Marino: un sindaco da cambiare
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Marino: un sindaco da cambiare
Sembra che quando Marino fu eletto sindaco di Roma, tutto l'éntourage comunale affaristico/amministrativo/istituzionale che gli sarebbe ruotato attorno, fosse particolarmente soddisfatto dell'evento. In fondo,poteva risultare alquanto semplice continuare l'attività criminale/mafiosa e gabbare facilmente un sindaco sprovveduto e inesperto nell'amministrazione della pubblica cosa. E così di fatto avvenne, come dimostrò tutta la vicenda "Mafia Capitale". Non si capisce bene perchè il comune di Roma non sia stato commissariato, come avrebbe dovuto essere, ma sicuramente sull'incolpevole quanto ingenuo Marino v'è stata di certo una scelta di benevolenza che non avrebbe meritato. Più recenti le vicende relative agli eccessivi viaggi all'estero, la ridicola visita al seguito del Pontefice fatta passare per invito, tanto da provocare la stizzita risposta di Papa Francesco e, da ultimo, e forse decisiva per il suo dimissionamento, una serie di fatture con giustificazioni probabilmente fasulle fra le quali, pare, quella di una cena con la moglie con tanto di bottiglia di vino bianco di 55€ di costo (uno Jermann vintage tunina), fatta passare per spesa di rappresentanza con un esponente della World health organization. --> LINK
Le altre fatture sospette le potete leggere su questo articolo del Corriere della Sera: LINK
Ce n'è abbastanza per mandarlo definitivamente a casa? Direi proprio di sì.
Le altre fatture sospette le potete leggere su questo articolo del Corriere della Sera: LINK
Ce n'è abbastanza per mandarlo definitivamente a casa? Direi proprio di sì.
Re: Marino: un sindaco da cambiare
Nel rendiconto ufficiale delle spese del Campidoglio pubblicato online, si parla di una cena del 26 ottobre 2013 da 150 euro al ristorante romano "Sapore di Mare", "offerta per motivi istituzionali ad alcuni rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio". La dichiarazione è firmata dal sindaco Ignazio Marino che a fine serata ha pagato il conto con la carta di credito comunale. Ma arriva gelida la nuova smentita di Sant'Egidio che ribadisce: "Alla ormai 'famosa' cena non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile della nostra Comunità". "Si approfitta dell'occasione per precisare che - aggiunge la nota - anche nei due anni successivi, fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili della Comunità di Sant'Egidio".
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
7 ottobre 2015
Marino, la segreteria dell'ambasciatore vietnamita: "Quella cena non c'è mai stata"
Il 6 settembre 2013 il sindaco di Roma Ignazio Marino ha offerto una cena all'ambasciatore del Vietnam al ristorante romano "Girarrosto Toscano". Almeno, così scrive il sindaco nella sua nota spese. Sicuramente, Marino e l'ambasciatore si sono incontrati in Campidoglio quel pomeriggio. Ma sulla cena emergono dei dubbi. Radio Capital ha sentito al telefono la dottoressa Dang Thi Phuong Thao, segretario e assistente dell’ambasciatore, che dice: "Nessuna cena, c'è stato solo un incontro istituzionale".
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Marino, la segreteria dell'ambasciatore vietnamita: "Quella cena non c'è mai stata"
Il 6 settembre 2013 il sindaco di Roma Ignazio Marino ha offerto una cena all'ambasciatore del Vietnam al ristorante romano "Girarrosto Toscano". Almeno, così scrive il sindaco nella sua nota spese. Sicuramente, Marino e l'ambasciatore si sono incontrati in Campidoglio quel pomeriggio. Ma sulla cena emergono dei dubbi. Radio Capital ha sentito al telefono la dottoressa Dang Thi Phuong Thao, segretario e assistente dell’ambasciatore, che dice: "Nessuna cena, c'è stato solo un incontro istituzionale".
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Anche il prete smentisce Marino: "Mai mangiato con lui". Nelle ricevute del sindaco di Roma due cene con don Damiano Modena. Ma lui smentisce: "Non ricordo pasti assieme".
Non ditelo a Marino. Ma più si scava tra gli scontrini delle sue cene a spese dei romani e più escono fuori giustificazioni dubbie, smentite dai presunti ospiti.
Le cose sono due: o Marino ha raccontato (tante) bugie, oppure - come sostiene lui - in molti lo stanno calunniando. Anche volendo prendere come buona la versione del sindaco in biciletta, relegando tra le calunnie le smentite della comunità Sant'Egidio ("nessun nostro rappresentante a cena"), del ristorante "Antico Girarrosto Toscano" ("il 26 dicembre Marino a cena con la famiglia") e del titolare de "La Taverna degli amici" ("altro che cena di lavoro, era con la moglie"), resta difficile immaginare che anche un prete possa inventarsi tutto.
Tra le fatture che il primo cittadino ha pubblicato sul suo sito, infatti, ci sono due giustificativi che chiamano in causa don Damiano Modena. Il quale è l'autore di un libro sul cardinal Carlo Maria Martini e alla cui presentazione era presente anche Marino. E non una sola volta, ma ben due.
La prima ad Alessandria il 4 maggio 2015 e la seconda ai Musei Capitolini a novembre del 2014. In entrambe le occasioni, secondo quando dichiarato dal sindaco, Marino e don Modena sarebbero andati a cena assieme. Il problema è che al parroco questi inviti non risultano proprio.
"Ricordo la presentazione del libro - dice - ma non ricordo la cena con Marino". Eppure lui giura di essersi spostato la prima volta da Alessandria a Torino per bere del buon vino. "Non mi pare sia andata così - aggiunge don Modena - Sicuramente sono rimasto ad Alessandria quella sera, ho dormito lì da amici". E Marino a quanto pare non rimanse nemmeno fino alla fine della presentazione: "È andato via un po' prima".
Stessa storia l'8 novembre dell'anno scorso. Dopo aver parlato ai Musei Capitolini don Damiano Modena non ricorda di essere andato da "Archimede": "Mi pare di no - dice - non so nemmeno se mi sono fermato a Roma quella sera. Ma sa, è passato molto tempo...".
Lo stesso che forse dovremo aspettare per sapere da Ignazio Marino la verità su quelle cene (e quei buoni vini) pagate con i soldi dei contribuenti.
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Non ditelo a Marino. Ma più si scava tra gli scontrini delle sue cene a spese dei romani e più escono fuori giustificazioni dubbie, smentite dai presunti ospiti.
Le cose sono due: o Marino ha raccontato (tante) bugie, oppure - come sostiene lui - in molti lo stanno calunniando. Anche volendo prendere come buona la versione del sindaco in biciletta, relegando tra le calunnie le smentite della comunità Sant'Egidio ("nessun nostro rappresentante a cena"), del ristorante "Antico Girarrosto Toscano" ("il 26 dicembre Marino a cena con la famiglia") e del titolare de "La Taverna degli amici" ("altro che cena di lavoro, era con la moglie"), resta difficile immaginare che anche un prete possa inventarsi tutto.
Tra le fatture che il primo cittadino ha pubblicato sul suo sito, infatti, ci sono due giustificativi che chiamano in causa don Damiano Modena. Il quale è l'autore di un libro sul cardinal Carlo Maria Martini e alla cui presentazione era presente anche Marino. E non una sola volta, ma ben due.
La prima ad Alessandria il 4 maggio 2015 e la seconda ai Musei Capitolini a novembre del 2014. In entrambe le occasioni, secondo quando dichiarato dal sindaco, Marino e don Modena sarebbero andati a cena assieme. Il problema è che al parroco questi inviti non risultano proprio.
"Ricordo la presentazione del libro - dice - ma non ricordo la cena con Marino". Eppure lui giura di essersi spostato la prima volta da Alessandria a Torino per bere del buon vino. "Non mi pare sia andata così - aggiunge don Modena - Sicuramente sono rimasto ad Alessandria quella sera, ho dormito lì da amici". E Marino a quanto pare non rimanse nemmeno fino alla fine della presentazione: "È andato via un po' prima".
Stessa storia l'8 novembre dell'anno scorso. Dopo aver parlato ai Musei Capitolini don Damiano Modena non ricorda di essere andato da "Archimede": "Mi pare di no - dice - non so nemmeno se mi sono fermato a Roma quella sera. Ma sa, è passato molto tempo...".
Lo stesso che forse dovremo aspettare per sapere da Ignazio Marino la verità su quelle cene (e quei buoni vini) pagate con i soldi dei contribuenti.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Mah...
Secondo me, non è solo la "visita" al Papa, mafia capitale o i viaggetti all'estero.
C'è qualche cosa d'altro sotto. Ha pestato qualche cacca davvero puzzolente che noi non sappiamo.
Le cene mi sembrano davvero una scusa. Non le giustifico, ma quanti giochini erotici, giornali, cene, gioelli si sono comprati politici più o meno importanti in questi anni senza rischiare nulla??
Sento puzza di bruciato.
Secondo me, non è solo la "visita" al Papa, mafia capitale o i viaggetti all'estero.
C'è qualche cosa d'altro sotto. Ha pestato qualche cacca davvero puzzolente che noi non sappiamo.
Le cene mi sembrano davvero una scusa. Non le giustifico, ma quanti giochini erotici, giornali, cene, gioelli si sono comprati politici più o meno importanti in questi anni senza rischiare nulla??
Sento puzza di bruciato.
Ultima modifica di Epoch il Gio Ott 08, 2015 1:34 pm - modificato 1 volta.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Anche io!
afam- Messaggi : 228
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Ignazio ( lo chiamo per nome perchè è amico mio, nel 2009 l'ho sostenuto nella corsa per la segreteria del partito,ero uno dei 70 delegati della sua corrente al Consiglio Nazionale del partito) ormai è ad un passo delle dimissioni.Anche il PD ha deciso che la sua avventura politica è giunta al termine.Persona per bene ma tanto ingenua.
freg53- Messaggi : 689
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Ciao Freg,
visto che dici di conoscerlo bene, tu cosa pensi?
Devo dire che ai tempi della corsa a segratario PD avrei votato per lui...
Anche a me sembra forse stato un po' ingenuo, ma in tutta la storia, c'è qualche cosa che non mi torna...
Penserò male, ma "Mafia Capitale" non è finita.
visto che dici di conoscerlo bene, tu cosa pensi?
Devo dire che ai tempi della corsa a segratario PD avrei votato per lui...
Anche a me sembra forse stato un po' ingenuo, ma in tutta la storia, c'è qualche cosa che non mi torna...
Penserò male, ma "Mafia Capitale" non è finita.
Epoch- Messaggi : 720
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
difficile capire cosa sia avvenuto, c'è tanta ingenuità ,forse non ha capito che i tempi sono mutati, una volta gli scandali scoppiavano per cifre miliardarie,oggi Ignazio è sotto accusa per 20.000 euro..mi sembra chiaro che si cerchino pretesti per far fuori uno che è scomodo.Epoch ha scritto:Ciao Freg,
visto che dici di conoscerlo bene, tu cosa pensi?
Devo dire che ai tempi della corsa a segratario PD avrei votato per lui...
Anche a me sembra forse stato un po' ingenuo, ma in tutta la storia, c'è qualche cosa che non mi torna...
Penserò male, ma "Mafia Capitale" non è finita.
freg53- Messaggi : 689
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
difficile capire cosa sia avvenuto...
Rossoverde- Messaggi : 465
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
ho capito che ha toccato gli interessi dei poteri forti.Rossoverde ha scritto:difficile capire cosa sia avvenuto...
freg53- Messaggi : 689
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Forse, più semplicemente, la gente ne ha abbastanza di soggetti che predicano bene e razzolano male...
Re: Marino: un sindaco da cambiare
ha toccato le bottiglie da 55 euro con la moglie facendole pagare al comune di Roma, ma a te ste cose non le dicono?freg53 ha scritto:ho capito che ha toccato gli interessi dei poteri forti.Rossoverde ha scritto:difficile capire cosa sia avvenuto...
Rossoverde- Messaggi : 465
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
@Rossoverde.
Si, "sembra" che sia così. Non voglio difendere il fatto, non è nel mio modo di comportarmi.
Sicuramente ha sbagliato alla grande a presentarsi a Philadelphia con tanto di fascia tricolore in primissima fila. Se voleva poteva andarci e "nascondersi" tra le ultime. Ha sbagliato a restare in ferie nel bel mezzo di mafia capitale e del casino del funerale dei Casamonica.
Ha sbagliato alla grande in tanti aspetti pubblici che lo hanno minato. Ma sul discorso "cene" non credo che si sia comportato diversamente da tanti altri compari.
Il suo predecessore, volento, ha fatto di peggio, ma per il "Secolo d'Italia" il peggiore è Marino.
Se deve andarsene è per le figure da "pantalone" che ha fatto, le "cene" sono una scusa trovata per scaricarlo.
Ma poi, perché scaricare lui e non scaricare le centinaia di personcine che hanno comprato di tutto, che vanno a spasso con le auto blu a fare la spesa o a sciare con l'aereo di stato, che parcheggiano sul posto dei disabili con il SUV di fronte al negozio di acconciature, perché "io sono io"???
Per questo dico che sento puzza di bruciato. E' quantomeno strano che siano diventati tutti paladini del corretto in un momento...
Si, "sembra" che sia così. Non voglio difendere il fatto, non è nel mio modo di comportarmi.
Sicuramente ha sbagliato alla grande a presentarsi a Philadelphia con tanto di fascia tricolore in primissima fila. Se voleva poteva andarci e "nascondersi" tra le ultime. Ha sbagliato a restare in ferie nel bel mezzo di mafia capitale e del casino del funerale dei Casamonica.
Ha sbagliato alla grande in tanti aspetti pubblici che lo hanno minato. Ma sul discorso "cene" non credo che si sia comportato diversamente da tanti altri compari.
Il suo predecessore, volento, ha fatto di peggio, ma per il "Secolo d'Italia" il peggiore è Marino.
Se deve andarsene è per le figure da "pantalone" che ha fatto, le "cene" sono una scusa trovata per scaricarlo.
Ma poi, perché scaricare lui e non scaricare le centinaia di personcine che hanno comprato di tutto, che vanno a spasso con le auto blu a fare la spesa o a sciare con l'aereo di stato, che parcheggiano sul posto dei disabili con il SUV di fronte al negozio di acconciature, perché "io sono io"???
Per questo dico che sento puzza di bruciato. E' quantomeno strano che siano diventati tutti paladini del corretto in un momento...
Epoch- Messaggi : 720
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Gli errori politici ci possono stare, si possono criticare ma oltre non si può andare. E' proprio il discorso delle cene che non è accettabiole ed è li che è caduto.Non è un buon motivo che gli altri compari non sarebbero meglio per tollerare le cene familiari di Marino , e che cene, pagate con i soldi del comune.Epoch ha scritto:@Rossoverde.
Si, "sembra" che sia così. Non voglio difendere il fatto, non è nel mio modo di comportarmi.
Sicuramente ha sbagliato alla grande a presentarsi a Philadelphia con tanto di fascia tricolore in primissima fila. Se voleva poteva andarci e "nascondersi" tra le ultime. Ha sbagliato a restare in ferie nel bel mezzo di mafia capitale e del casino del funerale dei Casamonica.
Ha sbagliato alla grande in tanti aspetti pubblici che lo hanno minato. Ma sul discorso "cene" non credo che si sia comportato diversamente da tanti altri compari.
Il suo predecessore, volento, ha fatto di peggio, ma per il "Secolo d'Italia" il peggiore è Marino.
Se deve andarsene è per le figure da "pantalone" che ha fatto, le "cene" sono una scusa trovata per scaricarlo.
Ma poi, perché scaricare lui e non scaricare le centinaia di personcine che hanno comprato di tutto, che vanno a spasso con le auto blu a fare la spesa o a sciare con l'aereo di stato, che parcheggiano sul posto dei disabili con il SUV di fronte al negozio di acconciature, perché "io sono io"???
Per questo dico che sento puzza di bruciato. E' quantomeno strano che siano diventati tutti paladini del corretto in un momento...
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Eh... si.
Però mi piacerebbe si utilizzasse lo stesso peso e la stessa misura anche con gli altri. Per esempio un certo De Luca...
Invece no. Per questo credo che sia solo una buona scusa che Marino stesso, stupidamente ha fornito.
Però mi piacerebbe si utilizzasse lo stesso peso e la stessa misura anche con gli altri. Per esempio un certo De Luca...
Invece no. Per questo credo che sia solo una buona scusa che Marino stesso, stupidamente ha fornito.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
c'è qualcosa di patologico nel comportamento di Marino,si tratta di errori su cifre ridicole che una persona mediamente intelligente, che fra l'altro guadagna bene, non dovrebbe commettere.forse una malattia tipo cleptomania e a quanto pare non è la prima volta che succede.I due illustri medici ( Verci e Tessa) che frequentano questo forum potrebbero fornirci qualche spiegazione.ho firmato su change.org la petizione per il ritiro delle dimissioni,oltre 27.000 firme.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Forse è proprio così , pare che sia stato dimissionato in America, dove lavorava, per motivi analoghi...freg53 ha scritto:c'è qualcosa di patologico nel comportamento di Marino,si tratta di errori su cifre ridicole che una persona mediamente intelligente, che fra l'altro guadagna bene, non dovrebbe commettere.forse una malattia tipo cleptomania e a quanto pare non è la prima volta che succede.I due illustri medici ( Verci e Tessa) che frequentano questo forum potrebbero fornirci qualche spiegazione.ho firmato su change.org la petizione per il ritiro delle dimissioni,oltre 27.000 firme.
Rossoverde- Messaggi : 465
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Pure De Luca , stesso problema? spese personali pagate dal comune?Epoch ha scritto:Eh... si.
Però mi piacerebbe si utilizzasse lo stesso peso e la stessa misura anche con gli altri. Per esempio un certo De Luca...
Invece no. Per questo credo che sia solo una buona scusa che Marino stesso, stupidamente ha fornito.
Rossoverde- Messaggi : 465
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Su Change.org, il sito che sta promuovendo una petizione per il ritiro delle dimissioni del sindaco Marino,già 30.000 firme, c'è un dettagliato elenco dei risultati raggiunti in soli due anni di governo della città.
freg53- Messaggi : 689
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Rossoverde ha scritto:
Pure De Luca , stesso problema? spese personali pagate dal comune?
Mah... E' un po' indagato.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Nell'ospedale dove iniziò il chirurgo Marino: "Così chiudemmo ogni rapporto".
Parlano i medici del centro universitario di Pittsburgh in cui lavorò il sindaco: "Ha cominciato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese e i suoi rapporti con altri ospedali americani". Tra le fatture, la ricarica per una stilografica: otto euro, chiesti due volte.
PITTSBURGH. Al 600 di Grant street dicono che quel nome - Ignazio Marino - vogliono solo dimenticarlo. "Era un chirurgo, trapiantava organi. Non era indispensabile, ci ha creato tanti problemi". Davanti alla fontana che spruzza acqua rosa, sotto la sede distribuita su venti piani, parlano due dirigenti del Medical center universitario di Pittsburgh, l'Upmc che gestisce venti ospedali nella Pennsylvania dell'Ovest e trentotto centri oncologici negli Stati Uniti: "Il dottor Marino si è formato da noi, ha iniziato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo, una frontiera in Europa. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese, i suoi rapporti con altri ospedali americani. Gli abbiamo imposto le dimissioni dall'Ismett di Palermo e non avremmo voluto più occuparci di quella storia, né del medico italiano. Avremmo solo sperato nel silenzio".
Zunino: "Marino e Pittsburgh, la madre di tutte le note spese"
Invece quel medico italiano, 650 trapianti in carriera, 213 pubblicazioni, ambizioso non solo come clinico, a 51 anni è stato fatto senatore, a 54 si è candidato alla guida del Partito democratico (perdendo) e a 58 si è lanciato nella campagna per diventare sindaco di Roma, mayor come dicono qui. E ha vinto. "Eravamo sorpresi che della storia degli ottomila dollari contestati non si fosse detto più nulla, ma noi non avevamo alcun interesse a sollevare un caso", dicono ancora gli amministrativi subito dopo aver chiesto di non essere citati.
L'Upmc aveva chiuso ogni rapporto con il dottor Marino come tante volte succede, e invece a tredici anni di distanza "siamo di nuovo qui". A riprendere in mano vecchi dossier, rileggere audit interni che rimandano a scontrini fiscali. "Sì, dopo tredici anni confermiamo: il dottor Marino aveva creato una doppia contabilità per le spese di trasferta. Una richiesta di rimborso la consegnava al suo centro di Palermo, l'Ismett appunto, e una alla nostra sede. Avevamo prove evidenti che la cosa fosse andata avanti per mesi e che fosse una scelta consapevole, non un caso, tantomeno un errore. Abbiamo agito subito, allora. Il 6 settembre 2002 inviammo un fax all'ospedale di Palermo e il dottor Marino nell'arco di mezza giornata controfirmò tutte le nostre condizioni. Aveva chiesto lui di dimettersi alcune settimane prima, il sei settembre abbiamo accettato senza esitazioni. Abbiamo chiuso lì ogni rapporto: uno dei nostri quattromila medici aveva perso la nostra fiducia, ma la carriera politica del dottor Marino non ci ha mai permesso di abbandonare quel dossier".
E' qui, dove la confluenza di Allegheny e Monongahela forma il fiume Ohio, non lontano dal Canada, che Ignazio Marino ha conosciuto i primi guai con le ricevute per le cene, qui che ha subito un oltraggio alla sua carriera e al consolidato orgoglio. Cresciuto sfiorando un nume tutelare della trapiantologia moderna, Thomas Starzl, che nel 1963 innestò il primo fegato su un bimbo di tre anni, nel 1997 Marino riuscì a farsi affidare da Jeffrey A. Romoff la direzione dell'Istituto Mediterraneo per trapianti e terapie ad alta specializzazione, ottanta posti letto voluti a Palermo dal governatore Cuffaro e inaugurati due anni dopo.
In quelle stagioni siciliane, oltre ad operare in sala, il dottor Marino iniziò a sperimentare l'arte dell'amministrazione pubblica, palestra per una futura politica già avvistata. "Gestivo venti milioni l'anno", ha raccontato. Ma è sulle minuzie che arrivano le contestazioni. Un precedente che tornerà negli anni da sindaco, una coazione a ripetere che taglierà le gambe prima a un chirurgo scalatore e poi a un intraprendente politico. Ottomila dollari contestati in nove mesi (in attesa di controllare a ritroso i cinque anni precedenti). Una piccola cresta. Messa così, nero su bianco il 6 settembre 2002, dal superpresidente Romoff: "Riteniamo di aver scoperto una serie di irregolarità intenzionali e deliberate con note scritte da lei a mano e sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi delle persone indicate sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all'Upmc di Palermo". Dozzine di ricevute duplicate, scrisse il presidente. Irregolarità intenzionali e deliberate, sottolineò. Dimissioni immediate, da controfirmare seduta stante. "Come restituzione dei rimborsi spese doppi da lei ricevuti accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall'Upmc ai quali avrebbe altrimenti diritto, compreso lo stipendio per il mese di settembre 2002". Ci sono anche le ferie pagate, eventuali malattie accumulate. Nulla da pretendere per il futuro da parte del direttore Ismett per rientrare degli 8.000 dollari.
A Marino fu concessa una settimana per liberare l'ufficio di Palermo, gli venne indicato nome e cognome della persona a cui lasciare auto, chiavi dell'auto e dell'appartamento, telefonino, cercapersone, computer portatili, carte di credito aziendali, gli fu anche intimato di non fare ritorno a Pittsburgh. "Tutti i libri e i giornali acquistati da noi dovranno restare nell'ufficio di Palermo", scrisse Romoff, "e se lei deciderà di trattenerne qualcuno potrà acquistarli a un prezzo ragionevole".
Oltre alle cene, si scopre oggi, il dottor Marino chirurgo di trapianti aveva l'abitudine - secondo gli accertamenti dell'audit dell'Upmc - di mettere in doppia contabilità tutte le spese personali. "C'è una fattura, rimborsata sia a Pittsburgh che a Palermo, sulla ricarica d'inchiostro per la penna stilografica del medico". Otto euro e quaranta, richiesti due volte.
Ignazio Marino successivamente avrebbe detto che, in realtà, quei fogli erano solo un fax di presa visione, che l'università di Pittsburgh gli era diventata ostile perché lui si era accordato per un nuovo incarico direttivo con l'ospedale Thomas Jefferson di Philadelphia, che era stata una sua scelta quella di dimettersi da Palermo quando aveva scoperto che in una gara d'appalto c'era un'azienda in odor di mafia e in corsia le pressioni per favorire alcuni clinici erano diventate opprimenti. Oggi i dirigenti dell'Upmc, qui a Pittsburgh, ribadiscono: "Nel 2002 il dottor Marino controfirmò una lettera di dimissioni immediate e quelle dimissioni dipesero soltanto dalla sua condotta contabile, non c'entrano Palermo né Philadelphia. Non è neppure vero che i controlli erano partiti dopo una segnalazione del medico, fu un'iniziativa del nostro audit di fronte a conti che non tornavano. Dopo quella lettera, sottolineaiamo, non c'è stata alcuna transazione e, d'altro canto, il dottor Marino non ci hai mai querelato né per falso né per danni subiti". Querela che, pure, il medico aveva promesso.
Il chirurgo romano riottenne, con la mediazione dell'avvocato Vittorio Angiolini, il pc utilizzato all'Ismett, alcune pubblicazioni e studi in archivio a Palermo. Tre anni dopo il senatore sarebbe riuscito a prendere 90 mila euro di risarcimento da parte di quattro giornali italiani e tredici giornalisti. Il Tribunale civile di Milano aveva riconosciuto un danno alla sua carriera nei modi in cui l'offesa di Pittsburgh era stata raccontata.
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Parlano i medici del centro universitario di Pittsburgh in cui lavorò il sindaco: "Ha cominciato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese e i suoi rapporti con altri ospedali americani". Tra le fatture, la ricarica per una stilografica: otto euro, chiesti due volte.
PITTSBURGH. Al 600 di Grant street dicono che quel nome - Ignazio Marino - vogliono solo dimenticarlo. "Era un chirurgo, trapiantava organi. Non era indispensabile, ci ha creato tanti problemi". Davanti alla fontana che spruzza acqua rosa, sotto la sede distribuita su venti piani, parlano due dirigenti del Medical center universitario di Pittsburgh, l'Upmc che gestisce venti ospedali nella Pennsylvania dell'Ovest e trentotto centri oncologici negli Stati Uniti: "Il dottor Marino si è formato da noi, ha iniziato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo, una frontiera in Europa. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese, i suoi rapporti con altri ospedali americani. Gli abbiamo imposto le dimissioni dall'Ismett di Palermo e non avremmo voluto più occuparci di quella storia, né del medico italiano. Avremmo solo sperato nel silenzio".
Zunino: "Marino e Pittsburgh, la madre di tutte le note spese"
Invece quel medico italiano, 650 trapianti in carriera, 213 pubblicazioni, ambizioso non solo come clinico, a 51 anni è stato fatto senatore, a 54 si è candidato alla guida del Partito democratico (perdendo) e a 58 si è lanciato nella campagna per diventare sindaco di Roma, mayor come dicono qui. E ha vinto. "Eravamo sorpresi che della storia degli ottomila dollari contestati non si fosse detto più nulla, ma noi non avevamo alcun interesse a sollevare un caso", dicono ancora gli amministrativi subito dopo aver chiesto di non essere citati.
L'Upmc aveva chiuso ogni rapporto con il dottor Marino come tante volte succede, e invece a tredici anni di distanza "siamo di nuovo qui". A riprendere in mano vecchi dossier, rileggere audit interni che rimandano a scontrini fiscali. "Sì, dopo tredici anni confermiamo: il dottor Marino aveva creato una doppia contabilità per le spese di trasferta. Una richiesta di rimborso la consegnava al suo centro di Palermo, l'Ismett appunto, e una alla nostra sede. Avevamo prove evidenti che la cosa fosse andata avanti per mesi e che fosse una scelta consapevole, non un caso, tantomeno un errore. Abbiamo agito subito, allora. Il 6 settembre 2002 inviammo un fax all'ospedale di Palermo e il dottor Marino nell'arco di mezza giornata controfirmò tutte le nostre condizioni. Aveva chiesto lui di dimettersi alcune settimane prima, il sei settembre abbiamo accettato senza esitazioni. Abbiamo chiuso lì ogni rapporto: uno dei nostri quattromila medici aveva perso la nostra fiducia, ma la carriera politica del dottor Marino non ci ha mai permesso di abbandonare quel dossier".
E' qui, dove la confluenza di Allegheny e Monongahela forma il fiume Ohio, non lontano dal Canada, che Ignazio Marino ha conosciuto i primi guai con le ricevute per le cene, qui che ha subito un oltraggio alla sua carriera e al consolidato orgoglio. Cresciuto sfiorando un nume tutelare della trapiantologia moderna, Thomas Starzl, che nel 1963 innestò il primo fegato su un bimbo di tre anni, nel 1997 Marino riuscì a farsi affidare da Jeffrey A. Romoff la direzione dell'Istituto Mediterraneo per trapianti e terapie ad alta specializzazione, ottanta posti letto voluti a Palermo dal governatore Cuffaro e inaugurati due anni dopo.
In quelle stagioni siciliane, oltre ad operare in sala, il dottor Marino iniziò a sperimentare l'arte dell'amministrazione pubblica, palestra per una futura politica già avvistata. "Gestivo venti milioni l'anno", ha raccontato. Ma è sulle minuzie che arrivano le contestazioni. Un precedente che tornerà negli anni da sindaco, una coazione a ripetere che taglierà le gambe prima a un chirurgo scalatore e poi a un intraprendente politico. Ottomila dollari contestati in nove mesi (in attesa di controllare a ritroso i cinque anni precedenti). Una piccola cresta. Messa così, nero su bianco il 6 settembre 2002, dal superpresidente Romoff: "Riteniamo di aver scoperto una serie di irregolarità intenzionali e deliberate con note scritte da lei a mano e sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi delle persone indicate sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all'Upmc di Palermo". Dozzine di ricevute duplicate, scrisse il presidente. Irregolarità intenzionali e deliberate, sottolineò. Dimissioni immediate, da controfirmare seduta stante. "Come restituzione dei rimborsi spese doppi da lei ricevuti accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall'Upmc ai quali avrebbe altrimenti diritto, compreso lo stipendio per il mese di settembre 2002". Ci sono anche le ferie pagate, eventuali malattie accumulate. Nulla da pretendere per il futuro da parte del direttore Ismett per rientrare degli 8.000 dollari.
A Marino fu concessa una settimana per liberare l'ufficio di Palermo, gli venne indicato nome e cognome della persona a cui lasciare auto, chiavi dell'auto e dell'appartamento, telefonino, cercapersone, computer portatili, carte di credito aziendali, gli fu anche intimato di non fare ritorno a Pittsburgh. "Tutti i libri e i giornali acquistati da noi dovranno restare nell'ufficio di Palermo", scrisse Romoff, "e se lei deciderà di trattenerne qualcuno potrà acquistarli a un prezzo ragionevole".
Oltre alle cene, si scopre oggi, il dottor Marino chirurgo di trapianti aveva l'abitudine - secondo gli accertamenti dell'audit dell'Upmc - di mettere in doppia contabilità tutte le spese personali. "C'è una fattura, rimborsata sia a Pittsburgh che a Palermo, sulla ricarica d'inchiostro per la penna stilografica del medico". Otto euro e quaranta, richiesti due volte.
Ignazio Marino successivamente avrebbe detto che, in realtà, quei fogli erano solo un fax di presa visione, che l'università di Pittsburgh gli era diventata ostile perché lui si era accordato per un nuovo incarico direttivo con l'ospedale Thomas Jefferson di Philadelphia, che era stata una sua scelta quella di dimettersi da Palermo quando aveva scoperto che in una gara d'appalto c'era un'azienda in odor di mafia e in corsia le pressioni per favorire alcuni clinici erano diventate opprimenti. Oggi i dirigenti dell'Upmc, qui a Pittsburgh, ribadiscono: "Nel 2002 il dottor Marino controfirmò una lettera di dimissioni immediate e quelle dimissioni dipesero soltanto dalla sua condotta contabile, non c'entrano Palermo né Philadelphia. Non è neppure vero che i controlli erano partiti dopo una segnalazione del medico, fu un'iniziativa del nostro audit di fronte a conti che non tornavano. Dopo quella lettera, sottolineaiamo, non c'è stata alcuna transazione e, d'altro canto, il dottor Marino non ci hai mai querelato né per falso né per danni subiti". Querela che, pure, il medico aveva promesso.
Il chirurgo romano riottenne, con la mediazione dell'avvocato Vittorio Angiolini, il pc utilizzato all'Ismett, alcune pubblicazioni e studi in archivio a Palermo. Tre anni dopo il senatore sarebbe riuscito a prendere 90 mila euro di risarcimento da parte di quattro giornali italiani e tredici giornalisti. Il Tribunale civile di Milano aveva riconosciuto un danno alla sua carriera nei modi in cui l'offesa di Pittsburgh era stata raccontata.
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
Si è dimesso,è stato sfiduciato dal suo partito, ma non ha dimenticato il suo programma elettorale.Ignazio vuole fare l'ultimo regalo ai romani.Sta lavorando per vietare il transito anche a bus e taxi tra il Colosseo e Piazza Venezia.La delibera deve essere licenziata prima del 2 Novembre, giorno in cui le dimissioni diventeranno effettive.
freg53- Messaggi : 689
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Località : acireale
Re: Marino: un sindaco da cambiare
E' persino un po' patetico, ma cosa crede di dimostrare alla fine dei conti, avrebbe fatto bene a dimettersi ed aspettare la conclusione delle indagini in corso.freg53 ha scritto:Si è dimesso,è stato sfiduciato dal suo partito, ma non ha dimenticato il suo programma elettorale.Ignazio vuole fare l'ultimo regalo ai romani.Sta lavorando per vietare il transito anche a bus e taxi tra il Colosseo e Piazza Venezia.La delibera deve essere licenziata prima del 2 Novembre, giorno in cui le dimissioni diventeranno effettive.
Rossoverde- Messaggi : 465
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Re: Marino: un sindaco da cambiare
E come facciamo ad andare da Piazza Venezia al Colosseo, non c'è neanche la Metropolitana, non tutti sanno andare in bicicletta, poi.
Bel regalo, tutti di corsa, a piedi, con i tacchi alti e l'affanno per i Fori Imperiali...
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tessa- Messaggi : 1294
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