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"Perché questo attacco è fallito? Dovevano uccidere Erdogan"

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Messaggio Da Verci Dom Lug 17, 2016 11:17 am

L'esperto di geopolitica (Edward Luttwak) aveva previsto tutto in un suo libro «Un errore consentire al presidente di incitare alla resistenza»


l tentativo militare di defenestrare il presidente che voleva diventare Sultano è fallito. Perché il colpo di stato non è riuscito? Lo abbiamo chiesto a Edward Luttwak, esperto di geopolitica e autore di Coup d'Etat: A practical handbook (Harvard University Press), fresco di riedizione con un capitolo dedicato allo scenario di un possibile golpe nella Turchia di Erdogan.

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Un evento, dunque, prevedibile.
«Già da marzo si rincorrevano le voci di un potenziale golpe. Il malcontento verso la presidenza Erdogan è palpabile in diversi strati del regime, inclusa una parte dell'esercito fedele all'impostazione laica di Ataturk, il padre della patria».

Alla fine i militari sono stati costretti alla resa.
«I golpisti hanno violato la regola numero due perché un golpe riesca: le forze in grado di opporsi devono essere immobilizzate o trovarsi lontano dall'epicentro (per questa ragione la base dell'esercito saudita è distante dalla capitale). Invece a Istanbul, man mano che le ore passavano, le forze turche fedeli al presidente hanno avuto gioco facile a ingrossare le fila piegando l'insurrezione».

E la regola numero uno?
«Il capo del governo deve essere catturato o ucciso. Il golpe non riesce se lui resta a piede libero, in grado di incitare alla resistenza, proprio lui che ha sempre represso le manifestazioni di piazza, per giunta con un messaggio su Facetime, da noto censore di social network qual è. È il grande paradosso di questa vicenda». Gli Usa hanno chiesto «pace e stabilità» per l'alleato Nato. «Erdogan è allergico alla democrazia di cui lo stato di diritto e il rispetto delle libertà individuali sono un corollario fondamentale. Tuttavia il suo mandato deriva dal suffragio popolare. Un altro focolaio di instabilità è da scongiurare».

La deriva islamista della Turchia è inarrestabile?
«Il piano di Erdogan è chiaro: la Turchia deve diventare, nella sua visione, una repubblica islamista. Negli appuntamenti pubblici lui compare in abiti sartoriali occidentali, la moglie ha il capo coperto. Ha chiuso i licei pubblici in modo da dirottare i giovani turchi verso le scuole islamiche, ha introdotto severi divieti anti-alcol, ha convertito i più importanti musei in moschee, ha fatto costruire luoghi di culto musulmani persino nei campus universitari dove un tempo indossare il velo era proibito».

Pubblicamente la comunità internazionale lo sostiene.
«Ironia della sorte, il presidente Obama, la cancelliera Angela Merkel e l'Alto rappresentante dell'Unione europea Federica Mogherini lo hanno difeso appellandosi alla democrazia...Ma Erdogan è lo stesso che ha fatto arrestare diversi giornalisti non allineati, ha ordinato la chiusura di Zaman, importante quotidiano turco, per non parlare della subdola torsione del sistema turco in senso presidenziale».

Che intende?
«Il regime turco è di tipo parlamentare. Erdogan, aspirando a diventare sultano ma senza la maggioranza parlamentare necessaria per emendare la Costituzione, ha scelto dei primi ministri servili, pronti a eseguire i suoi ordini. Ha rafforzato la consuetudine di riunire il governo nella sua residenza personale, un palazzo mastodontico, con mille stanze, costruito per giunta in una riserva naturale».

Che cosa prevede per il day after?
«Erdogan è isolato, vittima dei propri errori. A livello interno ha riaperto la guerra contro i curdi, un conflitto che costa la vita a molti soldati ogni giorno e che potrebbe cambiare i confini del paese dal momento che i curdi sono una netta maggioranza nelle province orientali».

La stabilità è di là da venire.
«L'unica certezza che abbiamo è che la deriva islamista proseguirà. I sunniti che appoggiano Erdogan escono rafforzati. L'Occidente assiste inerme».

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Messaggio Da ART- Dom Lug 17, 2016 2:55 pm

Dopo questo evento spero sia almeno definitivamente chiaro a tutti che d'ingresso della Turchia in UE non è più neanche il caso di parlarne... anche se sono certo che qualcuno, attratto dalle succulente occasioni di commercio con la Turchia, farà finta di non capire qual è l'andazzo reale di quel paese. La candidatura della Turchia è di fatto sospesa da tempo (anche se un paio di capitoli negoziali delle decine che mancano sono stati riaperti come contropartita ai patti per la gestione dei flussi migratori), ma dopo la fine del casino in Siria e Iraq, quando Erdogan non potrà più usare profughi e migranti come arma di ricatto, secondo me sarebbe bene mettere definitivamente le cose in chiaro e fermare anche formalmente il processo d'adesione.
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Messaggio Da Epoch Dom Lug 17, 2016 5:12 pm

Sono d'Accordo Art...
Se continua così la Turchia è una bomba pronta ad esplodere. Peccato... Non mi dispiaceva come andavano le cose qualche anno fa.
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Messaggio Da Verci Dom Lug 17, 2016 10:06 pm

Credo che Erdogan, dopo aver collaborato con l'Isis, aver introdotto norme pubbliche di ispirazione islamista,aver ora estromesso 3000 giudici dal loro ruolo, aver limitato gravemente la libertà di stampa ed aver costruito un palazzo imperiale degno di un satrapo, non abbia più alcun titolo per richiedere l'ingresso nella UE. Ingresso che, forse, non ha mai seriamente voluto. Se adesso reintroducesse la pena di morte per sbarazzarsi di generali, colonnelli e truppa ribelle, dimostrerebbe quello che è il suo vero volto dittatoriale. Manca solo l'eliminazione dei deputati del PKK, ma non tarderà a venire nemmeno quella.  
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Messaggio Da ART- Lun Lug 18, 2016 2:26 am

Sarò pessimista ma vedo ossi davvero duri nelle varie lobby economiche e commerciali che venderebbero anche l'anima al diavolo pur di vedere la Turchia dentro, appoggiati dai vari speculatori finanziari e gruppi politici estremisti che vedono in questo allargamento un'occasione per indebolire ancor più l'UE.
Non sarò tranquillo finchè la richiesta d'adesione della Turchia non sarà stata bruciata con l'accendino sotto gli occhi del "sultano".
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Messaggio Da Verci Lun Lug 18, 2016 11:24 am

Continua l'ondata di depurazioni da parte di Erdogan che, con questo "colpo di stato" forse farlocco, si libera di migliaia di oppositori per instaurare quella che - a questo punto - può essere considerata una vera e propria dittatura.

Turchia, la vendetta di Erdogan: arrestati 7mila agenti di polizia

Il presidente della Turchia non perde tempo e ordina un'ondata di epurazioni: arrestati migliaia di militari, magistrati, poliziotti

Ivan Francese - Lun, 18/07/2016 - 11:14

Sono i giorni del redde rationem, in Turchia.

A tre giorni dal golpe, vero o artefatto che sia, il Sultano presenta il conto agli oppositori interni.

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Da ore, il Paese è attraversato da un'ondata di arresti che colpisce indiscriminatamente militari, giudici, imprenditori e ogni centro di potere che ancora si opponga al presidenteRecep Tayipp Erdogan.
Nelle ultime ore sono stati sospesi dal servizio oltre settemila agenti di polizia in tutta la Turchia, obbligati a consegnare le armi e a cedere il distintivo. Molti potrebbero essere arrestati nelle prossime ore.

Negli ultimi due giorni erano finiti in manette oltre seimila fra giudici e militari, fra cui ventisei generali e migliaia di magistrati e procuratori considerati fedeli al leader d'opposizione residente negli Usa Fethullah Gulen.
Le forze speciali presidiano i punti strategici di Ankara ed Istanbul, mentre la gente comune si risveglia attonita cercando di riprendere, per quanto possibile, la vita quotidiana.

Pare ormai scontato che il presidente Erdogan approfitterà della situazione per imprimere un'ulteriore svolta autoritaria a un regime che già da anni sta perdendo a poco a poco le caratteristiche di una democrazia compiuta. Fra i punti più controversi all'ordine del giorno c'è l'ipotesi, avanzata dallo stesso presidente, di reintrodurre la pena di morte"dopo averne parlato con l'opposizione".


Preoccupazione di Usa e Ue

Nel frattempo gli stessi leader occidentali che nella notte fra venerdì e sabato avevano supportato apertamente il governo "democraticamente eletto" oggi invitano Erdogan a rispettare la prassi costituzionale senza abusare dell'eccezionalità della situazione per varare una legislazione speciale.
"Non ci possono essere deroghe allo Stato di diritto", ha protestato l'Alto commissario per la politica estera della Ue Federica Mogherini, mentre il commissario per la politica di vicinato e i negoziati per l'allargamento dell'Ue, Johannes Hahn, ha addirittura accusato Erdogan di aver preparato da tempo le "liste di epurazione" di giudici e militari sgraditi.
Con gli Usa i rapporti sono tesissimi dopo che il ministro del Lavoro turco aveva accusato apertamente gli Usa di essere dietro il fallito colpo di Stato. Un'insinuazione respinta al mittente dal segretario di Stato americano John Kerry, che aveva bollato le frasi del ministro anatolico come "totalmente false e lesive dei rapporti fra i due Paesi."

La Borsa turca crolla

Sui mercati l'effetto del tentato golpe non ha tardato a farsi sentire. All'avvio delle contrattazioni la Borsa di Istanbul ha aperto questa mattina cedendo il 2,9%, mentre lalira turca cerca di riprendersi dal crollo di venerdì sera. Nelle ore del golpe la divisa turca aveva perso oltre il 4%, mentre ora guadagna circa il 2% a 2,96 sul dollaro.

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Messaggio Da Verci Mar Lug 19, 2016 4:13 pm

Turchia alla Casa Bianca: "Consegnateci Gülen, è il regista del golpe". Arresti saliti a 9.322


I documenti conterrebbero le prove del coinvolgimento dell'imam nel tentato colpo di Stato. "Infiltrava l'esercito da decenni", ha detto il governo turco. Sospesi dall'incarico anche tremila giudici e procuratori. Arrestato secondo consigliere militare di Erdogan. Chieste le dimissioni di tutti i rettori.
 
Turchia, Gulen: ''È stato un falso colpo di Stato, ecco perché''


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Continua il braccio di ferro diplomatico tra Bosforo e Atlantico: Gülen è il simbolo della rottura tra i due Paesi, e il presidente Recep Tayyp Erdogan non intende ammorbidire i toni. Anzi, paragona il predicatore a Bin Laden: "I media internazionali hanno persino intervistato Gulen in Pennsylvania. Ora, io vorrei chiedere a questi media: se avessero intervistato Bin Laden quando le torri gemelle sono state attaccate, cosa avreste pensato?". Il segretario di Stato Usa John Kerry si prepara a discutere la questione con il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu a margine del vertice internazionale per la lotta all'Is, domani e dopodomani a Washington.

L'organizzazione dell'intelligence nazionale turca ha intanto sospeso 100 persone, la maggior parte delle quali non erano agenti attivi, perché sospettati di avere legami con il movimento religioso di Gulen. La Presidenza turca per gli Affari religiosi (Diyanet), massima autorità islamica che dipende dallo Stato, ha annunciato di aver allontanato 492 dipendenti - tra cui imam e docenti di religione - per lo stesso sospetto. La Diyanet ha anche annunciato che non permetterà lo svolgimento dei funerali islamici per i golpisti uccisi.

Continua lo smantellamento della Turchia. Il Consiglio per l'alta educazione (Yok), organo costituzionale responsabile della supervisione delle università turche, ha chiesto le dimissioni dei 1.577 rettori. Tra questi, 1.176 sono di università pubbliche e il resto di fondazioni universitarie.

Proseguono le epurazioni dai gangli dell'esercito, dell'amministrazione e della magistratura. Yildirim ha confermato questa mattina di "voler mettere in sicurezza il Paese". È salito a 9.322 il numero delle persone arrestate finora con l'accusa di complicità. Sospesi dall'incarico non solo novemila dipendenti del ministero dell'Interno, ma anche circa tremila giudici e procuratori.

Agenti dell'anti-terrorismo turco hanno arrestato un secondo consigliere militare di Recep Tayyip Erdogan in un hotel a pochi chilometri da Antalya, rinomata località balneare sulla costa meridionale dell'Anatolia, dove l'uomo era sceso fornendo generalità false: lo riferisce il quotidiano Hurriyet, stando al quale si tratta del tenente colonnello Erkan Kivrak, esperto in questioni aeronautiche. È sospettato di coinvolgimento nel colpo di stato mancato del 15 luglio. Nella scala gerarchica dello staff consultivo del presidente della Turchia, Kivrak occupava il secondo posto per rango e prestigio, dietro soltanto al colonnello Ali Yazici, coordinatore del gruppo e in apparenza fedelissimo di Erdogan, investito dell'incarico nell'agosto 2015.

La pena di morte. Le Nazioni Unite hanno fatto sapere di temere e condannare anche "la reintroduzione della pena di morte: sarebbe una violazione degli obblighi della Turchia previsti dal diritto internazionale dei diritti umani, un grande passo nella direzione sbagliata", ha detto l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein.



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