Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
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Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
"In questa chiesa è vietato l'ingresso ai razzisti. Tornate a casa vostra". Con queste parole, scritte in grassetto su un foglio bianco, don Gianfranco Formenton, parroco di Sant'Angelo in Mercole a Spoleto, risponde agli incidenti accaduti a Treviso. Lui, originario del Veneto, non ha digerito gli episodi di razzismo verificati nei giorni scorsi a Quinto di Treviso e ha pensato bene di mettere in guardia i fedeli spoletini con un cartello che ha prima di tutto pubblicato sulla sua pagina Facebook, raccogliendo consensi e condivisioni.
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/07/20/foto/spoleto_ingresso_in_chiesa_vietato_ai_razzisti_la_provocazione_di_don_formenton-119460593/1/
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Re: Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
Caro Verci,
mi sono vergognata tantissimo per quello che è accaduto vicino a Treviso, 25 famiglie a lottare per cacciare 19 immigrati da quella casa disabitata, e ho visto questi letti , e materassi nuovi , comprati da noi tutti, gettati dalle finestre, perche' poi le loro case si deprezzavano, e inoltre c'è sempre il ritornello che una ragazza sola di notte a passeggiare la' con loro non è tranquilla, io non capisco perchè una ragazza debba passeggiere sola di notte la', la Prudenza è una virtu' cardinale, io abito a Roma centro ma non me ne sono mai andata a passeggiare a Roma centro da sola di notte, perchè il mondo è questo, ed è meglio strarsene a casa. Mi sembrava di rileggere-osservando gli abitanti di Treviso- i libri di Norman Mailer, che da ragazza mi spaventarono.
Noi, a Roma, siamo infastiditi da torme di immigrati che corrono qua e la' con le loro mercanzie in mano, per sfuggire i controlli dei poliziotti in borghese, e non, da immigrati che provengono dall'Africa sub- sahariana con giganteshi sacchi e che salgono sui bus ostacolando discese e salite, ma non ci siamo mai comportati in modo cosi' vergognoso come si sono comportati gli abitanti di Treviso, terra bianca, ossequiosa alla chiesa, abbiamo visto, forse per loro "chiesa" significa solo caccia al gay.
E' gente che non legge e non studia, l'ultimo capitolo del Vangelo di Matteo si chiude con il discorso di Gesù sulla separazione tra pecore e capri, e tra le pecore vi saranno coloro che hanno accolto e nutrito il forestiero, chi non lo farà è destinato al fuoco eterno, è tutto un capitolo sulla carita', agàpe, che a pochi ancora interessa.
Il parroco di Spoleto ha fatto bene, ma ognuno pensa per sè, nessuno vuole questi poveracci, anzi ora io chiedo indietro i soldi che ho versato con le tasse per tutti i letti, i materassi, i tavoli che hanno distrutto, e se mi dicono, ma tu non hai cosi' tanti immigrati fuori della tua casa, dico, ma come no, facciamo un giro, quello vende borse, l'altro calzette, l'altro scarpe vecchie, l'altro nei ristoranti fiori, ma Roma, la rossa , culla di ogni civiltà, Medaglia d'oro alla Resistenza, che ha tutti i municipi con amministrazione rossa, non si è macchiata di simili nefandezze.
Che orrore!
mi sono vergognata tantissimo per quello che è accaduto vicino a Treviso, 25 famiglie a lottare per cacciare 19 immigrati da quella casa disabitata, e ho visto questi letti , e materassi nuovi , comprati da noi tutti, gettati dalle finestre, perche' poi le loro case si deprezzavano, e inoltre c'è sempre il ritornello che una ragazza sola di notte a passeggiare la' con loro non è tranquilla, io non capisco perchè una ragazza debba passeggiere sola di notte la', la Prudenza è una virtu' cardinale, io abito a Roma centro ma non me ne sono mai andata a passeggiare a Roma centro da sola di notte, perchè il mondo è questo, ed è meglio strarsene a casa. Mi sembrava di rileggere-osservando gli abitanti di Treviso- i libri di Norman Mailer, che da ragazza mi spaventarono.
Noi, a Roma, siamo infastiditi da torme di immigrati che corrono qua e la' con le loro mercanzie in mano, per sfuggire i controlli dei poliziotti in borghese, e non, da immigrati che provengono dall'Africa sub- sahariana con giganteshi sacchi e che salgono sui bus ostacolando discese e salite, ma non ci siamo mai comportati in modo cosi' vergognoso come si sono comportati gli abitanti di Treviso, terra bianca, ossequiosa alla chiesa, abbiamo visto, forse per loro "chiesa" significa solo caccia al gay.
E' gente che non legge e non studia, l'ultimo capitolo del Vangelo di Matteo si chiude con il discorso di Gesù sulla separazione tra pecore e capri, e tra le pecore vi saranno coloro che hanno accolto e nutrito il forestiero, chi non lo farà è destinato al fuoco eterno, è tutto un capitolo sulla carita', agàpe, che a pochi ancora interessa.
Il parroco di Spoleto ha fatto bene, ma ognuno pensa per sè, nessuno vuole questi poveracci, anzi ora io chiedo indietro i soldi che ho versato con le tasse per tutti i letti, i materassi, i tavoli che hanno distrutto, e se mi dicono, ma tu non hai cosi' tanti immigrati fuori della tua casa, dico, ma come no, facciamo un giro, quello vende borse, l'altro calzette, l'altro scarpe vecchie, l'altro nei ristoranti fiori, ma Roma, la rossa , culla di ogni civiltà, Medaglia d'oro alla Resistenza, che ha tutti i municipi con amministrazione rossa, non si è macchiata di simili nefandezze.
Che orrore!
tessa- Messaggi : 1293
Data d'iscrizione : 30.07.13
Località : Roma
Re: Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
A me piange il cuore, perché rivedo in questi episodi quanto accaduto non troppi anni fa, 40-50, nel mio Piemonte. Sembrano tanti ma sono un attimo. Gente arrabbiata perché a degli "stranieri", provenienti dalle altre regioni, non solo del sud, ma anche dell'est.
Si proprio da quel Veneto. Tanti emigranti in cerca di Lavoro che all'epoca Torino con la FIAT ed il suo indotto poteva offrire...
Spuntavano cartelli un po' Ovunque in cui si diceva che non si affittava a questi "stranieri". Anche all'epoca stessi discorsi, le proprietà che si deprezzano, la malfidenza, il lavoro rubato...
Non è la prima volta che lo dico ma non mi stanco di ripeterlo. Perché in 50 anni il mondo non è cambiato. Sotto la patina di calce bianca appena data rimane sempre lo stesso sepolcro di prima...
Si proprio da quel Veneto. Tanti emigranti in cerca di Lavoro che all'epoca Torino con la FIAT ed il suo indotto poteva offrire...
Spuntavano cartelli un po' Ovunque in cui si diceva che non si affittava a questi "stranieri". Anche all'epoca stessi discorsi, le proprietà che si deprezzano, la malfidenza, il lavoro rubato...
Non è la prima volta che lo dico ma non mi stanco di ripeterlo. Perché in 50 anni il mondo non è cambiato. Sotto la patina di calce bianca appena data rimane sempre lo stesso sepolcro di prima...
Epoch- Messaggi : 720
Data d'iscrizione : 03.12.13
Località : Valle di Susa
Re: Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
Ognuno di noi "sceglie" "dove" e da "chi" nascere?
afam- Messaggi : 228
Data d'iscrizione : 28.08.13
Località : Roma
Re: Spoleto, ingresso in chiesa vietato ai razzisti: la provocazione di don Formenton
A nessuno piacerebbe essere definito: animale, in un senso spregiativo e soprattutto associato a una specie evoluta quale è l'Uomo.
Il comportamento ostile di una specie animale nei confronti di elementi esterni che invadono il proprio territorio, comportamento che scaturisce dalla componente istintiva della specie stessa, è classificato scientificamente come: difesa territoriale.
L'intolleranza raziale è una reazioni istintiva della componente animalesca dell'individuo, e non è circoscritta da confini geografici, ovvero i trevigiani non sono più intolleranti di qualche altro loro simile in Italia; Francia; Giappone; America..., diciamo che la componente istintiva -ossia animalesca della persona- prevale su quella della ragione e della razionalità, per le quali l'Uomo si distingue dai suoi dissimili del regno animale.
A produrre ulteriore conflitto tra "invasi" e "invasori" è, a mio avviso, una dose di gelosia verso il proprio territorio e le proprie cose, e in questo caso ci si addentra tra meandri sentimentali che alla fine potrebbero confluire nell'immenso bacino dell'etica.
La gelosia in un individuo si innesca quando l'amore verso i propri affetti, che possono essere persone o cose, viene minacciato, alterando in tal caso un appagante senso di tranquillità e/o quiete spirituale, se si considera la reciprocità dell'amore stesso.
Ma allora cosa ci vorrebbe per far prevalere, nelle persone, la componente ragione sull'animalesco istinto?
Sicuramente non il cartello affisso dal parroco di Spoleto davanti al portone della chiesa; quel cartello esalta molto di più gli animi a reazioni "animalesche".
A mio avviso occorre una preparazione delle coscienze umane coinvolte: accolti e accoglienti, molto tempo prima che si inneschino conflitti etnici, mettendo in risalto il valore dell'Uomo; ricorrendo a tangibili atti simbolici pregni di significato etico. In parte lo si fa già, ma è poco se si considerano i recenti fatti di intolleranza accaduti a Treviso e non solo.
Il comportamento ostile di una specie animale nei confronti di elementi esterni che invadono il proprio territorio, comportamento che scaturisce dalla componente istintiva della specie stessa, è classificato scientificamente come: difesa territoriale.
L'intolleranza raziale è una reazioni istintiva della componente animalesca dell'individuo, e non è circoscritta da confini geografici, ovvero i trevigiani non sono più intolleranti di qualche altro loro simile in Italia; Francia; Giappone; America..., diciamo che la componente istintiva -ossia animalesca della persona- prevale su quella della ragione e della razionalità, per le quali l'Uomo si distingue dai suoi dissimili del regno animale.
A produrre ulteriore conflitto tra "invasi" e "invasori" è, a mio avviso, una dose di gelosia verso il proprio territorio e le proprie cose, e in questo caso ci si addentra tra meandri sentimentali che alla fine potrebbero confluire nell'immenso bacino dell'etica.
La gelosia in un individuo si innesca quando l'amore verso i propri affetti, che possono essere persone o cose, viene minacciato, alterando in tal caso un appagante senso di tranquillità e/o quiete spirituale, se si considera la reciprocità dell'amore stesso.
Ma allora cosa ci vorrebbe per far prevalere, nelle persone, la componente ragione sull'animalesco istinto?
Sicuramente non il cartello affisso dal parroco di Spoleto davanti al portone della chiesa; quel cartello esalta molto di più gli animi a reazioni "animalesche".
A mio avviso occorre una preparazione delle coscienze umane coinvolte: accolti e accoglienti, molto tempo prima che si inneschino conflitti etnici, mettendo in risalto il valore dell'Uomo; ricorrendo a tangibili atti simbolici pregni di significato etico. In parte lo si fa già, ma è poco se si considerano i recenti fatti di intolleranza accaduti a Treviso e non solo.
Condor- Messaggi : 377
Data d'iscrizione : 27.09.13
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