Varoufakis: mea culpa Fmi non basta, funzionari troika devono andarsene
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Varoufakis: mea culpa Fmi non basta, funzionari troika devono andarsene
Varoufakis: mea culpa Fmi non basta, funzionari troika devono andarsene
5 agosto 2016, di Alessandra Caparello
ATENE (WSI) – A causare il crack finanziario della Grecia è stata la Troika ma il mea culpa e le scuse non bastano. Occorre che almeno tre teste cadano e anche subito. Non usa mezzi termini Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle finanze greche che nel suo blog pubblica un lungo atto d’accusa contro il Triumvirato composto Bce, Fmi e Commissione europea.
Varoufakis ricorda la querelle che lo ha investito per aver contrastato la stessa Troika all’epoca in cui era ministro delle finanze nei primi sei mesi del 2015.
“La stessa troika che ha scatenato una corsa agli sportelli prima che fossi nominato ministro, che ha minacciato di chiudere le banche per tre giorni dopo la mia nomina e che poi ha proceduto a strangolare il nostro sistema bancario, adesso vorrebbe incriminarmi per… la chiusura delle banche e l’istituzione dei controlli di capitale.Come un comune bullo, la Troika non perde occasione per accusare le proprie vittime e per vilipendere chiunque osi opporsi al suo teppismo”. Sono dure le parole che usa
L’ex ministro del governo Tsipras proprio negli ultimi giorni è stato oggetto di una mozione all’interno del Parlamento greco al fine di valutare se porlo sotto processo proprio per aver contrastato la Troika. Alla fine la mozione parlamentare è stata sconfitta grazie al voto contrario di diversi membri dell’opposizione e recentemente – ricorda Varoufakis – è arrivata un’altra tegola sulla Troika con la pubblicazione della Relazione dell’ufficio di valutazione indipendente dell’FMI (IEO).
“Una valutazione brutale, che non lascia spazio a dubbi sulle teorie grossolane e sulla diplomazia delle cannoniere impiegate dalla troika. Il rapporto mette l’FMI, la BCE e la Commissione con le spalle al muro: o accettano di ripristinare un minimo di legittimità licenziando i funzionari responsabili o, non facendo nulla, rischiano di alimentare ulteriormente il malcontento dei cittadini europei verso l’Unione europea, accelerandone la disintegrazione”.
La stessa Troika come ricorda l’ex ministro ha confermato che la sua posizione non era sbagliata ma al contrario era “totalmente giustificata”. Da qui l’appello di Varoufakis: le scuse della Troika non bastano ma devono cadere delle teste.
“Il popolo greco merita urgentemente delle scuse, non solo da parte dell’FMI, ma anche da parte della BCE e della Commissione, i cui i cui funzionari esultavano mentre la Grecia veniva torturata. Ma un mea culpa collettivo non basta. Deve essere seguito dal licenziamento immediato di almeno tre funzionari. Il primo della lista è il signor Poul Thomsen – il primo mission chief dell’FMI in Grecia, che dopo il suo colossale fallimento (il peggiore nella storia dell’FMI, secondo l’indagine interna del Fondo) è stato addirittura promosso a capo della delegazione europea. Il secondo della lista è il signor Thomas Wieser, il presidente del gruppo di lavoro “Eurogruppo”, che ha partecipato a tutte le politiche e a tutti i vari “golpi” che hanno condotto all’immolazione della Grecia e all’ignominia dell’Europa. Altrettanto responsabile del “waterboarding fiscale” a cui è stata sottoposto il paese è il signor Declan Costello, rappresentante della Commissione europea in Grecia. Infine, un signore che i miei amici irlandesi conoscono fin troppo bene: Klaus Masuch della BCE”.
Fonte: yanisvaroufakis.eu
5 agosto 2016, di Alessandra Caparello
ATENE (WSI) – A causare il crack finanziario della Grecia è stata la Troika ma il mea culpa e le scuse non bastano. Occorre che almeno tre teste cadano e anche subito. Non usa mezzi termini Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle finanze greche che nel suo blog pubblica un lungo atto d’accusa contro il Triumvirato composto Bce, Fmi e Commissione europea.
Varoufakis ricorda la querelle che lo ha investito per aver contrastato la stessa Troika all’epoca in cui era ministro delle finanze nei primi sei mesi del 2015.
“La stessa troika che ha scatenato una corsa agli sportelli prima che fossi nominato ministro, che ha minacciato di chiudere le banche per tre giorni dopo la mia nomina e che poi ha proceduto a strangolare il nostro sistema bancario, adesso vorrebbe incriminarmi per… la chiusura delle banche e l’istituzione dei controlli di capitale.Come un comune bullo, la Troika non perde occasione per accusare le proprie vittime e per vilipendere chiunque osi opporsi al suo teppismo”. Sono dure le parole che usa
L’ex ministro del governo Tsipras proprio negli ultimi giorni è stato oggetto di una mozione all’interno del Parlamento greco al fine di valutare se porlo sotto processo proprio per aver contrastato la Troika. Alla fine la mozione parlamentare è stata sconfitta grazie al voto contrario di diversi membri dell’opposizione e recentemente – ricorda Varoufakis – è arrivata un’altra tegola sulla Troika con la pubblicazione della Relazione dell’ufficio di valutazione indipendente dell’FMI (IEO).
“Una valutazione brutale, che non lascia spazio a dubbi sulle teorie grossolane e sulla diplomazia delle cannoniere impiegate dalla troika. Il rapporto mette l’FMI, la BCE e la Commissione con le spalle al muro: o accettano di ripristinare un minimo di legittimità licenziando i funzionari responsabili o, non facendo nulla, rischiano di alimentare ulteriormente il malcontento dei cittadini europei verso l’Unione europea, accelerandone la disintegrazione”.
La stessa Troika come ricorda l’ex ministro ha confermato che la sua posizione non era sbagliata ma al contrario era “totalmente giustificata”. Da qui l’appello di Varoufakis: le scuse della Troika non bastano ma devono cadere delle teste.
“Il popolo greco merita urgentemente delle scuse, non solo da parte dell’FMI, ma anche da parte della BCE e della Commissione, i cui i cui funzionari esultavano mentre la Grecia veniva torturata. Ma un mea culpa collettivo non basta. Deve essere seguito dal licenziamento immediato di almeno tre funzionari. Il primo della lista è il signor Poul Thomsen – il primo mission chief dell’FMI in Grecia, che dopo il suo colossale fallimento (il peggiore nella storia dell’FMI, secondo l’indagine interna del Fondo) è stato addirittura promosso a capo della delegazione europea. Il secondo della lista è il signor Thomas Wieser, il presidente del gruppo di lavoro “Eurogruppo”, che ha partecipato a tutte le politiche e a tutti i vari “golpi” che hanno condotto all’immolazione della Grecia e all’ignominia dell’Europa. Altrettanto responsabile del “waterboarding fiscale” a cui è stata sottoposto il paese è il signor Declan Costello, rappresentante della Commissione europea in Grecia. Infine, un signore che i miei amici irlandesi conoscono fin troppo bene: Klaus Masuch della BCE”.
Fonte: yanisvaroufakis.eu
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Re: Varoufakis: mea culpa Fmi non basta, funzionari troika devono andarsene
Mah, mi chiedo come un'Unione Europea controllata da organismi che sembrano, per alcuni versi, veri e propri cani sciolti in grado di scagliarsi sulle nazioni più deboli, possa mai diventare portatrice di interessi comuni. Il fatto,poi, che esista una Commissione che, di fatto, propone ed orienta le leggi che il Parlamento deve approvare, è peculiarità il cui significato - francamente - mi sfugge ancora.
Re: Varoufakis: mea culpa Fmi non basta, funzionari troika devono andarsene
Eh si, caro Verci, mancano proprio gli interessi comuni a questa UE, governata alla giornata in modo disordinato e univocamente opportunistico.
Ma ora vedrai che gli interessi comuni li discuterà il trio italo-franco-tedesco a Ventotene, i tre valorosi elementi (Merkel, Hollande e Renzi) decideranno per tutti i restanti membri dell'unione che a difesa della moneta unica europea occorre un esercito unico, e chi in futuro volesse emulare la Gran Bretagna con l'uscita dall'unione, ci pensi molto bene, perché dovrà ricostituirsi a proprie spese un nuovo apparato militare (immagino che questa sarà la penale per i turbolenti che vorranno minare le "solide" fondamenta dell'unione). Un esercito unico per blindare ulteriormente l'egemonia economica della Germania sugli altri partner europei (e transatlantici). E ancora una volta scenderanno in campo gli americani a frenare l'avidità teutonica; forse ci tengono più gli americani all'unità dell'Europa che gli stessi europei (non parliamo poi degli integralisti europeici, quelli sono casi di clinica patologica).
Ma ora vedrai che gli interessi comuni li discuterà il trio italo-franco-tedesco a Ventotene, i tre valorosi elementi (Merkel, Hollande e Renzi) decideranno per tutti i restanti membri dell'unione che a difesa della moneta unica europea occorre un esercito unico, e chi in futuro volesse emulare la Gran Bretagna con l'uscita dall'unione, ci pensi molto bene, perché dovrà ricostituirsi a proprie spese un nuovo apparato militare (immagino che questa sarà la penale per i turbolenti che vorranno minare le "solide" fondamenta dell'unione). Un esercito unico per blindare ulteriormente l'egemonia economica della Germania sugli altri partner europei (e transatlantici). E ancora una volta scenderanno in campo gli americani a frenare l'avidità teutonica; forse ci tengono più gli americani all'unità dell'Europa che gli stessi europei (non parliamo poi degli integralisti europeici, quelli sono casi di clinica patologica).
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