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Incredibile "gaffe" della RAI! TG1 ieri e TG2 oggi: «La Russia lascia il Cosiglio Europeo» (SIC!) [Invece «lascia il Consiglio d'Europa»]

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Incredibile "gaffe" della RAI! TG1 ieri e TG2 oggi: «La Russia lascia il Cosiglio Europeo» (SIC!) [Invece «lascia il Consiglio d'Europa»] Empty Incredibile "gaffe" della RAI! TG1 ieri e TG2 oggi: «La Russia lascia il Cosiglio Europeo» (SIC!) [Invece «lascia il Consiglio d'Europa»]

Messaggio Da Erasmus Ven Mar 11, 2022 12:17 pm

"Consiglio Europeo" e "Consiglio d'Euroa" sono istituzione distinte (e ben diverse).

Il Consiglio Europeo è oggi una istituzione dell'UE (ed era un istituzione della CEE prima dell'avvento dell'UE) creata dal trattato AUE (Atto Unico Europeo, in vigore dal 1° luglio 1987). Il "Consiglio Europeo" è  composto dai capi di Stato o di Governo dei 27 paesi-membri dell'UE, dal suo presidente (che attualnmente è il belga Charles Michel) e dal presidente della Commissione Europea (che attualmente è  Ursula von der Leyen).
Il Consiglio d'Europa, invece, è la principale organizzazione di difesa dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto. Nato su iniziativa britannica, è composto da 47 Stati membri, 27 dei quali sono gli attuali 27 paesi-membri dell'UE. E' nato il 5 maggio 1949 col trattato di Londra ed è entrato in vigore il 3 agosto dello stesso 1949. I paesi fondatori (cioè primi membri del Consiglio d'Europa [sigla COE], ossia firmatari del trattato di Londra) sono i seguenti 10 (in ordine alfabetico): 
–Belgio
–Danimarca
–Francia
–Irlanda
–Italia
–Lussemburgo
–Norvegia
–Olanda
–Regno Unito
La Russia – con nome Federzione russa – è entrata nel Consiglio d'Europa il 28 febbraio 1996.
Oggi 10 mrzo 2022 la Russia ha abbandonato il Consiglio d'Europa in base alla decisione  annunciata ieri dal ministro degli esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov (secondo quanto comunicato ieri stesso dall'agenzia russa TASS).
 La decisione del governo russo segue l'atto di sospensione della rappresentanza russa nel Consiglio d'Europa da parte del Comitato dei Ministri (organo esecutivo del COE). La TASS ha pubblicto ieri 9 marzo 2022 una nota (contenente la dichiarazione di Lavrov che comunica la decisione del governo russo di abbandonare il COE) la traduzione del cui testo (secondo l'ANSA) è la seguente:

«Il corso degli eventi è diventato irreversibile  e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall'Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti.
La decisione della Russia è stata presa a causa del comportamento ostile dei Paesi europei e della Nato nei confronti della Russia, continuando nel solco della distruzione del Consiglio d'Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa. I membri dell'Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia, stanno abusando della loro maggioranza assoluta nel Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. La Russia non prenderà parte al tentativo di NATO e UE di trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell'Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia.
»
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Secondo me Putin è un pazzo criminale. Spero che qualcuno lo mandi quanto prima al cretore (o almeno fuori dal potere governativo russo).
Hitler, però, ha resistito fino a quando aveva i russi alle calcagna e gli americani a pochi km di distanza. Non è affatto detto che quel che spero sia probabile.
Tuttavia – sempre secondo me – questa volta Putin ha fatto il passo più lungo della gamba! Non solo perché si aspettava (come tutti si asperttavano, me compreso) di sbrigare l'invasione dell'Ucraina in pochi giorni (conme fu l'invasione sovietica dell'Ungheria [1956] e della Cecoslovacchia [1968]), ma soprattutto perché ora –anzi: d'ora in poi!– la Russia si trova isolata e contrapposta (anche se –e si spera!– non in senso bellico) alla quasi totalità degli stati del mondo intero. 
Non credo che in Russia non ci sia qualcuno, tra i nuovi magnati (più capitalisti dei grandi capitalisti nordamericani), che sta già meditando sul come fare le scarpe allo zar Putin ormai impazzito senza speranza di guarigione).
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Vado a memoria, per cui posso sbagliare qulche particolare, come (per esempio) le date, ma non il clou di quello che sto per dire.
Dopo la presa del potere in Russia, Lenin h rivisto e fatto stampare anche qualche suo saggio politico dei primi anni del '900, tra cui (se non sbaglio nome) "Imperilismo, ultima fase del capitalismo". Io ho letto questo saggio nella traduzione di Palmiro Togliatti (e stampata in Italia nel dopoguerra) acquistata nel 1970 presso la rappresentanza FIOM (alias sindacato CGIL dei metalmeccanici) della ditta in cui lavoravo a Milano. 
Dunque: nell'edizione revisionata e ripubblicata in Russia verso il 1920, Lenin avverte il lettore che qualcosa deve essere interpretato e trasportato dall'ambientamento forestiero del testo a quello interno russo. E, tra l'altro, dice (pressapoco): «Dovendo superare la censura zarista, per fare un esempio di imperialismo ho riportato quello del Giappone sulla Corea. Ma il lettore intelligente capirà che avrei voluto scrivere Russia al posto di Giappone e Ucraina al posto di Corea». In effetti, l'erspansionismo russo  non consisteva solo nella conquista dei territori limitrofi soggiogando le popolazioni ivi residenti, ma anche nello sfruttamento sistematico, dpprima soprattutto agricolo e poi anche industriale (a prtire dall' '800 e sempre più intensamente da allora fino i tempi di Lenin – e ora possiamo dire non solo per tutti i 70 anni di URSS ma fino ai nostri giorni) , ma anche in una vera colonizzazione con l'immissione di russi come classe dominante destinata a collocarsi nei posti chiave amministrativi e privilegiati in ambito imprenditorile e culturale. Addirittura veniva imposta la lingua russa in ogni aspetto uffuiciale e formale, per cui proprio gli immigrati russi (che con vocabolo moderno potremmo dire "colonialisti") erano automticamente avvantaggiati. 
Saltando tutta la storia della regione costituente  l'attuale Ucraina fino alla rivoluzione russa del 1917, con la  "pace di Brest" (tra Russia e imperi Germanico e Austro-Ungarico, 3 marzo 1918) , la Russia di Lenin riconosce, tra l'altro, l'indipendenza dell'Ucraina (con capitale Kiev) che diventa stato "indipendente e sovrano". Ma è anche di ridotte dimensioni perché parte resta occupata (con la Bielorussia) dalla Germania e parte (a sud ovest) resta dentro l'impero Austro-Ungarico. Con la pace di Versailles  i territori ucraini sotto l'Austria-Ungheria sono assegnati in parte alla Polonia e in parte alla Romania (nuovi stati risuscitati con la pace di Versailles) e in piccola parte alla stessa "Ucraina di Kiev". Ma non c'è pace in Uvcraina; c’è invece competizione tra Polonia, Romania e Russia, (anche di aperto conflitto militare tra Polonia e Russia). 
Con la "Pace di Riga" (tra Polonia e Russia, 8 marzo 1921), la piccola Ucraina di Kiev formalmente indipendente ma in pratica decisamente anti-russa (ospitante i dirigenti dei "bianchi" antisovietici) e quindi collocata nell'orbita polacca (al punto di essere alleata della Polonia nella guerra contro la Russia) fu tradita dalla stessa Polonia che, nelle trattative con Mosca, in cambio di territori sud-occidentali un tempo sotto la Russia zarista, concesse che l'Ucraina tornasse sotto il potere russo (ormai decisamente sovietico con la sconfitta generale dei "bianchi"). L'anno dopo, con la nascita dell'URSS (Unione delle Rrepubbliche Sociliste Sovietiche) l'Ucraina divenne una repubblica dell'URSS. Formalmente federale, in realtà l'URSS fu fin dalla sua nascita sotto il potere esclusivo del Partito Conmunista nel quale il dominio russo era totale anche se i suoi membri provenissero da territori non russi (come Stalin che era nato in Georgia e Trotzkij che era nato in Ucraina, ma entrambi con ascendenti russi). Il sentimento popolare ucraino restò tuttavia sempre piuttosto nazionalista e quindi anti-russo. 
Tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30 del '900, l'URSS di Stalin scelse la collettivizzazione forzata e l'industrializzazione pesante ovunque. Gli Ucraini– specialmente i piccoli proprietari  e gli agricoltori diretti – tentarono di opporsi: ma furono letteralmente "sterminati" dagli ufficiali del Partito Comunista inviati ovunque in compagnia di gendarmi senza scrupoli. E' passato alla storia lo sterminio dei cosidetti kulaki, ossia contadini e piccoli proprietari ucraini che tentarono il dissenso. L'eccidio (valutato dagli storici di oltre 3 milioni di persone) causò anche (per mancanza di mano d'opera locale) una grande carestia. Gli stortici (anche russi!) valutano dai 2 ai 3 milioni i morti per fame in Ucraina nei due anni 1932-1933. Gli ucraini inventarono una loro nuova parola, "Holodomor", per identificare quella immane carestia dandole il significato di "strage (o anche genocidio) per fame"...
Solženicyn , nel secondo volume del suo "Arcipelago GuLag", chiede retotricamente ai lettori come mai l'arrivo  in Ucrina dei tedeschi della Germania nzista fu salutato quasi come l'arivo di liberatori e se mai si è visto un popolo che, invaso dal nemico, passa in massa a combattere a fianco del nemico contro il resto del proprio stato! E conclude ch deve essere stata ben dura la dittatura staliniana in Ucraina se, con l'occupazione tedesca, l'Ucraina scelse di schierarsi a fianco della Germania inviando un proprio esercito nella guerra contro l'URSS.
Dopo la fine della 2ª Guerra mondiale quel "tradimento" fu pagato duramente dall'Ucraina, diventata sede di industriazzazione pesante militare, invasa da immigrati russi  come se fosse un territorio  a totale disposizione delle manovre di potenziamento militare e nucleare dell'URSS. Il disastro di Cernobyl è stato provocato  dalla incauta sospensione dei controlli della reazione nuclerare allo scopo di effettuare speciali sperimentazioni in vista di progetti di bombe nucleari sempre più  potenti. 
Ecc, ecc. ecc.
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