Povero PD....

Da **Verci** Mer Nov 20, 2013 1:45 pm

Non abbiamo visto nel Presidente letta un minimo sussulto di dignità nel ribadire come non meritevole di dimissioni il comportamento del ministro Cancellieri. Ve n'erano le premesse, sia per l'evidenza dei fatti (quello che un tempo si sarebbe chiamato favoritismo) sia per lo sdegno che la vicenda aveva provocato nella base del PD e in una parte dei parlamentari di tale partito. Nonostante l'esplicita determinazione di Renzi e di Civati, finirà tutto a vino e tarallucci. Letta ha obbedito all'input di Napolitano, che aveva elogiato il comportamento dei giudici di Torino, i quali non avevano individuato nessun capo d'imputazione nei confronti della Cancellieri. Quel che più è apparso strabiliante è che il PdC sia sceso in campo personalmente all'assemblea dei parlamentari del PD per imporre letteralmente l'ordine di votare contro lo sfiduciamento richiesto dalla mozione del M5S. I parlamentari pecoroni hanno ubbidito senza molte resistenze e anche Civati si è allineato alla disciplina di partito. Disciplina che ricorda molto quella dittatoriale di Berlusconi all'interno del PDL. Lì, almeno, Alfano s'è ribellato ed è partito per la sua strada. Senza voler giudicare per il momento se si tratti di una farsa progettata a tavolino o di un moto propio di ribellione, prendiamo atto che i sistemi autoritari tipici del vecchio PCI, sono duri a morire. Nemmeno la libertà di coscienza è entrata in gioco: tutti a favore con la morte nel cuore, diceva Emiliano oggi. In realtà una brutta pagina nella quale emerge come primaria l'esigenza di mantenere vitale questo governo, mettendo in secondo piano senso della giustizia e necessità di essere coerenti con il pensiero della base. Ragionando a posteriori, vien da chiedersi se Letta non fosse stato disponibile anche a salvare la pellaccia a Berlusconi. La ragion di Stato, a volte, richiede compromessi anche vomitevoli. Per la cadrega, verrebbe da dire, il popolo del PD può ingoiare questo ed altro.