con successo.
Nella storia passata ci sono state civiltà nettamente superiori alle vicine ma successivamente scomparse, travolte, annichilite.
Ho paura che così succederà anche all'Europa.

A meno che non salti fuori un qualche "Napoleone" che faccia esplodere appunto una rivoluzione federalista (prima culturale, e di conseguenza poi anche  istituzionale). Rivoluzione perché saranno ribaltate le "sovranità" nazionali a favore di una "sovranità" federale super partes.
Non si tratta né di pessimismo (nel caso in cui l'occasione rivoluzionaria non sia colta con successo) né di utopia (nel presagire una futura Unione Federale Europea). Si tratta solo di valutare le uniche possibili alternative alla lunga: o la dissoluzione (non solo dell'Unione Europea, ma dell'Europa stessa rimasta frammentata, prima come peso  politico,  poi come peso economico e infine come peso culturale) oppure il rilancio con il salto di qualità dell'integrazione politica di tipo federale.
–––
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Ultima modifica di Erasmus il Ven Nov 04, 2016 11:37 am - modificato 1 volta.

_________________
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«NO a nuovi trattati intergovernativi!»
«SI' alla "Costituzione Europea" federale, democratica e trasparente!»
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Messaggio Da ART- Ven Nov 04, 2016 2:26 am

Erasmus ha scritto:
ART: mi sembri troppo  ingenuo.

Cosa vuol dire "Francia e Germania"? Speri in un miracolo che trasformi Hollande e la Merkel?

Non spero in nessun miracolo, infatti come ho anche specificato nel mio primo post:

ART- ha scritto:Se, sottolineo se, questo progetto sarà realmente portato avanti avremo qualcosa di positivo, ma non dobbiamo farci illusioni sulla creazione di forze armate europee unificate perchè questo richiederebbe una volontà (e una modifica alla struttura complessiva dell'UE) di cui nell'attuale dirigenza degli stati non c'è quasi neanche ombra.




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Messaggio Da ART- Sab Mag 20, 2017 1:40 am

Macron ha messo come ministra della difesa Sylvie Goulard, uno dei fondatori dell'intergruppo federalista del Parlamento europeo, che è una mossa notevole. Dato che Francia e Gran Bretagna sono i due stati che in UE dedicano maggiormente attenzione e risorse al settore difesa, tempo fa si erano accordati per una collaborazione bilaterale più stretta: avere qualcuno come Goulard alla difesa in Francia indica volontà di provare almeno a cambiare rotta rispetto all'immobilismo quasi totale dell'ultimo decennio, sviluppando nei limiti del possibile una vera dimensione europea della difesa.

Come ho detto nei precedenti post secondo me questo non significherà quasi certamente arrivare a breve termine a una "federalizzazione" del settore difesa in UE, perchè per poterlo ipotizzare seriamente servirebbe una determinazione simile almeno anche in Germania, cosa che attualmente non si vede proprio. Nonostante questo è comunque non solo positivo ma anche importante cominciare a darsi seriamente da fare per sviluppare una "Europa della difesa" oggi allo stato embrionale. Importante anche perchè dal punto di vista puramente militare l'UE attuale ha in proporzione una statura molto più bassa di quella che avrebbe con forze armate uniche... in un campo in cui noi europei abbiamo un enorme bisogno di potenziarci. Basta pensare anche solo a chi abbiamo ai nostri confini. 

Quanto all'opposizione al progetto abbiamo il solito circo eurofobo, la cui linea attuale è che un "esercito europeo" sarebbe in sostanza un dotare la Germania del dominio militare sull'Europa (nelle versioni più psycho del concetto addirittura un fornire alla Germania anche "l'atomica"), mentre fino a qualche anno fa era che la creazione dell' "esercito europeo" avrebbe fornito a "Bruxelles" il completo dominio sui poveri, innocenti stati-schiavi. Naturalmente si tratta delle solite caxxate senza logica, perchè anche se come per magia si riuscisse a breve a fondare qualcosa di simile a forze armate europee uniche il loro utilizzo sarebbe comunque vincolato all'unanimità o almeno alla maggioranza qualificata degli stati. Come sempre un buon segno sarà l'eventuale ricomparsa nelle dichiarazioni politiche degli esponenti antieuropeisti e sui media russi di propaganda/disinformazione all'estero dei tradizionali allarmi su complotti segreti per mettere in piedi eserciti europei e superstati europei.
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Messaggio Da Condor Dom Mag 21, 2017 9:04 am

ART- ha scritto:
Quanto all'opposizione al progetto abbiamo il solito circo eurofobo, la cui linea attuale è che un "esercito europeo" sarebbe in sostanza un dotare la Germania del dominio militare sull'Europa (nelle versioni più psycho del concetto addirittura un fornire alla Germania anche "l'atomica"), mentre fino a qualche anno fa era che la creazione dell' "esercito europeo" avrebbe fornito a "Bruxelles" il completo dominio sui poveri, innocenti stati-schiavi. Naturalmente si tratta delle solite caxxate senza logica, perchè anche se come per magia si riuscisse a breve a fondare qualcosa di simile a forze armate europee uniche il loro utilizzo sarebbe comunque vincolato all'unanimità o almeno alla maggioranza qualificata degli stati. Come sempre un buon segno sarà l'eventuale ricomparsa nelle dichiarazioni politiche degli esponenti antieuropeisti e sui media russi di propaganda/disinformazione all'estero dei tradizionali allarmi su complotti segreti per mettere in piedi eserciti europei e superstati europei.
Rispondo a questa parte del tuo intervento perché immagino ci siano impliciti riferimenti al mio modo di vedere la questione esercito unico europeo.
Personalmente non ho mai parlato di dominio militare della Germania sull'Europa, se si adottasse l'irrazionale progetto militare da te auspicato.
Facendo apparire l'unione della difesa militare europea come cosa buona e giusta, allo stato attuale, senza aver prima discusso di altre politiche comuni molto più necessarie della difesa, sarebbe come concedere alla Germania ulteriore motivo di imporre agende economiche ai restanti stati dell'Unione. Abbiamo già visto come si è comportata la Germania dopo la crisi del 2008 nei confronti dei paesi periferici dell'Unione. Mario Monti è stato scelto a guidare il governo italiano nel 2011 non per desiderio degli italiani ma perché gradito alla Merkel.
Parli di logica. In quale lingua dovrebbero comunicare i militari del futuro esercito unico? Forse in inglese? Proprio nella lingua di chi è uscito dall'Unione sbattendo la porta?
Non sarebbe più logico affrontare il discorso della lingua, prima di parlare di esercito unico? Il mio eurorazionalismo mi porta a ragionare in tal modo.
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Messaggio Da ART- Dom Mag 21, 2017 4:05 pm

Condor ha scritto:Rispondo a questa parte del tuo intervento perché immagino ci siano impliciti riferimenti al mio modo di vedere la questione esercito unico europeo.

Non mi riferisco a te personalmente e direttamente, dato che il tuo modo di vedere la questione è quello standard della parte a cui appartieni adesso.

Condor ha scritto:Personalmente non ho mai parlato di dominio militare della Germania sull'Europa, se si adottasse l'irrazionale progetto militare da te auspicato. Facendo apparire l'unione della difesa militare europea come cosa buona e giusta, allo stato attuale, senza aver prima discusso di altre politiche comuni molto più necessarie della difesa, sarebbe come concedere alla Germania ulteriore motivo di imporre agende economiche ai restanti stati dell'Unione. Abbiamo già visto come si è comportata la Germania dopo la crisi del 2008 nei confronti dei paesi periferici dell'Unione. Mario Monti è stato scelto a guidare il governo italiano nel 2011 non per desiderio degli italiani ma perché gradito alla Merkel.

Spiacente, ma non ho tempo da perdere con irrazionali paranoie complottiste. La difesa non da poco è una delle più necessarie politiche comuni che ci siano da fare, ma nonostante questo ho già specificato che tutte le paure di Germania che impone qualcosa sfruttando l' "esercito europeo" non esistono neanche ipoteticamente, perchè è la Germania stessa (di Merkel) a non voler sentir parlare di eserciti europei.

Condor ha scritto:Parli di logica. In quale lingua dovrebbero comunicare i militari del futuro esercito unico? Forse in inglese? Proprio nella lingua di chi è uscito dall'Unione sbattendo la porta?
Non sarebbe più logico affrontare il discorso della lingua, prima di parlare di esercito unico?


Negli eserciti dei paesi multilingue le unità minori sono monolingui. Naturalmente l'idioma comune per il coordinamento a livello superiore sarebbe l'inglese, de facto ufficiale della NATO e uno ufficiale dell'UE anche senza la Gran Bretagna.

Condor ha scritto:Il mio eurorazionalismo mi porta a ragionare in tal modo.

Il razionalismo, euro o non euro, l'hai salutato da un bel pezzo.
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Messaggio Da Condor Dom Mag 21, 2017 6:40 pm

ART- ha scritto: 
Spiacente, ma non ho tempo da perdere con irrazionali paranoie complottiste. La difesa non da poco è una delle più necessarie politiche comuni che ci siano da fare, ma nonostante questo ho già specificato che tutte le paure di Germania che impone qualcosa sfruttando l' "esercito europeo" non esistono neanche ipoteticamente, perchè è la Germania stessa (di Merkel) a non voler sentir parlare di eserciti europei.

 

La Germania propone di creare l’unico esercito europeo

La Germania propone all'UE di continuare il lavoro per la creazione di un esercito europeo unificato. Questo scrive l'edizione americana del Financial Times. Secondo gli americani i tedeschi lanciano questa iniziativa nel luglio di quest’anno. I tedeschi hanno offerto di creare l’unico stato maggiore europeo e il Consiglio dei Ministri della difesa dell'UE. Inoltre i paesi dell'UE dovranno stabilire meccanismi di co-produzione e l'uso di attrezzature militari. Un altro importante problema è la cooperazione dell’UE nel campo della sicurezza informatica.

FONTE http://katehon.com/it/agenda/la-germania-propone-di-creare-lunico-esercito-europeo

__________________________________________________________________________________________________

La notizia è stata diffusa da altri autorevoli giornali oltre al Financial Times, per non parlare della pagliacciata renziana sulla nostra nave Garibaldi. Incontro in cui si è parlato dei programmati incontri di Bratislava che vertevano soprattutto sull'adozione dell'esercito unico europeo.
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Messaggio Da Epoch Lun Mag 22, 2017 9:13 am

Condor ha scritto:
Parli di logica. In quale lingua dovrebbero comunicare i militari del futuro esercito unico? Forse in inglese? Proprio nella lingua di chi è uscito dall'Unione sbattendo la porta?
Non sarebbe più logico affrontare il discorso della lingua, prima di parlare di esercito unico? Il mio eurorazionalismo mi porta a ragionare in tal modo.


Questo argomento mi attira molto...
A livello internazionale quante lingue "importanti" possiamo contare?

*)Inglese
*)Francese
*)Russo
*)Cinese
*)Arabo

Quindi, senza UK, forse un candidato potrebbe essere proprio il Francese, che è anche la lingua in cui vengono redatti gli atti ufficiali della UE (almeno così mi hanno detto).

Ma comunque, l'inglese è ormai penetrato talmente profondamente in tutti i settori, che vedo difficile tornare indietro.

Poi, con il tempo, tutto è possibile, anche l'itroduzione a livello europeo, di una neolingua, tipo l'Esperanto o l'Interlingua.
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Messaggio Da Verci Mar Mag 23, 2017 12:33 am

Epoch ha scritto:
Poi, con il tempo, tutto è possibile, anche l'itroduzione a livello europeo, di una neolingua, tipo l'Esperanto o l'Interlingua.
Mah, quelle dell'esperanto pare tanto un'idea nata da una buona intenzione, ma che il tempo ha inesorabilmente condannato al dimenticatoio. Ormai l'inglese è diventata la seconda lingua più diffusa in tutte le nazioni, escluse ovviamente quelle anglofone. E i giovani la masticano e l'apprezzano molto più di quanto non facessero solo venti o trenta anni fa.  
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Messaggio Da Condor Mar Mag 23, 2017 3:32 am

Se dunque l'Inglese deve essere la lingua per le comunicazioni militari, che divenga tale lingua quella ufficiale all'interno di ogni nazione della UE; utilizzando le lingue nazionali come semplici dialetti fino all'estinzione degli stessi .
Chi sarà capace di far capire ai popoli d'Europa che una lingua unica ufficiale tende ad allontanare l'Uomo dall'imbarbarimento?
E allora non sarebbe il caso di parlare di lingua unica (l'Inglese) prima di discutere di esercito unico?

Come la società, così anche la lingua fa progressi coll’estensione: e la lingua di un piccolo popolo, è sempre rozza, povera, e bambina balbettante, se non in quanto ella può essere influita dal commercio coi forestieri, che è fuori anzi contro il caso. Si vede dunque che la natura coll’impedire l’estensione di una lingua uniforme, ne ha voluto anche impedire il perfezionamento, anzi anche la semplice maturità o giovanezza. Da ciò segue che la lingua destinata dalla natura primitivamente e sostanzialmente agli uomini, era una lingua di ristrettissime facoltà, e quindi di ristrettissima influenza. Dunque segue che essendo la lingua l’istrumento principale della società, la società destinata agli uomini dalla natura, era una società di pochissima influenza, una società lassa, e non capace di corromperli, una società poco maggiore di quella ch’esiste fra i bruti, come ho detto in altri pensieri.

da lo Zibaldone di Giacomo Leopardi
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Messaggio Da Epoch Mar Mag 23, 2017 10:08 am

Verci ha scritto:
Mah, quelle dell'esperanto pare tanto un'idea nata da una buona intenzione, ma che il tempo ha inesorabilmente condannato al dimenticatoio. Ormai l'inglese è diventata la seconda lingua più diffusa in tutte le nazioni, escluse ovviamente quelle anglofone. E i giovani la masticano e l'apprezzano molto più di quanto non facessero solo venti o trenta anni fa.  

Certo, ma come tutte le lingue anche l'Inglese è in evoluzione, l'Ingelese odierno, coma anche l'Italiano è molto diverso da quello di 100 anni fa.
Come saranno le lingue Europee tra 100 Anni?

Sicuramente una maggiore integrazione porterà ad amplificare questi cambiamenti, in che direzione non saprei dire.
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Messaggio Da ART- Mar Mag 23, 2017 8:48 pm

Vi invito a non perdere tempo in chiacchiere accademiche riguardanti la lingua di lavoro per ipotetiche forze armate europee: esiste già ed è l'inglese, che piaccia o meno.

Quello di cui abbiamo bisogno e di cui dovremmo discutere è che una buona volta si cominci seriamente a pensare alla creazione di una politica e una struttura europea in campo militare, che vada oltre il pur importante principio dell'articolo 42 del Trattato di Lisbona (*) (il quale pur prevedendo l'obbligo di reciproco soccorso fra gli stati non menziona direttamente l'uso della forza militare), le strutture solo embrionali di comando unificato a livello europeo e i piccoli corpi multistatali non sempre permanenti.

Una buona idea per iniziare secondo me sarebbe il rafforzamento e l'allargamento dell'Eurocorps, un corpo permanente a livello di brigata (in caso d'emergenza teoricamente ampliabile a quello di corpo d'armata) composto da unità degli eserciti di Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Spagna, che in tempo di pace rimangono sotto controllo degli stati mentre in situazione d'emergenza passano sotto un comando unificato, il tutto operativo dal 1995. Altri stati (fra cui l'Italia) sono membri associati, cioè hanno stabilito una collaborazione non necessariamente permanente pur non facendone parte. Il nucleo principale dell'Eurocorps è la Brigata franco-tedesca, il primo corpo multistatale permanente creato in ambito europeo, operativa dal 1989.

Questo per limitarci all'esempio delle forze di terra, ma è necessario darsi da fare anche per quelle del mare e dell'aria, dove già esistono esempi di unità composite simili (vedere i links nel mio primo post).

Allora, che ve ne pare?


(stemma dell'Eurocorps)

Difesa integrata (ancora una volta) 203px-Eurocorps_CoA.svg


(*) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:12012M042&from=IT

Il passo più importante è il   7. Qualora uno Stato membro subisca un'aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri.
_______________________________________________________________________________________________________________________


P.S.
Condor ha scritto:La notizia è stata diffusa da altri autorevoli giornali oltre al Financial Times, per non parlare della pagliacciata renziana sulla nostra nave Garibaldi. Incontro in cui si è parlato dei programmati incontri di Bratislava che vertevano soprattutto sull'adozione dell'esercito unico europeo.
E poi mi dici che non hai simpatie per la Merkel! Difesa integrata (ancora una volta) 322852992

Vedo che non hai ancora capito che quella ***** nazionalista di Angela Merkel è esperta nel blaterare e nel promettere, come tutti i suoi pari, ma quando arriva l'ora di agire fa presente con chiarezza il suo vero pensiero. Se davvero fosse convinta che servono forze armate uniche europee non avrebbe di certo aspettato il suo TERZO (se non QUARTO) mandato per darsi da fare in tal senso.
Vedo pure che mi rivolgi di nuovo la contorta accusa di avere simpatie per Merkel: mi chiedo, e penso non solo io, se ci sei o ci fai. In ogni caso queste provocazioni cominciano a stancarmi.
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Messaggio Da ART- Ven Giu 23, 2017 7:55 pm

Il Consiglio europeo di ieri ha confermato quanto proposto in passato e si è stabilito che entro tre mesi sarà definita una lista comune di criteri e impegni vincolanti, in modo che chi vuol partecipare al sistema di cooperazione potrà farlo su basi concrete. Inoltre si è deciso di creare altri battlegroups europei (*) oltre quelli già esistenti (come ad esempio la Multinational Land Force italo-sloveno-ungherese o lo Spanish-Italian Amphibious Battlegroup, per citarne due di quelli in cui è coinvolta anche l'Italia).

Non abbiamo ancora quello che ci serve per parlare seriamente di "difesa europea" ma abbiamo un segno tangibile della volontà di avviare un processo per arrivarci. Come sa bene chi conosce la storia dell'integrazione europea, quanto tempo richiederà questo processo e a che livello arriverà è impossibile da dire, ma almeno adesso - salvo imprevisti - abbiamo in mano un progetto da portare avanti dopo anni preziosi persi ad abbaiare.

I toni trionfalisti sono esagerati, ma abbiamo cominciato a marciare: forse siamo davvero allo storico inizio dell'integrazione europea anche in campo militare.


(*) Gli EU battlegroups sono unità terrestri autosufficienti, in genere a livello intermedio fra battaglione e brigata, composte da sotto-unità provenienti dagli eserciti due o più stati (non sempre tutti dell'UE o della NATO). I membri fanno regolari esercitazioni congiunte e i battlegoups possono essere messi a richiesta a disposizione dell'UE in tempi brevi. Agiscono sotto un comando comune a rotazione e pur non avendo divise comuni hanno stemmi comuni, sfoggiati anche su uniformi e mezzi: potremmo considerarle in qualche modo le unità componenti di un ancora inesistente esercito europeo.
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Difesa integrata (ancora una volta) Empty Re: Difesa integrata (ancora una volta)

Messaggio Da Erasmus Dom Giu 25, 2017 12:29 pm

ART- ha scritto:Il Consiglio europeo di ieri [...].
Contribuisco anch'io q questo thread ... al mio solito modo, cioè riportando informazioni che mi arrivano dalla mailing-list del MFE.
––––––––––
Da: Roberto Castaldi <...>
Oggetto: [Forum MFE-GFE] Difesa europea
Data: 24 giugno 2017
A: MFE < mfe@yahoogroups.com >

Cari amici,
È uscito oggi su alcuni giornali locali del Gruppo Espresso un mio commento sul Consiglio Europeo e in particolare sulle decisioni prese rispetto al tema della difesa europea.

Trovate di seguito il testo. È possibile che domani esca in alcuni altri giornali locali del Gruppo.
[...]

Il Consiglio Europeo – la riunione dei Capi di Stato e di governo degli Stati dell’UE – svoltosi a Bruxelles potrebbe passare alla storia come l’avvio della difesa europea. Ha approvato la proposta della Commissione di un Fondo Europeo per la Difesa e deciso di avviare una Cooperazione Strutturata Permanente sulla Difesa: uno strumento mai utilizzato prima.

Il Fondo Europeo per la Difesa investirà ogni anno 90 milioni sulla ricerca, e 500 milioni come co-finanziamento del 20% (30% per i progetti realizzati nel quadro della cooperazione strutturata permanente) per l’implementazione industriale. Dal 2020 in poi il Fondo disporrà di 500 milioni per la ricerca e 1 miliardo per il co-finanziamento dell’implementazione industriale, mobilitando circa 5,5 miliardi complessivi l’anno. Nella prospettiva di una difesa europea è clamorosamente miope la scelta italiana di pochi giorni fa di acquistare altri 17 F-35 americani, portando a 32 il numero di aerei acquistati tra il 2014 e il 2020, mentre esistono diverse opzioni di caccia europei.

La cooperazione strutturata permanente permette a un gruppo di Paesi con elevate capacità in materia di difesa di integrarsi maggiormente. L’accordo raggiunto prevede di definire in 3 mesi i criteri in termini di capacità e gli obiettivi specifici della cooperazione strutturata, in base ai quali gli Stati potranno aderirvi. Bisognerà attendere per poter valutare pienamente la portata di questa iniziativa. In ogni caso si rompe il tabù sull’integrazione della difesa che durava dalla caduta del progetto della Comunità Europea di Difesa nel 1954, e si utilizza uno strumento finora rimasto nel cassetto per mancanza di volontà politica.

Questa accelerazione è il frutto della Brexit e della vittoria di Macron in Francia. Il Regno Unito si era sempre opposto alla difesa europea. Ora non è in grado di porre il suo veto. La Francia ha sempre oscillato tra la cooperazione militare bilaterale con la Gran Bretagna – l’altra potenza nucleare europea e con un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU – e la scelta della difesa europea. In tempi normali sceglieva la prima, quando si manifestavano significative divergenze con gli USA - e il Regno Unito si schierava sistematicamente con loro - la Francia optava per la cooperazione europea, ma sempre senza accettare una condivisione della sovranità in campo militare. La Brexit toglie alla Francia sia l’opzione della cooperazione bilaterale, che la potenziale concorrenza britannica per la leadership sulla difesa europea. Si vedrà quanto Macron sarà disposto a spingersi verso una difesa europea integrata che il contesto geopolitico rende urgente.

I governi hanno opportunamente chiesto alle compagnie del web di aiutare nella lotta contro la radicalizzazione e il terrorismo islamico. Ma servirebbero anche un’intelligence e una procura anti-terrorismo europei.

Tra i temi in discussione anche l’economia, su cui le decisioni cruciali sulla riforma dell’Eurozona arriveranno dopo le elezioni tedesche e italiane; il prolungamento delle sanzioni alla Russia per l’annessione della Crimea e il mancato rispetto degli accordi di Minsk sull’Ucraina; i migranti e gli investimenti europei in Africa e Medio Oriente per contenere i flussi. La difesa europea è cruciale in tutto questo. Da un lato per garantire la sicurezza dei Paesi orientali dell’UE di fronte alla minaccia russa. Dall’altro per ristabilire la sicurezza nei Paesi di transito e provenienza dei rifugiati. Altrimenti i fondi inviati finirebbero per alimentare le guerre civili in corso e quindi i flussi. Il Piano Marshall americano infatti prevedeva sia investimenti che basi militari americane, garanzia della stabilità politica degli Stati riceventi.

Un primo passo verso la difesa europea è stato fatto. Bisogna che ne seguano altri, e anche sulla riforma dell’Eurozona verso un’unione politica dotata di un governo federale.

@RobertoCastaldi
------------------------
La possibilità che alcuni paesi si mettano a collaborare "permanentemente" (e in particolare in materia strategico-militare, argomento espressamente vietato dal Trattato di Nizza in ambito di "Cooperazioni Rafforzate" – "Enhanced Cooperations" – è stabilita nell'ultimo trattato in vigore, cioè nel "Trattato di Riforma", più noto come "Trattato di Lisbona".

A proposito, metto il link ad una pagina di EUR – Lex (pure segnalatami dalla detta mailing-list del MFE) che spiega cos'è una "Cooperazione Strutturata Permanente"
––> Cooperazione strutturata permanente (Permanent structured cooperation)
–––
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Messaggio Da ART- Lun Lug 03, 2017 7:12 pm

ART- ha scritto:Come sempre un buon segno sarà l'eventuale ricomparsa nelle dichiarazioni politiche degli esponenti antieuropeisti e sui media russi di propaganda/disinformazione all'estero dei tradizionali allarmi su complotti segreti per mettere in piedi eserciti europei e superstati europei.

E' ancora presto per le valutazioni, ma sondando gli ultimi articoli on line dei media russi addetti alla PSYOP (guerra psicologica di propaganda) antieuropeista / filorussa sta emergendo ultimamente una posizione "interessante". Anche se, ovviamente, un rafforzamento militare europeo che possa potenzialmente portare all'istituzione di forze armate uniche è visto con molta preoccupazione dalla Russa, di recente pare volersi sollevare il dubbio che il processo di rafforzamento sarebbe utile per indebolire o addirittura arrivare presto o tardi allo scioglimento della NATO, che resta comunque il nemico n°1 dell'azione russa nei riguardi dell'ovest.
L'idea non è nuova, ma se fosse effettivamente adottata dalla Russia come tattica anti-USA in futuro potremmo paradossalmente avere una sempre utile mancanza di sostegno russo alla massa di simpatizzanti e quinte colonne fascio-complottiste in UE nelle loro battaglie contro l'unità e l'indipendenza dell'UE in campo militare.
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Messaggio Da ART- Lun Nov 26, 2018 2:45 am

Il Consiglio Affari Esteri UE del 19 novembre ha approvato il secondo pacchetto di progetti di cooperazione militare nel quadro della PESCO (Permanent Strucruted Cooperation), con 17 progetti che si aggiungono a quelli già lanciati.

Rilevanti sono soprattutto quelli nel campo dei velivoli senza pilota e quelli in campo spaziale, come l'EU Radio Navigation Solution, che punta a sviluppare le capacità militari della nuova costellazione GPS europea Galileo (erroneamente spesso considerata solo civile), e un altro a guida italiana e supporto francese che punta a sviluppare una “autonomous, sovereign, EU military Space Situational Awareness capability”, per la protezione dei servizi spaziali degli stati UE.

Non siamo ad avvi del progetto di forze armate europee auspicati ogni tanto a livello politico, ma è certo che in UE l'impegno nella collaborazione militare sta raggiungendo livelli mai visti prima. A suo modo il settore militare è una specie di "isola felice" nel deprimente quadro generale di oggi.
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