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Discussioni "dotte" tra Pazza d'Acerra e tessa. Chiunque puo' partecipare.

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Messaggio Da tessa Ven Set 16, 2022 2:19 pm

Quindi , cara sig.ra Pazza mi sposto qui per continuare le nostre "dotte" discussioni, in realta' tu ti eri presentata nella casella giusta
ma poi siamo rimaste a parlare li', molto poco a dire il vero, per vari accadimenti successi. Mi hai detto che non ti va di parlare ora di Shakespeare e vorresti passare a Tacito. Va bene, io una volta parlai di questo grande storico sul web, chissa' quando e chissa' dove. Discussioni "dotte" tra  Pazza d'Acerra e tessa. Chiunque puo' partecipare. Empty
Allora: le opere principali di Tacito ci sono pervenute attraverso

1) Il Codice Mediceo II (sec XIV)
2) Codice di Hersfeld (XVI sec)
3)Il Codice Mediceo I (XVI sec)


Tacito é un poeta della Storia, un arguto oratore asiano, non solo ma é anche un profondo studioso della psiche umana
e scoperse il "sottosuolo" molto prima di Dostoevskij e di Freud.
Si batté contro la corruzione 
 ma la sua vita 
non fu tutta scolpita in una pietra di diaspro cristallino.

Parleremo qui, dagli Annales, della morte di Agrippina Minore, di lignaggio purissimo, essendo la nipote di Augusto.


Ultima modifica di tessa il Ven Set 23, 2022 5:23 pm - modificato 2 volte.
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Messaggio Da tessa Dom Set 18, 2022 2:30 pm

Sposò la figlia 13 enne del potentissimo Gn Giulio Agricola, conquistatore  della Britannia , ed ebbe un cursus honorum rapido fino alle cariche di pretore, di questore,  ma con la morte del suocero sul trono d'Egitto sali' un re che non conosceva Giuseppe...e la sua scalata politica per un certo tempo si arrestò bruscamente
Le Historiae e gli Annales ci sono giunti tramite i Codici Medicei.
Tacito vedeva la squallida corruzione del regime imperiale che raggiunse il culmine sotto Domiziano
 e si scaglio' contro di essa. Senz'altro anche Spinoza avrà letto, studiato ed amato Tacito quando scrisse il suo " Trattato teologico politico", uno dei libri di filosofia piu' belli che siano mai scritti al mondo.

Lascio la parola a Tacito (libro 1-2 Annales

 Oramai essendo caduti Bruto e Cassio, la repubblica non aveva piu' eserciti, e siccome Pompeo
era stato disfatto in Sicilia, Lepido spodestato e Antonio ucciso, al partito cesariano non era rimasto 
nessun capo tranne Ottaviano. Questi, allora, deposto il titolo di triumviro, presentandosi come console, 
e ritenendosi soddisfatto del potere di tribuno per difendere la plebe, quando si fu assicurato con donativi 
il favore dei soldati, il popolo con la distribuzione di grano, e tutti con la dolcezza della pace, cominciò a poco a poco
ad accrescere la sua potenza ed ad attirare su di sè le prerogative del senato, dei magistrati e delle leggi. Nè alcuno
si levava ad ostacolarlo, dato che gli oppositori piu' fieri erano caduti sul campo di battaglia, o erano stati esiliati, 
e quelli dei nobili che restavano tanto più disposti a chinare il capo, quanto più venivano portati in alto con ricchezze
e cariche, sicchè trovandosi essi in cresta all'onda del nuovo stato, al passato, pieno di pericoli, preferivano il presente
e la sicurezza. D'altronde neanche le province vedevano di mal occhio questo stato di cose perché oramai era diventata sospetta l'autorita' del senato.

Agrippina Minore, chi era costei.

Figlia di Agrippina Maggiore e di Germanico, moglie dell'imperatore Claudio ebbero ben 9 figli, almeno 3 morti in giovane eta'.Era lei che comandava a Roma 
e non c'era il femminile di princeps. Voleva imporre sul trono Nerone da lei avuto da un precedente matrimonio
che aveva sposato Ottavia, gradita alla madre, aveva per amante la liberta Atte, gradita alla madre, ma poi si invaghì di Poppea
e divorzio' per sposarla, La madre non volle e Nerone e il liberto Aniceto studiarono un piano per ucciderla, ella aveva una villa a Baia, nella Campania Felix , come tutti i nobili romani, e Nerone e Aniceto decisero di caricare la nave di un sacco di piombo in modo che affondasse. Abbiamo vari racconti qui, Tacito piu veritiero, Svetonio piu' attento al gossip.
La nave affondò ma Agrippina si salvò a nuoto, era molto energica questa donna, e la professoressa di latino ci faceva notare come Tacito descrive la scena, la gente del luogo sa che la nave di Agrippina era affondata, si precipita fuori con imbarcazioni, 
, senza nulla, con torce e lanterne nell'acqua nella speranza di salvarla, poi sanno che é salva ed é nella sua villa, e c'è un grido di giubilo da parte di tutti questi pescatori. Cio' mi fa ricordare le scene del TG che facevano vedere dei migranti morti sulla spiaggia e una tizia che faceva jogging di prima mattina saltellando tra di essi. Come é triste l'animo umano
Poi Aniceto va nella villa e uccide Agrippina con trenta pugnalate. Svetonio dice che Nerone indugio' sul corpo nudo , ancor bello, della madre, Tacito non lo dice.

Penso che la dottoressa Pazza voglia aggiungere qualcosa, data la sua immensa cultura.


Ultima modifica di tessa il Ven Set 30, 2022 8:54 am - modificato 4 volte. (Motivazione : i)
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Messaggio Da Pazza di Acerra Gio Set 29, 2022 8:56 pm

Stasera sto un po' sul generale perché ho la casa in totale disordine e non riesco a trovare gli Annales. Mi devo quindi limitare a qualche considerazione generale su Tacito. Egli promette di scrivere "sine ira et studio", ovvero senza animosità e pregiudizi e, anche se non sempre riesce a mantenere questo lodevole proponimento, bisogna ammettere che almeno si sforza di seguirlo. D'altra parte, essere un autorevole esponente del senato e poi persino consul suffectus sotto Nerva e proconsole in Asia sotto Traiano non lo metteva nella condizione migliore per valutare con serenità gli imperatori precedenti. Inoltre gli Annales si basano in parte su fonti secondarie anche se rimangono la fonte più attendibile sull'epoca dei Giulii-Claudi. Lo stile è elevato, solenne, poetico, tipico della tradizione romana e, come il pensiero, rifugge dalla morbidezza artificiosa. Il periodo è secco, conciso, e ricorda spesso il modello inimitato e inimitabile di Cesare.
Per chi sta a Roma un consiglio: andare al lapidario dei musei capitolini e cercare l'epigrafe di Agrippina Maggiore, nonna di Nerone, così perfetto nella forma e nel contenuto che ho sospettato talvolta che fosse un falso,

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Messaggio Da Pazza di Acerra Sab Ott 01, 2022 8:38 pm

Ho citato Agrippina Maggiore perché sono memorabili le pagine che Tacito le dedica nel descrivere il suo conflitto con Tiberio. Tiberio è un imperatore sfortunato: è stato di gran lunga il miglior amministratore dell'impero ma le sue doti umane non erano all'altezza. Incarognito dall'essere costretto a lasciare per ragioni di stato ma moglie, che amava moltissimo e continuò ad amare sempre, e in più schiacciato dalla personalità dirompente della madre. Livia Drusilla, diventò disincantato e rancoroso e finì sotto la penna al vetriolo di Suetonio. Nemmeno Tacito lo tratta bene. A me però piace per le sue grandi qualità di soldato e di amministratore, e soprattutto per il suo amore infelice per la moglie Vipsania Agrippina, che Augusto lo costrinse a ripudiare per sposare sua figlia Giulia, scostumatissima ben più della futura Messalina. Appena trovo 'sti cavolo di Annales pubblico qualche passo.

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Messaggio Da tessa Dom Ott 02, 2022 1:49 pm

Non sapevo che Tiberio avesse dovuto lascire la moglie Vipsania Agrippina, per motivi di stato, e sposare la scostumatissima Giulia figlia di Augusto.Strano che il princeps abbia relegato nel Ponto solo Ovidio e non la figlia, non sappiamo neanche dove siano le ossa di Ovidio.
Vedo che ricorre sempre qualche Agrippina, discendono tutte da Marco Vipsanio Agrippa, ma chi era veramente costui? Sui libri di storia c'è scritto che costrui' il Pantheon e che fu il responsabile dell'ascesa politica di Ottaviano. Non so perché dicano che facesse parte della nobilissima dinastia Giulio Claudia visto che non ne aveva il sangue. Tu ci vuoi parlare di costui?
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Messaggio Da Pazza di Acerra Dom Ott 02, 2022 9:32 pm

Giulia fu relegata a Ventotene per cinque anni, poi, fino alla morte, a Reggio Calabria, ma non le fu mai concesso di tornare a Roma.
Agrippa fu il vero artefice dei successi militari di Ottaviano, che era un abile politico ma non aveva ereditato le doti guerresche dello zio Cesare. Entrò a far parte della gens Giulio-Claudia per via del matrimonio con Giulia, la figlia di Augusto, da cui nacquero tra gli altri Agrippina maggiore e Vipsania Agrippina, la prima moglie di Tiberio, di cui abbiamo parlato più sopra. Fu strettissimo collaboratore di Augusto sino alla sua morte nel 12 a.C. a 51 anni.

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Messaggio Da tessa Dom Ott 02, 2022 11:52 pm

Certo, devo rivedere tutto sui libri di storia.
Quindi Tiberio dovette sposare la suocera Giulia scostumata, era consentito presso i Romani?
Ventotene era in auge fin da allora per una
bella relegatio con vacanza annessa al sapore di sale. Ci finì pure Altieri Spinelli che, invaghitosi di San Paolo, disse in greco, ovvio, che aveva combattuto la buona battaglia e aveva conservato la fede. Non sapevo che Spinelli fosse credente, forse voleva fare solo
una citazione dotta.
Beh certo se si sposa un nobile si diventa nobili.
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Messaggio Da Pazza di Acerra Lun Ott 03, 2022 7:47 am

Perché Giulia dovrebbe essere suocera di Tiberio?

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Messaggio Da tessa Lun Ott 03, 2022 12:17 pm

Scusa, Pazza, dici che Giulia sposo’ Agrippa dal quale ebbe anche Vipsania Agrippina prima moglie fi Tiberio. Poi Augusto lo obbliga a sposare Giulia ma non era la suocera? Perché come si deve chiamare?

Qui vi sono molte confusioni. Dunque Agrippa, che era il incitore vero di AZio perché Ottaviano era nella tolda a vomitare anche l'anima, era sposato con una certa Marcella che amava, ma Ottaviano volle dare al suo amico fraterno, grande politico, stratego e architetto la figlia Giulia che lui non amava ma ebbe 2 figlie tra cui Vipsania Agrippina che fu la prima moglie amata di TIberio, Poi per ragione di stato Ottaviano fece sposare aTiberio  Giulia, scusa non era la suocera, chi era? Non era la madre dell'amata moglie?
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Messaggio Da Pazza di Acerra Lun Ott 03, 2022 3:03 pm

Hai ragione, ho fatto casino. Vipsania era figlia di Agrippa e Cecilia Attica, la prima moglie di Agrippa. Districarsi tra le parentele dei Giulio-Claudii p peggio che attraversare una foresta...  Discussioni "dotte" tra  Pazza d'Acerra e tessa. Chiunque puo' partecipare. 1f604

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Messaggio Da tessa Lun Ott 03, 2022 4:43 pm


Ah , Agrippa sposo’ Pomponia Cecilia da cui
Ebbe Vipsania. Intanto Augusto incontro’ Livia Drusilla col marito e se la prese lui amore a prima vista, aveva appena scaricato Scribonia che gli aveva appena partorito Giulia che fu allevata da Livia che comandava a Roma.Troppi divorzi
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Messaggio Da tessa Lun Ott 03, 2022 8:07 pm

Cara dott.ssa Pazza,oramai si era capito che il
Consolato era finito e Augusto innamoratissimo fi Livia Drusilla la faceva chiamare Augusta Domina.Per me trattó troppo male Giulia maggiore, cacciandola per sempre da Roma in fin dei conti le tolse la madre. Perché mi dicesti che Suetonio e Tacito derisero Tiberio a che proposito?
Sai pensavo che se Agrippa vivo, ma era vecchio, non vi sarebbe stato Teutoburgo.
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Messaggio Da Pazza di Acerra Mer Ott 05, 2022 10:01 pm

Suetonio non è uno storico ma una specie di portinaia pettegola, che trascura i fatti essenziali per andar dietro ai pettegolezzi. Tacito è molto più serio e documentato, ma non ama gli imperatori, tanto più Tiberio che faceva di tutto per non farsi amare.

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Messaggio Da tessa Gio Ott 06, 2022 10:20 pm

Sai mi sembra un po' ambigua la figura di Ottaviano che fa il duro con Cleopatra che , ovviamente, ci prova anche con lui, aveva gia' dato 2 figli a Giulio Cesare, 3 figli a Marco Antonio e dopo Azio, visto il suicidio di Marco Antonio é ovvio che ci ha provato con Ottaviano ma lui irreprensibile, tanto per dire, mentre Agrippa combatteva a spada tratta, lui vomitava pure l'anima nella tolda della nave, alfine , come si sa, rifiuta Cleopatra, che però era della dinastia dei Tolomei, e era morto anche Lepido, del partito cesariano era rimasto solo lui e fa l'impero, che vuoi che gli importasse di Cleopatra. Però quest'uomo, scaltro, freddo, vede Livia Drusilla, la strappa al marito e se ne innamora, resiste a Cleopatra e cede a LIvia Drusilla, chissa' che aveva di speciale questa matrona romana.Ma é vero che per Marco Antonio vi fu la prima vera damnatio memoriae? Augusto fece distruggere busti, statue, epigrafi ecc ecc che riguardassero Marco Antonio? Come mai questa damnatio memoriae così profonda?
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Messaggio Da Pazza di Acerra Sab Ott 08, 2022 5:15 pm

La damnatio memoriae di Marco Antonio è abbastanza ridicola se tieni conto che Cicerone gli aveva già garantito una non richiesta immortalità con le Filippiche. 
Ottaviani non mi è mai piaciuto, pavido e scaltro, deve tutto ad Agrippa. Come Augusto è decisamente più gradevole: si vede che è migliorato invecchiando, magari anche per merito di Livia Drusilla, secondo me la più grande matrona romana della storia. Moglie e madre di due imperatori, li ha manovrati a piacimento. Si dice che persino Caligola ne avesse terrore...

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Messaggio Da tessa Dom Ott 09, 2022 11:34 am

Certo, dovevano distruggere anche tutti i codici di Cicerone.  Cmq ad Azio Ottaviano era del 63, lcome Agrippa, lei del 70, in fin dei conti solo 40 anni, con tutti gli unguenti e pomate che conoscevano gli egizi forse ne dimostrava 20, ma Ottaviano non ne volle sapere, che doveva fare il pecorone anche lui? Strano il comportamento di Agrippa che pare non abbia mai tentato di porendere il potere, non era stato un triumviro ma conosceva Ottaviano dall'iinfanzia, volendo poteva prendere il potere ma mori' a soli 51 anni, Ottaviano morì nel 14 dC. 
Questa Livia Drusilla é una figura un po' ambigua, la tipica matrona romana, comandare i servi e fare figli, però dopo un aborto lei non pote' averne e Augusto voleva figli dalla donna che amava ma niente da fare e scelse Tiberio che fu assillato anche dalla madre. Questa però portava nelle stanze secesse del Princeps ogni tipo di fanciulle, impuberi, puberi con cui si potesse divagare, rimanendo però sempre fedele a lei.Perché lei non poteva farlo? Dottssa Pazza perché Livia Drusilla portava ad Augusto tutte queste donne per svagarsi? Non lo poteva fare lei? Dopo l'aborto aveva avuto complicazioni per cui non poteva fare piu' sesso?
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Messaggio Da Pazza di Acerra Dom Ott 09, 2022 12:36 pm

Non ne ho idea, io non c'ero e non ho la minima idea di che cosa facessero Augusto e la moglie tra le lenzuola. La figura di Drusilla è importante perché fu la prima donna romana che riuscì ad abbandonare il ruolo di mera pedina e merce di scambio nei giochetti politici romani e a ritagliarsi un potere pari a quello di un uomo. Suetonio e Dione Cassio sostengono che Ottaviano l'abbia sposata per amore ma io, conoscendo il cinismo del soggetto, ritengo che almeno inizialmente lo abbia fatto per un calcolo politico perché il matrimonio con Drusilla lo avrebbe legato alla gens Claudia.
Col passare degli anni Ottaviano, ormai diventato Augusto, cominciò a coinvolgere sempre più la moglie negli affari di stato fino a concederle la gestione delle finanze dello stato. 
Drusilla tentò a più riprese di far entrare i figli Tiberio e Druso nelle grazie dell'imperatore, che comunque nutrì sempre diffidenza, se non antipatia, per entrambi, malgrado permettesse a Drudo di sposare sua nipote Antonia Minore. 
Nel 14 d.C. lasciò Roma per Nola, e Drusilla lo seguì anche lì, ormai erano sposati da più di cinquant'anni. Alla morte di Augusto salì al potere il figlio di Livia Drusilla, Tiberio, che la insignì ben presto del titolo di Mater patriae, un onore senza precedenti per una donna. Col passare del tempo però Tiberio sopportò sempre meno le ingerenze della madre negli affari di stato, finché esasperato, decise di ritirarsi a Capri. Drusilla, ormai diventata Giulia Augusta grazie all'adozione che Augusto aveva operato poco prima di morire in modo da permetterle di fregiarsi in via permanente del titolo di imperatrice, continuò a interessarsi degli affari di stato, spesso in concorrenza col figlio, sino alla morte avvenuta nel 29 d.C. Tiberio la fece divinizzare col titolo di Diva Augusta. 
Davanti a una donna così straordinaria, poco contano gli intrallazzi di corte, le vergini e i pettegolezzi alla Suetonio, Livia Drusilla giganteggia tra tanti pigmei e apre la strada alle due Agrippine e a Messalina nell'immaginario collettivo, anche se nessuna delle tre si avvicina, nemmeno lontanamente, alla sua statura.

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Messaggio Da tessa Lun Ott 10, 2022 4:58 pm

Cara dott,ssa Pazza, ora tu conosci Livia Drusilla Claudia meglio di Suetonio e Dione Cassio? E andiamo...Certo é una tua impressione, ma potrebbe essere esatta. Come si facevano i matrimoni allora, e come si scioglievano é veramente cosa da non credere. Tu pensi Ottaviano si sia sposato così' rapidamente per entrare nella famiglia dei Livii e dei Claudi, antiche famiglie senatorie, ma lui era il Princeps veniva prima di tutti. Certo riconosciamo a Livia Drusilla, terza moglie di Ottaviano la sua capacita' di ritagliarsi un ruolo di comando nell'Impero piu' grande del mondo. Mori' a 86 anni, quando la mortalita' media era di 52 anni, e il figlio Tiberio per cui lei aveva brigato per vederlo sul trono, non le preparà manco i riti funebri per seppellirla nel mausoleo di Augusto, la lascio' da una parte, ci penso' Caligola a farle un bel funerale secondo le regole. Forse Tiberio , che oramai governava da Capri, s'era scocciato ad averla tra i piedi, tu dici che persino Caligola la temeva ma anche Seiano, il crudele Seiano era terrorizzato da lei.
Non fu l'unica donna a comandare nella storia di Roma, anche Vipsania Agrippina non si lascio' calpestare e Messalina che piu' che altro, sotto l'effetto ormonale perenne, per cui la vulva era sempre turgida e, aveva bisogno di un gladiatore dopo un altro che la placasse. Mi sembra di ricordare che Marilyn Monroe diceva di lasciare le sue mutandine sempre in frigo, certo se esistono donne cos' é una dannazione non solo per se' stesse che devono attaccare subito le pile del dildo, come si usa dire,  salire sul bus, ma anche per il marito stesso se ha l'ernia del disco.
Si, certo é riuscita a comandare a Roma, passeranno moltsi anni , fino a Giustiniano di cui si dice che molte imperatrici divennero prostitute ma una sola prostituta, Teodora, divenne imperatrice.

Possiamo passare a parlare di Tiberio, se vuoi, a meno che non hai qualcosa di meglio.
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Messaggio Da Pazza di Acerra Mar Ott 11, 2022 4:21 pm

Tiberio Giulio Cesare Nacque nel 42 a.c. da Tiberio Claudio Nerone e da sua moglie Livia Drusilla. Il loro matrimonio fu però difficile: la famiglia fu costretta a vivere in esilio a causa delle opinioni del padre di Tiberio, fortemente critiche nei confronti dell’imperatore Augusto. Quando il giovane Tiberio aveva quasi 4 anni, i suoi genitori divorziarono. Nel 39 a.C, Augusto e Livia si sposarono. Il matrimonio rappresentò un’opportunità per Tiberio di essere inserito nella linea di successione al trono imperiale, ma per la verità, in un primo momento egli non era il favorito di Augusto. L’imperatore riponeva infatti tutte le sue speranze sui nipoti, Caio Cesare e Lucio Cesare, avuti dalla sua unica figlia, Giulia. Tiberio, per cercare di aumentare la possibilità di ascesa al trono imperiale, fu costretto a divorziare, per ordine di Augusto, della sua amata moglie Vipsania Agrippa, figlia dell’ammiraglio e braccio destro di Augusto, Marco Agrippa, e a sposare la figlia di Augusto, Giulia nel 12 a.C. Tiberio detestava la sua nuova moglie, la quale aveva un comportamento sfrontato e libertino, ma fortunatamente per lui, la reputazione di Giulia cadde talmente in basso, che lo stesso padre Augusto fu costretto ad esiliarla. Nel 14 d.C Giulia morì, Gaio Cesare cadde in battaglia e Lucio venne meno per malattia. Questa drammatica serie di improvvisi decessi aveva messo Tiberio in una posizione di vantaggio per la successione al trono, anche se fino all’ultimo Augusto non dimostrò alcun entusiasmo per la sua figura. Al contrario, la madre Livia vedeva concretizzarsi i suoi piani, dal momento che il figlio era rimasto l’unico candidato papabile per la successione. Nonostante ne fosse profondamente scontento, Augusto non vide altra soluzione che adottare Tiberio come suo figlio, quando quest’ultimo aveva 40 anni compiuti, e prepararlo a succedergli. Livia, negli ultimi anni di vita di Augusto, continuòa a coltivare i piani più complessi per assicurare il trono al figlio.  Cassio Dione scrive: “Ai tempi di Augusto, Livia ebbe una grande influenza e andava dichiarando che era stata lei a rendere Tiberio Imperatore. Per questo, non si accontentava di governare assieme al figlio, ma desiderava avere la precedenza su di lui”. Il fatto che Tiberio non avesse mai voluto diventare imperatore era evidente. Si era sempre tenuto al di fuori dell’arena politica, preferendo i campi di battaglia, dove era particolarmente efficiente. Era stato un eccellente generale , prestando brillantemente servizio in Germania e ricoprendo il ruolo di governatore della Gallia. Addirittura, quando ancora Augusto era in vita, nel 6 a.C decise di andare in esilio sull’isola di Rodi, forse per sfuggire dall’imbarazzo che le provocava la moglie Giulia, e tornò a Roma solamente nel 2 d.C, dopo aver ottenuto il permesso di Augusto.
Nonostante questo, i primi anni del regno di Tiberio furono abbastanza positivi. Evitò di accentrare su se stesso un eccessivo potere e rispettò l’autorità del Senato. Tiberio era un patrizio di buona educazione che parlava correntemente il greco, ma aveva una natura molto particolare.
Durante le varie conversazioni non si riusciva mai a capire che cosa desiderasse veramente, e molto spesso sembrava approvare decisioni sulle quali invece non era per niente d’accordo.Alcuni lo consideravano avaro, altri modesto, e iniziò, senza terminare, diversi lavori pubblici, che saranno completati in seguito da Caligola.
Il governo di Tiberio fu improntato a conservare le riforme di Augusto senza particolari tendenze al rinnovamento. Consapevole dell’importanza del Senato e dei pericoli che potevano derivare da un rapporto conflittuale con i senatori, Tiberio consultò spesso colleghi eminenti prima di prendere decisioni in qualsiasi ambito e consentì ai senatori un’ampia libertà di movimento politico e di decisione per garantirsi la loro collaborazione. Uno dei provvedimenti più interessanti ma ambigui di Tiberio fu l’approvazione della “lex de maiestate” che prevedeva la possibilità di perseguire chiunque avesse “arrecato offesa al popolo romano”. Si trattava di una norma molto vaga che esponeva gli amministratori, i cittadini ma anche i responsabili di sconfitte militari ad un possibile condanna.
Eccellente il suo lavoro come gestore finanziario: in pochi altri casi le casse dello Stato Romano furono floride come con Tiberio. Il segreto di questo successo fu nell’affidamento del patrimonio dello Stato a funzionari di grande preparazione ed esperienza. Le leggi di Tiberio furono efficaci anche nel calmierare la crisi agraria e finanziaria che derivava da una minore circolazione della moneta.
Addirittura istituì con i propri risparmi personali un fondo di 100 milioni di sesterzi che poteva essere utilizzato dai meno abbienti per ottenere finanziamenti senza interessi fino a 3 anni, a patto che avessero da dare in garanzia dei terreni con valore doppio rispetto a quanto richiedevano. Buoni risultati anche sul governo delle Province: Tiberio mirò a prorogare il mandato, anche oltre la norma, agli amministratori che si dimostravano abili e onesti. Inoltre, uno dei principali problemi delle province era dato dalla tendenza dello Stato Romano ad appaltare l’esazione delle tasse al ceto dei Cavalieri, che anticipavano il denaro e si rifacevano sulle popolazioni dei provinciali. Imponendo dei tetti alle tasse che si potevano esigere nelle province, Tiberio scongiurò rivolte e contestazioni, garantendo un buon periodo di pace.
Con il passare degli anni, Tiberio fece sempre più affidamento sui consigli del prefetto del Pretorio, Seiano. Visto da molti come spietato e ambizioso, Seiano puntava a diventare il nuovo imperatore, ma commise un errore fatale, facendo decisamente il passo più lungo della gamba. Il figlio di Tiberio, Giulio Cesare Druso, era sposato con una donna di nome Livillia. Seiano, che vedeva Druso come un rivale, intrecciò una relazione con Livillia e con la sua collaborazione diede la morte a Druso nel 23 d.C, somministrandogli un potente veleno. Dopodichè, su pressanti richieste di lei, Seiano divorziò dalla propria moglie e abbandonò i suoi figli, chiedendo il permesso a Tiberio di risposarsi con Livillia. Ma Tiberio, che fiutava il complotto, negò il consenso.
Seiano, che nel frattempo aveva imbastito una considerevole forza militare di 12000 pretoriani, ritenne di poter forzare la situazione e nel 31 d.C, nonostante il divieto di Tiberio, annuncio il matrimonio con Livillia. A questo punto, la madre di Livillia, Antonia minore, scrisse all’imperatore e lo informò del pericolo rappresentato da Seiano e confidò di temere per la vita del piccolo Caligola, ancora indifeso. Tiberio, abbandonando la sua villa di Capri, tornò in tutta fretta a Roma per partecipare alla seduta del Senato durante la quale Seiano fu accusato di complottare ai danni dell’ Imperatore. Dopo un breve dibattito, Seiano fu giudicato colpevole e condannato a morte: fu strangolato e il suo corpo dato in pasto ai cani. Anche i suoi figli e i suoi sostenitori politici, vennero spietatamente giustiziati, mentre Livillia, fu rinchiusa e fatta morire di fame, severamente controllata dalla stessa madre.
Negli ultimi anni del suo regno, Tiberio divenne sempre più paranoico e avviò un numero crescente di processi per sospetto tradimento. Si fece più solitario, rimanendo confinato nella sua villa di Capri dove morì nel 37 d.C, all’età di 77 anni, presumibilmente per mano del nuovo prefetto della guardia pretoriana, Nevio Sutorio Macor. Dopo aver saputo della sua morte, il popolo, secondo Suetonio, urlava “Tiberio nel Tevere!“ (Tiberius ad Tiberim). Laconicamente, Cassio Dione scrisse. “Così Tiberio, che possedeva un gran numero di virtù e un gran numero di vizi, morì in questo modo, il 26esimo giorno di marzo”.

Pazza di Acerra

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Messaggio Da tessa Mer Ott 12, 2022 6:07 pm

Cara dottssa Pazza, quante ne sai, sui libri di storia del liceo non c'era tutto cio'. Ma Tiberio aveva anche la bellissima villa a Sperlonga con piscine, statue gigantesche per rilassarsi dagli intrighi imperiali.

Ed ecco arriviamo a Caligola, morto Tiberio senza lasciare figli, divenne imperatore Caligola, figlio di Germanico, nipote di Tiberio. Nei primi tempi governo' molto bene, ma poi inizio' con stramberie e pazzie per cui i Pretoriani lo uccisero dopo soli 4 anni (41 d C), e decisero diventasse imperatore Claudio, fratello di Germanico e zio di Caligola. Lo trovarono pallido e tremante dietro una tenda, uomo bonario dedito a studi e letture, non avrebbe danneggiato nessuno e fu eletto. Ai Pretoriani dovette regalare 15.000 sesterzi a testa, brutto esempio che moltissimi imperatori dovettero imitare. (segue)
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Messaggio Da tessa Gio Ott 13, 2022 5:40 pm

Claudio s' impegnà per essere un savio principe. S'interesso' delle provincie, rafforzo' il confine sul Reno fondando Colonia, a Roma costrui' un acquedotto che porta il suo nome, ma manco' di energia e cio' portò al trionfo dei liberti e delle donne di corte . La moglie Valeria Messalina, intrigante, lo domino' per diversi anni, avevano 30 anni di differenza, condusse una vita scostumata disonorandolo davanti a tutti. Ricordo che da ragazzina comprai di Suetonio, La vita dei Cesarl, avevo 15 anni, ero in V ginnasio, e a casa sfogliai qua e la' e mi capitò lo sguardo sulla frase con i "doratis papillis"se ne andava con un servo giu' nella suburra per avere rapporti con i gladiatori, ma lei non si stancava mai, fuori uno, avanti un altro. Questi doratis papillis mi turbarono, pensai che avesse i capelli ramati, rossi, invece si vendevano proprio delle polverine dorate come quelle di Natale da mettere sui capezzoli, poi usava antimonio per il nero degli occhi, la depilazione totale, é ovvio, anche Cleopatra la usava e anche gli antichi Sumeri, e così conciata andava tutti i giorni per i trivi e quadrivi in cerca di gladiatori accompagnata da una liberta, finché volle sposarsi con un suo amante, Claudio allora decise di mandarli al patibolo tutti e due. L'infelice imperatore sposo' allora Giulia Agrippina, sorella di Caligola che da un precedente matrimonio aveva avuto Nerone. Desiderosa di vedere il figlio sul trono fece ammazzare Claudio e Nerone fu proclamato imperatore, invece di Britannico, figlio dell'imperatore defunto. (segue)
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Messaggio Da Pazza di Acerra Gio Ott 27, 2022 10:20 pm

Qualche curiosità su Nerone, di quelle che non si studiano a scuola. Il suo vero  nome era Lucio Domizio Enobarbo, fu il quinto imperatore di Roma dal 54 al 68 d.C., e morì  suicida a 30 anni dopo aver sterminato (quasi) tutti quelli che non gli andavano a genio.
La sua vita sentimentale è più intricata della trama di un romanzo rosa: dopo il primo matrimonio (incestuoso) con la cugina di secondo grado Claudia Ottavia, sposò l'amante Poppea (dopo aver prima esiliato e poi fatto uccidere Ottavia). Della terza moglie, Statilia Messalina, si sa poco: pare fosse una donna intelligente, che sposando Nerone convolò a nozze per la quinta volta in trent'anni. Si sa poco anche del fatto che Nerone sposò anche due uomini: il primo,Sporo, era un liberto eunuco che l'imperatore era convinto fosse la reincarnazione della defunta moglie Poppea; il secondo, Pitagora, era un bellissimo giovane che Nerone sposò nel 64 vestendo i panni di moglie. Il commento generale fu che era un vero peccato che il padre di Nerone non si fosse preso pure lui una moglie così.
Grande appassionato di sport e amante dei giochi olimpici ellenici, nel 67 Nerone prese parte a diverse gare a Olympia, nelle quali trionfò (in qualche caso, barando): vinse nella gara delle quadrighe, in quella delle quadrighe dei puledri, nel concorso degli araldi, nel tiro a dieci puledri e nelle prove per citaredi (cioè gli aedi che cantavano suonando la cetra, strumento dell'epoca simile a una piccola arpa) e per tragediografi. Si narra, però, che durante una delle corse di cavalli nelle quali trionfò gli avversari si fossero fermati ad aspettare l'imperatore, caduto dal cocchio, preoccupati delle conseguenze (mortali) di una sua sconfitta. Quando recitava faceva sbarrare le porte per impedire che il pubblico uscisse e si cita il caso di donne che hanno partorito durante i suoi spettacoli proprio perché impossibilitate a uscire. Il futuro imperatore Vespasiano, reo di essersi addormentato durante una recita di Nerone, fu spedito in Oriente e dimenticato da tutti.
 Se ne è dibattuto a lungo, ma pare che la famosa miopia di Nerone, rappresentata anche nel colossal del 1951 Quo Vadis (Oscar e Golden Globe 1952), non sia mai esistita. L'equivoco deriverebbe da un errore di traduzione di una frase di Plinio il Vecchio, che sarebbe stata male interpretata: lo scrittore latino infatti non avrebbe scritto che Nerone utilizzava uno smeraldo per vedere meglio i combattimenti dei gladiatori, ma che se ne serviva per ripararsi dal sole e dai riflessi dell'arena (utilizzando la pietra come una sorta di occhiale da sole ante litteram). Nerone è anche il protagonista di un'antica leggenda romana, secondo la quale per un certo periodo l'imperatore fu ossessionato dall'idea di avere un figlio, nel vero senso della parola.
Lo stravagante tiranno voleva infatti provare l'ebbrezza di rimanere "incinto", e minacciò di morte tutti i medici di corte che non fossero riusciti a soddisfare il suo desiderio. Impauriti, i dottori si inventarono un escamotage: gli fecero bere una miscela di sostanze soporifere insieme a un girino. L'idea era che l'imperatore, grazie a una purga, partorisse successivamente una rana. 
Quando questo accadde il sovrano, pazzo di gioia, organizzò una parata, durante la quale la rana venne posta su un carro d'oro e d'argento e fatta girare per la città, scortata da una nutrice e quindici nobili. Quando raggiunsero il Tevere, però, la rana saltò via, scomparendo per sempre nelle acque del fiume. Latitans rana, rana che scappa: da questo episodio deriverebbe il nome Laterano, dove sorge la basilica di San Giovanni. Leggende a parte, fonti storiche attestano una derivazione più credibile del toponimo, ovvero il nome dell'originario proprietario delle terre, Plauzio Laterano, a cui vennero confiscate con l'accusa di aver partecipato alla congiura di Pisone, il complotto ordito nel 65 ai danni dell'imperatore

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Messaggio Da Pazza di Acerra Ven Nov 04, 2022 10:25 pm

Concludendo su Nerone: la notte del 18 luglio dell’anno 64 scoppiò un incendio in una delle zone più povere di Roma, che si propagò poi per tutta la città: secondo Suetonio fu Nerone il colpevole e l’autore dell’incendio.
Nerone venne definito dallo storico come un odiato despota, amante dell’estetica, che non considerava la città all’altezza dei suoi personali canoni di bellezza: un radicale rinnovamento urbanistico era necessario, e l’incendio era considerato uno dei mezzi più veloci per “ricominciare l’opera da capo”. In realtà questo rinnovamento era già stato progettato da Tiberio e Claudio, stante l’estrema pericolosità di una metropoli costruita quasi tutta in legno, ma mai realizzato.
Altri storici contemporanei invece sostengono che Nerone architettò la distruzione di Roma per trarre ispirazione per il suo canto e imprimere un ricordo indelebile della sua persona nella storia dell’umanità, e questi sono gli storici influenzati da piccoli da “Quo vadis?” e analoghi filmacci da oratorio,
Secondo Tacito, quando l’incendio avvolse Roma, Nerone non si trovava in città, ma a Anzio,  e al suo ritorno organizzò la ricostruzione delle abitazioni e aiutò con ogni mezzo la popolazione, incaricando anche due importanti architetti dell’impero di far risorgere la città.
Nonostante ciò, , non riuscì mai a liberarsi  definitivamente dall’infamante accusa, portata avanti dalla classe senatoria e dai cristiani,  che per ripicca accusò a sua volta e perseguitò. .
La storiografia odierna nega invece ogni responsabilità di Nerone e rifiuta l’ipotesi di un incendio doloso: questo però non ha riabilitato del tutto la sua figura. Tuttavia è sintomatico che il popolo, come narrano anche Tacito e Suetonio, portò per molto anni fiori sulla sua tomba, in segno di amore e di riconoscenza per un imperatore che seguì sempre una politica populista per tenere a freno e limitare il potere del senato e che per questo fu calunniato oltre misura.

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