Jürgen Habermas: Sviluppo dell'UE in una democrazia "transnazionale"
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Jürgen Habermas: Sviluppo dell'UE in una democrazia "transnazionale"
Istintivamente, l'aggettivo "transnazionale" mi sta antipatico. Mi richiama la presunzione dei radicali nostrani che pretendevano di aver fondato una specie di partito "transnazionale", con una visione piuttosto confusa di quali prospettive politiche effettive e realistiche sarebbero state il futuro dell'Europa. Sarà forse perché nell'uso di questa parola continuo a vedere il "tabù" idiota nei riguardi del vero appropriato vocabolo ["rivoluzionario" rispetto alla storia dell'era moderna]: FEDERALISMO.
E continuo a pensare che questo "tabù" sia il frutto della difesa dello spazio di potere e di privilegi conquistato dalle partitocrazie "nazionali" ubiquitarie in tutta Europa.
Eppure, non c'è nulla di più "culturalmente" europeo del concetto stesso di "federalismo". C'è forse bisogno di ricordare ai nostri politicanti il saggio di Immanuel Kant “Zum ewigen Friden (1795) o il fatto che il federalismo è nato e si è sviluppato in secoli di storia europea nella europeissima Svizzera accerchiata (e probabilmente proprio per questo) dall'assolutismo dei "moderni" stati "nazionali"?
Merita comunque attenzione quest'ultimo saggio di Habermas, il filosofo "maestro" del federalista Joschka Fischer, ormai messo in disparte dall'invadente successo politico della democristiana Angela Merkel.
–––> Democracy in Europe
Sottotitolo: «Why the development of European Union into a transnational democracy is necessary and why it is possible ».["Perché lo sviluppo dell'UE in una democrazia transnazionale è necessario e perché esso è possibile"].
La sostanza del saggio di Habermas non è che ... "moneta corrente e pane comune" per i federalisti europei: o l'Europa diventa federale ("Stati Uniti d'Europa", appunto) o ... te salüdi! (come dicono a Milano, per sottolineare che qualcosa non conta più niente).
Buona lettura!
E continuo a pensare che questo "tabù" sia il frutto della difesa dello spazio di potere e di privilegi conquistato dalle partitocrazie "nazionali" ubiquitarie in tutta Europa.
Eppure, non c'è nulla di più "culturalmente" europeo del concetto stesso di "federalismo". C'è forse bisogno di ricordare ai nostri politicanti il saggio di Immanuel Kant “Zum ewigen Friden (1795) o il fatto che il federalismo è nato e si è sviluppato in secoli di storia europea nella europeissima Svizzera accerchiata (e probabilmente proprio per questo) dall'assolutismo dei "moderni" stati "nazionali"?
Merita comunque attenzione quest'ultimo saggio di Habermas, il filosofo "maestro" del federalista Joschka Fischer, ormai messo in disparte dall'invadente successo politico della democristiana Angela Merkel.
–––> Democracy in Europe
Sottotitolo: «Why the development of European Union into a transnational democracy is necessary and why it is possible ».["Perché lo sviluppo dell'UE in una democrazia transnazionale è necessario e perché esso è possibile"].
La sostanza del saggio di Habermas non è che ... "moneta corrente e pane comune" per i federalisti europei: o l'Europa diventa federale ("Stati Uniti d'Europa", appunto) o ... te salüdi! (come dicono a Milano, per sottolineare che qualcosa non conta più niente).
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