Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
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Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Il leghista alla guida della città del Santo fa sapere tramite facebook che regalerà personalmente il simbolo religioso: «E guai a chi lo tocca».
PADOVA - «Ricordiamoci di mantenere sempre aperti il nostro cuore e le porte di Padova». Così disse Massimo Bitonci solo il 13 giugno, alla festa di Sant’Antonio. Dieci giorni dopo torna alle vecchie crociate leghiste, con un «uno-due anti Islam» piazzato nel giro di 48 ore nella pancia di una città che lo ha votato (col 52%) per «essere ripulita» da criminalità, paure e attacchi all’identità veneta. Prima l’annuncio di togliere dall’anno prossimo all’Associazione marocchina l’autorizzazione all’uso di una palestra per il Ramadan, ieri il ritorno alla difesa del crocifisso. Sulla sua pagina Facebook il sindaco di Padova ha scritto: «Ora in tutti gli edifici e le scuole un bel crocifisso obbligatorio, regalato dal Comune. E guai a chi lo tocca». La notizia è accompagnata da una foto del 2009, quando Bitonci regalò il simbolo della religione cristiana ai residenti di Abano Terme, dove dal 2002 una coppia aveva ingaggiato una battaglia legale per farlo togliere dalla scuola delle figlie. E proprio Massimo Albertin, promotore di quella battaglia insieme alla moglie Soile Tuuliki, è il primo a commentare un ritorno al futuro che suona antistorico anche per il Carroccio. Soprattutto perchè ormai i musulmani rappresentano il 33% degli stranieri presenti in Veneto: sono 166 mila, su un totale di 504.677 immigrati (dati Fondazione Moressa). «Bitonci ha detto di essere il sindaco di tutti, ma già dimostra il contrario — dice Albertin — dà un grande esempio di non senso civico e di occupazione impropria di spazi istituzionali. Nel 2009 aveva affisso manifesti con la foto mia e di mia moglie e la scritta “Wanted”. Ci ha dato dei delinquenti e noi abbiamo dovuto subire, perché si è nascosto dietro l’immunità parlamentare (si è appena dimesso da senatore, ndr)».
La crociata, che ricorda quella intrapresa a Treviso nel 2007 dall’allora sindaco Gian Paolo Gobbo col vice Giancarlo Gentilini nei confronti di un gruppo di islamici privati di ogni spazio di preghiera e costretti a raccogliersi in un parcheggio, impensierisce la Chiesa cattolica. La linea tracciata da Papa Francesco è infatti approntata al dialogo tra religioni e sconfessa rigide imposizioni. «Dobbiamo continuare il percorso di integrazione, nel rispetto reciproco, e non andare allo scontro — conviene don Dino Pistolato, del Patriarcato di Venezia —. Abbiamo compiuto importanti passi avanti, non ha senso tornare indietro, si rischia di accendere o di alimentare conflitti. E comunque quella del sindaco di Padova non è una motivazione religiosa ma ideologica, che crea un pericoloso scontro tra culture e civiltà e a pagare il conto saranno i soggetti più deboli». Sono d’accordo i fedeli di Allah, rimasti spiazzati. Riflette Wael Farhat, portavoce della comunità islamica di Venezia: «Quando scegliamo di venire in Italia sappiamo che troveremo usi, costumi e simboli religiosi diversi e che non dobbiamo contestare. Non siamo a casa nostra, se ci sono i crocifissi nelle aule scolastiche non possiamo toglierli. E’ una questione di civiltà, il culto di un popolo va rispettato, ma è un concetto che presuppone reciprocità. E’ civiltà anche concederci dei luoghi per la nostra preghiera, magari controllabili a tutela della sicurezza di tutti, piuttosto che costringerci a sparpagliarci in gruppetti esposti al pericolo estremisti, sempre pronti ad approfittare del clima di tensione per complottare e fare proseliti. E poi aumentano gli italiani fedeli all’Islam, Credo che non è intelligente osteggiare ma integrare».
Concorda Hassan Darouick, della comunità islamica di Vicenza: «Sono provocazioni che fanno saltare i nervi alla gente: la religione è una cosa, la politica un’altra. Un sindaco non può rischiare di far saltare una comunità per tenersi la poltrona». Scettico il mondo della scuola. Osserva Giancarlo Pretto, segretario padovano dell’Associazione nazionale presidi: «Io sono laico, nel mio studio non c’è il crocifisso, ma rispetto il regio decreto degli anni Venti che lo impone nelle aule. Penso però che un qualsiasi segno di fede abbia bisogno di chiodi interni, non di essere appiccicato ai muri per imposizione. Va liberamente esposto da chi crede, altrimenti diventa un arredo. Sarebbe meglio metterlo a disposizione di chi lo vuole, non lo appenderei a forza dove manca, così come non va rimosso se c’è, non dà alcun fastidio, e lo dico da non credente. Ma trasformarlo in un obbligo non ha senso, come non è necessario diffonderlo in ogni locale, corridoio e ufficio. La scuola è uno spazio laico, frequentato da fedeli di Credo diversi. Allora si potrebbe pensare di esporre anche i simboli delle altre confessioni». Ma Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione (FI), sta con Bitonci: «Il tema dell’integrazione passa per la cultura e la tradizione di un popolo: le nostre sono cristiane e il crocefisso ne è il simbolo riconosciuto. Quanto alla palestra per il Ramadan, il sindaco ha interpretato il mandato elettorale di moltissimi cittadini, preoccupati per la mancanza di sicurezza. E poi finchè non esisterà reciprocità con i Paesi musulmani, penso che in Italia non ci debbano essere moschee o altri luoghi di preghiera riservati all’Islam».
Ma dall’altra parte della barricata politica tira un’altra aria. «Quando mancano argomenti veri, ci si scatena in guerre ideologiche, che oltretutto guardano indietro — attacca Roger De Menech, segretario regionale e deputato del Pd —. Io suggerirei a Bitonci di imporre le regole della convivenza civile, pilastro del cristianesimo. Non basta il crocifisso a lavarsi la coscienza ed è un’assurdità radicalizzare gli scontri, si rischiano effetti dei quali poi qualcuno si dovrà assumere la responsabilità. Noi siamo per un’Italia giusta, accogliente e che rispetti le regole: non facciamo sconti a chi non le osserva, ma scagliarsi a priori contro tutto e tutti è pericoloso». «La strumentalizzazione del crocifisso, insieme al no ai luoghi di preghiera per altre religioni, è uno stile di difesa dei valori cristiani chiusa, formale e divergente da una visione che pone la persona al centro, contro ogni discriminazione »,incalza Gianni Berno, consigliere comunale del Pd. «Il nodo è che le palestre non sono il luogo adatto per pregare — aggiunge Giuliano Altavilla, del M5S di Padova — il sindaco indichi, non fornisca, una soluzione alternativa. Così nega un diritto non solo agli immigrati ma anche agli italiani di fede musulmana».
PADOVA - «Ricordiamoci di mantenere sempre aperti il nostro cuore e le porte di Padova». Così disse Massimo Bitonci solo il 13 giugno, alla festa di Sant’Antonio. Dieci giorni dopo torna alle vecchie crociate leghiste, con un «uno-due anti Islam» piazzato nel giro di 48 ore nella pancia di una città che lo ha votato (col 52%) per «essere ripulita» da criminalità, paure e attacchi all’identità veneta. Prima l’annuncio di togliere dall’anno prossimo all’Associazione marocchina l’autorizzazione all’uso di una palestra per il Ramadan, ieri il ritorno alla difesa del crocifisso. Sulla sua pagina Facebook il sindaco di Padova ha scritto: «Ora in tutti gli edifici e le scuole un bel crocifisso obbligatorio, regalato dal Comune. E guai a chi lo tocca». La notizia è accompagnata da una foto del 2009, quando Bitonci regalò il simbolo della religione cristiana ai residenti di Abano Terme, dove dal 2002 una coppia aveva ingaggiato una battaglia legale per farlo togliere dalla scuola delle figlie. E proprio Massimo Albertin, promotore di quella battaglia insieme alla moglie Soile Tuuliki, è il primo a commentare un ritorno al futuro che suona antistorico anche per il Carroccio. Soprattutto perchè ormai i musulmani rappresentano il 33% degli stranieri presenti in Veneto: sono 166 mila, su un totale di 504.677 immigrati (dati Fondazione Moressa). «Bitonci ha detto di essere il sindaco di tutti, ma già dimostra il contrario — dice Albertin — dà un grande esempio di non senso civico e di occupazione impropria di spazi istituzionali. Nel 2009 aveva affisso manifesti con la foto mia e di mia moglie e la scritta “Wanted”. Ci ha dato dei delinquenti e noi abbiamo dovuto subire, perché si è nascosto dietro l’immunità parlamentare (si è appena dimesso da senatore, ndr)».
La crociata, che ricorda quella intrapresa a Treviso nel 2007 dall’allora sindaco Gian Paolo Gobbo col vice Giancarlo Gentilini nei confronti di un gruppo di islamici privati di ogni spazio di preghiera e costretti a raccogliersi in un parcheggio, impensierisce la Chiesa cattolica. La linea tracciata da Papa Francesco è infatti approntata al dialogo tra religioni e sconfessa rigide imposizioni. «Dobbiamo continuare il percorso di integrazione, nel rispetto reciproco, e non andare allo scontro — conviene don Dino Pistolato, del Patriarcato di Venezia —. Abbiamo compiuto importanti passi avanti, non ha senso tornare indietro, si rischia di accendere o di alimentare conflitti. E comunque quella del sindaco di Padova non è una motivazione religiosa ma ideologica, che crea un pericoloso scontro tra culture e civiltà e a pagare il conto saranno i soggetti più deboli». Sono d’accordo i fedeli di Allah, rimasti spiazzati. Riflette Wael Farhat, portavoce della comunità islamica di Venezia: «Quando scegliamo di venire in Italia sappiamo che troveremo usi, costumi e simboli religiosi diversi e che non dobbiamo contestare. Non siamo a casa nostra, se ci sono i crocifissi nelle aule scolastiche non possiamo toglierli. E’ una questione di civiltà, il culto di un popolo va rispettato, ma è un concetto che presuppone reciprocità. E’ civiltà anche concederci dei luoghi per la nostra preghiera, magari controllabili a tutela della sicurezza di tutti, piuttosto che costringerci a sparpagliarci in gruppetti esposti al pericolo estremisti, sempre pronti ad approfittare del clima di tensione per complottare e fare proseliti. E poi aumentano gli italiani fedeli all’Islam, Credo che non è intelligente osteggiare ma integrare».
Concorda Hassan Darouick, della comunità islamica di Vicenza: «Sono provocazioni che fanno saltare i nervi alla gente: la religione è una cosa, la politica un’altra. Un sindaco non può rischiare di far saltare una comunità per tenersi la poltrona». Scettico il mondo della scuola. Osserva Giancarlo Pretto, segretario padovano dell’Associazione nazionale presidi: «Io sono laico, nel mio studio non c’è il crocifisso, ma rispetto il regio decreto degli anni Venti che lo impone nelle aule. Penso però che un qualsiasi segno di fede abbia bisogno di chiodi interni, non di essere appiccicato ai muri per imposizione. Va liberamente esposto da chi crede, altrimenti diventa un arredo. Sarebbe meglio metterlo a disposizione di chi lo vuole, non lo appenderei a forza dove manca, così come non va rimosso se c’è, non dà alcun fastidio, e lo dico da non credente. Ma trasformarlo in un obbligo non ha senso, come non è necessario diffonderlo in ogni locale, corridoio e ufficio. La scuola è uno spazio laico, frequentato da fedeli di Credo diversi. Allora si potrebbe pensare di esporre anche i simboli delle altre confessioni». Ma Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione (FI), sta con Bitonci: «Il tema dell’integrazione passa per la cultura e la tradizione di un popolo: le nostre sono cristiane e il crocefisso ne è il simbolo riconosciuto. Quanto alla palestra per il Ramadan, il sindaco ha interpretato il mandato elettorale di moltissimi cittadini, preoccupati per la mancanza di sicurezza. E poi finchè non esisterà reciprocità con i Paesi musulmani, penso che in Italia non ci debbano essere moschee o altri luoghi di preghiera riservati all’Islam».
Ma dall’altra parte della barricata politica tira un’altra aria. «Quando mancano argomenti veri, ci si scatena in guerre ideologiche, che oltretutto guardano indietro — attacca Roger De Menech, segretario regionale e deputato del Pd —. Io suggerirei a Bitonci di imporre le regole della convivenza civile, pilastro del cristianesimo. Non basta il crocifisso a lavarsi la coscienza ed è un’assurdità radicalizzare gli scontri, si rischiano effetti dei quali poi qualcuno si dovrà assumere la responsabilità. Noi siamo per un’Italia giusta, accogliente e che rispetti le regole: non facciamo sconti a chi non le osserva, ma scagliarsi a priori contro tutto e tutti è pericoloso». «La strumentalizzazione del crocifisso, insieme al no ai luoghi di preghiera per altre religioni, è uno stile di difesa dei valori cristiani chiusa, formale e divergente da una visione che pone la persona al centro, contro ogni discriminazione »,incalza Gianni Berno, consigliere comunale del Pd. «Il nodo è che le palestre non sono il luogo adatto per pregare — aggiunge Giuliano Altavilla, del M5S di Padova — il sindaco indichi, non fornisca, una soluzione alternativa. Così nega un diritto non solo agli immigrati ma anche agli italiani di fede musulmana».
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
In questi casi ovviamente si mischia insieme disinformazione, demagogia a tanto al chilo, razzismo della mutua, buonismo a pane e broccoli e religiosità del tutto fuori luogo.
Nel mio piccolo, cercando di non incorrere nelle banalizzazioni di cui sopra, ritengo che nei luoghi pubblici, in primis nelle scuole ed ospedali, ma anche in caserme, tribunali e tutto il resto, non ci dovrebbero essere crocifissi ed altri simboli religiosi.
Perchè ?.... perchè l'Italia è un paese laico, e le sue diramazioni operative, (scuola, polizia, ospedali ecc....) dovrebbero essere appunto laiche.
Il che non vuol dire che bisogna essere atei, mangiapreti, comunisti e tutta la teoria dei conseguenti luoghi comuni.
Vuol dire semplicemente che se siamo costituzionalmente laici non possiamo esporre padreterni o e madonnine nei luoghi pubblici. A prescindere dai Patti Lateranensi, dalle disposizioni europee e dalle dichiarazioni del sindaco di cui sopra.
Tutto qua.
Che poi un sindaco ne faccia una questione di lotta all'islam, di "ripristino delì'ordine costituito", di " ... gliela faccio vedere io a quei brutti negracci la moschea, il minareto e tutto il resto ....... allora siamo in un'altra prima da operetta.
Imho.
Nel mio piccolo, cercando di non incorrere nelle banalizzazioni di cui sopra, ritengo che nei luoghi pubblici, in primis nelle scuole ed ospedali, ma anche in caserme, tribunali e tutto il resto, non ci dovrebbero essere crocifissi ed altri simboli religiosi.
Perchè ?.... perchè l'Italia è un paese laico, e le sue diramazioni operative, (scuola, polizia, ospedali ecc....) dovrebbero essere appunto laiche.
Il che non vuol dire che bisogna essere atei, mangiapreti, comunisti e tutta la teoria dei conseguenti luoghi comuni.
Vuol dire semplicemente che se siamo costituzionalmente laici non possiamo esporre padreterni o e madonnine nei luoghi pubblici. A prescindere dai Patti Lateranensi, dalle disposizioni europee e dalle dichiarazioni del sindaco di cui sopra.
Tutto qua.
Che poi un sindaco ne faccia una questione di lotta all'islam, di "ripristino delì'ordine costituito", di " ... gliela faccio vedere io a quei brutti negracci la moschea, il minareto e tutto il resto ....... allora siamo in un'altra prima da operetta.
Imho.
MAD- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 09.03.14
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Una delle solite squallide boutade dei sindaci leghisti, da sempre impegnati ad impedire la costruzione di edifici di culto a favore dei fedeli mussulmani e a dimostrarsi solerti propagandisti della fede cattolica, laddove - fino a qualche anno fa - praticavano il culto del dio Po, versando nella laguna veneta, con una cerimonia a metà fra il solenne e il ridicolo, l'acqua raccolta alle origini del Po, sul Monviso.
Per non parlare dei matrimoni con rito "celtico" e della celtizzazione della Padania, quasi ad inventare un'origine poco probabile di un movimento che, appena sorto, ha subito manifestato le proprie intenzioni discriminatorie, prima contro i meridionali e, in un secondo tempo - cambiando strategicamente obiettivo - contro tutti gli immigrati, senza distinzione alcuna fra regolari ed irregolari.
Molto tempo fa la Lega Nord attaccava la Chiesa cattolica senza troppa riverenza nè deferenza, esaltando il panteismo ed attaccando con velleità di stampo protestante il catechismo. Non è durata molto e dopo qualche anno la religione cattolica è diventata ufficialmente la religione leghista.
In realtà si tratta di une mera e calcolata strategia, che cerca - utilizzando leve a cui i cattolici sono sensibili - di far propri temi, quali quello del crocifisso obbligatorio nei luoghi pubblici, che in realtà non appartengono ai leghisti se non in chiave antilaica ed antiislamica.
Di sicuro i leghisti non sono fra i più fedeli sostenitori dei precetti evangelici, poichè, nella maggior parte dei comuni da essi governati, discriminano le famiglie di immigrati regolari. Ad esempio, impedendo agli studenti meritevoli appartenenti a famiglie di immigrati che lavorano, hanno abitazione e sono in regola con le tasse e con il certificato del casellario giudiziario integro, di partecipare ai bandi di concorso per l'assegnazione di borse di studio. La motivazione, alquanto miserabile? Non hanno la cittadinanza italiana, che com'è noto può acquisirsi - per chi è nato in Italia - solamente a partire dai 18 anni. Molti altri comuni astraggono da tale requisito, ritenendo prioritaria solo la residenza. Modi diversi di vedere le cose, modi diversi di trattare le persone.
Per non parlare dei matrimoni con rito "celtico" e della celtizzazione della Padania, quasi ad inventare un'origine poco probabile di un movimento che, appena sorto, ha subito manifestato le proprie intenzioni discriminatorie, prima contro i meridionali e, in un secondo tempo - cambiando strategicamente obiettivo - contro tutti gli immigrati, senza distinzione alcuna fra regolari ed irregolari.
Molto tempo fa la Lega Nord attaccava la Chiesa cattolica senza troppa riverenza nè deferenza, esaltando il panteismo ed attaccando con velleità di stampo protestante il catechismo. Non è durata molto e dopo qualche anno la religione cattolica è diventata ufficialmente la religione leghista.
In realtà si tratta di une mera e calcolata strategia, che cerca - utilizzando leve a cui i cattolici sono sensibili - di far propri temi, quali quello del crocifisso obbligatorio nei luoghi pubblici, che in realtà non appartengono ai leghisti se non in chiave antilaica ed antiislamica.
Di sicuro i leghisti non sono fra i più fedeli sostenitori dei precetti evangelici, poichè, nella maggior parte dei comuni da essi governati, discriminano le famiglie di immigrati regolari. Ad esempio, impedendo agli studenti meritevoli appartenenti a famiglie di immigrati che lavorano, hanno abitazione e sono in regola con le tasse e con il certificato del casellario giudiziario integro, di partecipare ai bandi di concorso per l'assegnazione di borse di studio. La motivazione, alquanto miserabile? Non hanno la cittadinanza italiana, che com'è noto può acquisirsi - per chi è nato in Italia - solamente a partire dai 18 anni. Molti altri comuni astraggono da tale requisito, ritenendo prioritaria solo la residenza. Modi diversi di vedere le cose, modi diversi di trattare le persone.
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Mi chiedo: Cosa hanno in comune i "leghisti" con il Cristo?
afam- Messaggi : 228
Data d'iscrizione : 28.08.13
Località : Roma
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Cristo serve in questo caso per veicolare il pensiero di pseudo credente attaccato in modo strumentale dal mioscredente straniero. Tutto qua.
La Lega è nota per usare tematiche molto semplici, ai limiti del semplicistico, senza eccessive domande. La gente leghista si fa poche domande, ama le cose semplici ed accetta qualsiasi messaggio serva apparentemente a tutelare il nord, la secessione, la lotta all'immigrato che sporca, ruba e consuma ricchezza, insieme ai terroni che non lavorano, mangiano solo pizza e spaghetti, e stanno sempre con una chitarra in mano. Alcuni anche col mandolino, pero' quello amplificato.
Forse la lega ha scoperto, a mio sommesso avviso, il segreto della felicità : crearsi un mondo immaginario e rinchiudervisi dentro autoconvincendosi che quel mondo imamginario che si è disegnato sia il meglio che esiste.
Forse e secondo me.
La Lega è nota per usare tematiche molto semplici, ai limiti del semplicistico, senza eccessive domande. La gente leghista si fa poche domande, ama le cose semplici ed accetta qualsiasi messaggio serva apparentemente a tutelare il nord, la secessione, la lotta all'immigrato che sporca, ruba e consuma ricchezza, insieme ai terroni che non lavorano, mangiano solo pizza e spaghetti, e stanno sempre con una chitarra in mano. Alcuni anche col mandolino, pero' quello amplificato.
Forse la lega ha scoperto, a mio sommesso avviso, il segreto della felicità : crearsi un mondo immaginario e rinchiudervisi dentro autoconvincendosi che quel mondo imamginario che si è disegnato sia il meglio che esiste.
Forse e secondo me.
MAD- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 09.03.14
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Dottissimo Mad, il segreto che -dici- abbia scoperto la Lega, cioe' vivere di illusioni, è stato scoperto da tempo immemorabile, ricordiamo a questo proposito Don Chisciotte, l'hidalgo che parte alla ventura con l'usbergo, lo scudiero , la lancia , dopo aver trasformato nella sua immaginazione, tramite le sue illusioni, una rozza contadinotta nell'adorabile Dulcinea cui offrire le prodi gesta di cavaliere. Finchè crede a questo mondo incantato l'hidalgo è salvo, quando-nel secondo volume- non vi crederà piu', nonostante il fido scudiero cerchi di convincerlo che le casupole del contado siano castelli di orchi malefici e che i contadini siano draghi che eruttano fuoco, contro i quali dovra' combattere, Don Chisciotte si lascerà morire perchè non ha piu' nulla in cui credere.
Leopardi userà le illusioni quale salvezza dalle offese continue della natura maligna e non c'è da stupirsi che entrambi siano stati messi all'indice dalla Chiesa.
Tutto sommato la Lega fa bene, ha il suo mondo con gli gnomi e le fate, il suo Dio con l'usbergo, non è una novità, per la Lega votano persone che hanno studiato poco, vogliono stare in pace nella loro vallata, penso che si possa accettare.
Un abbraccio
Leopardi userà le illusioni quale salvezza dalle offese continue della natura maligna e non c'è da stupirsi che entrambi siano stati messi all'indice dalla Chiesa.
Tutto sommato la Lega fa bene, ha il suo mondo con gli gnomi e le fate, il suo Dio con l'usbergo, non è una novità, per la Lega votano persone che hanno studiato poco, vogliono stare in pace nella loro vallata, penso che si possa accettare.
Un abbraccio
tessa- Messaggi : 1293
Data d'iscrizione : 30.07.13
Località : Roma
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Ti ringrazio per il "dottissimo", nel mio caso particolarmente meritato, facendo miracoli di acrobazie fra sintassi e consecutio temporum, dal basso della mia quarta elementare ripetente ......
Leopardi oltre a considerare le illusioni quale "salvezza dalle offese" ecc.... come giustamente scrivi, credo che ancora piu' specificamente considerasse le illusioni come prodromo della felicità, come elemento imprenscindibile al raggiungimento di uno stato di assoluta serenità.
Tant'e' che la mancanza "delle grandi e vive illusioni", secondo il recanatese, gli fa scrivere :
-L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni
che nel caso della Lega, dei suoi elettori e della sua cultura, capita proprio a fagiuolo, come avrebbe detto un grande Principe di Bisanzio del cinema italiano.
Leopardi oltre a considerare le illusioni quale "salvezza dalle offese" ecc.... come giustamente scrivi, credo che ancora piu' specificamente considerasse le illusioni come prodromo della felicità, come elemento imprenscindibile al raggiungimento di uno stato di assoluta serenità.
Tant'e' che la mancanza "delle grandi e vive illusioni", secondo il recanatese, gli fa scrivere :
-L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni
che nel caso della Lega, dei suoi elettori e della sua cultura, capita proprio a fagiuolo, come avrebbe detto un grande Principe di Bisanzio del cinema italiano.
MAD- Messaggi : 139
Data d'iscrizione : 09.03.14
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Dottissimo Mad, ti avevo risposto ma al momento di spedire il server mi dice che è impossibile contattarlo, andasse al diavolo, ricomincio, io non mi arrendo mai, non mi fermo mai.
E' incredibile che tu abbia la 4° elementare, ma va, e come hai fatto a imparare a scrivere cosi' bene? Hai nella tasca il genio della lampada di Aladino con lampada annessa?
Nessuno pensa che le illusioni rendano felici o che siano il prodromo della felicità, sinceramente non credo che lo pensasse neanche Leopardi, servivano solo a sopportare meglio i pungoli e gli strali delle Erinni e del Fato.
Da sole due righe non possiamo dedurre tutto il pensiero di Leopardi.
Leopardi non parla mai di felicità ma di solidarietà che deve unire dutti gli esseri umani per far fronte alla natura matrigna.
Per quanto riguarda il Crocifisso noi tutti lo abbiamo in casa e sono d'accordo con la Ginzburg che diceva che Gesu' abbraccia tutta la sofferenza dell'universo e di non toccarlo.
Gesu' è venuto per alleggerire la nostra sofferenza e le nostre croci, e penso che non sia la maggioranza che si debba adattare alla minoranza ma è il contrario.
Un abbraccio
E' incredibile che tu abbia la 4° elementare, ma va, e come hai fatto a imparare a scrivere cosi' bene? Hai nella tasca il genio della lampada di Aladino con lampada annessa?
Nessuno pensa che le illusioni rendano felici o che siano il prodromo della felicità, sinceramente non credo che lo pensasse neanche Leopardi, servivano solo a sopportare meglio i pungoli e gli strali delle Erinni e del Fato.
Da sole due righe non possiamo dedurre tutto il pensiero di Leopardi.
Leopardi non parla mai di felicità ma di solidarietà che deve unire dutti gli esseri umani per far fronte alla natura matrigna.
Per quanto riguarda il Crocifisso noi tutti lo abbiamo in casa e sono d'accordo con la Ginzburg che diceva che Gesu' abbraccia tutta la sofferenza dell'universo e di non toccarlo.
Gesu' è venuto per alleggerire la nostra sofferenza e le nostre croci, e penso che non sia la maggioranza che si debba adattare alla minoranza ma è il contrario.
Un abbraccio
tessa- Messaggi : 1293
Data d'iscrizione : 30.07.13
Località : Roma
Re: Padova, la nuova crociata del sindaco Bitonci: crocifissi obbligatori in scuole e uffici
Beh, magari mi sbaglio, ma Leopardi ne parla, e parecchio, della felicità, compreso lo Zibaldone (ricordi le lunghe disquisizioni sul piacere e la felicità ?...).
Solo che lui la immagina solo per le popolazioni greche e romane, quelle antiche, perchè secondo lui noi moderni, essendo piu' disincantati, non ci facciamo fregare con la stessa innocenza di 2000 anni fa ....... ed eccoti il pessimismo cosmico leopardiano secondo il quale la felicità è connaturata nell'essere umano, ma ne è il suo naturale quanto inarrivabile targhet ......
Se non erro e se la memoria mi supporta.
Sul crocifisso e Gesu' mi astengo per non urtare qualche sensibilità.
Solo che lui la immagina solo per le popolazioni greche e romane, quelle antiche, perchè secondo lui noi moderni, essendo piu' disincantati, non ci facciamo fregare con la stessa innocenza di 2000 anni fa ....... ed eccoti il pessimismo cosmico leopardiano secondo il quale la felicità è connaturata nell'essere umano, ma ne è il suo naturale quanto inarrivabile targhet ......
Se non erro e se la memoria mi supporta.
Sul crocifisso e Gesu' mi astengo per non urtare qualche sensibilità.
MAD- Messaggi : 139
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