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E' morto Leo Tindemans (venerdì 26.12.2014). Aveva 92 anni.

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Messaggio Da Erasmus Mar Dic 30, 2014 3:12 am

Per i giovani  "Leo Tindemans" è probabilmente il nome di uno sconosciuto.
E forse è il nome di uno sconosciuto anche per i meno giovani che non abbiano seguito l'evoluzione della Comunità Economica Europea nei difficili anni '70. Ma sono proprio in quegli anni  i prodromi dell'evolversi della Comunità da puramente economica a comunità anche politica e sociale, sfociata poi a Maastricht nell'Unione Europea (con qualcosa di autenticamente federale, seppur ancora poco [come gli esigui poteri legislativi del Parlamento Europeo]  e ...distorto , come la nascita di una moneta comune senza stato). Ed in quel fermento di attesa (e speranza dei federalisti ... purtroppo  poi andata delusa (purtroppo per tutti gli europei, non solo per i federalisti) Tindemans è stato un pimportante protagonista.

Io lo ricordo bene il "rapporto Tindemans" (dicembre 1975): rapporto atteso da parecchi mesi.
Per i federalisti non era un gran che l'avanzamento istituzionale proposto dallo statista Belga. Si trattava solo di piccole correzioni a quanto già in vigore. Per qualcuno di noi che aveva riposto molte speranze in quell'atteso rapporto, esso era  del tutto deludente, avendo Tindemans la fama di grande europeista. La realtà era però un'altra: Tindemans non poteva tirare troppo la corda in direzione federalista, pena il non ottenere niente di niente! Ed infatti, il suo rapporto (volto a stabilire in prospettiva quale sarebbe potuta essere una Unione Europea politica, seppur molto ... leggera) rimase formalmente in discussione per ben quattro anni nel "Consiglio dei ministri", per essere poi accantonato per l'inconciliabilità delle posizioni dei vari leader dei paesi membri della CEE.

La campagna per l'elezione diretta del Parlamento Europeo (inizialmente nominato per la rispettiva quota parte dai vari parlamenti nazionali) parte in Italia nel 1969 (promossa dal MFE). Senza modificare i trattati, sarebbe possibile che i deputati europei spettanti a ciascun paese-membro della CEE fossero eletti a suffragio dietto nel proprio paese. In Italia il governo ripete di essere d'accordo, ma la legge di "iniziativa popolare" non viene mai discussa in Parlamento (e l'iniziativa viene  "ereditata" dalla successiva legislatura, ma di nuovo senza mai venire all'ordine del giorno). Cose analoghe succedono negli altri paesi.

Nel 1974, a distanza di 5 anni dalla proposta di legge su "iniziativa popolare" (promossa appunto dal MFE), sono 6 i paesi (sul totale di 9 della CEE di allora) nei quali i governi insabbiano una analoga iniziativa.

Intanto è dal 1972 che il MFE prosegue la campagna per la creazione di una moneta unica europa. [Si ricordi che la denuncia delgli accordi di Bretton Woods da parte degli USA sotto la presidenza di Nixon è del 1971].

Nel dicembre 1974, nello storico "Vertice europeo" di Parigi, il Presidente della Repubblica francese  Valéry Giscard d'Estaing fece sua la proposta federalista delle elezioni del PE "a suffragio diretto universale". Con un parlamento europeo eletto direttamente come i parlamenti nazionali il quadro politico della CEE sarebbe cambiato profondamente.
Quale dunque il futuro politico della Comunità europea?

Lo stesso "Vertice di Parigi" (09-10 dicembre 1974), accogliendo la proposta di Giscard d'Estaing delle elezioni dirette del PE (da tenersi entro il 1978), incaricò il premier belga Leo Tindemans di promuovere un adeguato studio a proposito della futura fisionaomia della Comunità europea e raccoglierne i risultati in un rapporto ad hoc.

Il "Rapporto Tindemans" fu presentato un anno dopo (29 dicembre 1975).

Trascrivo il breve testo sotto la voce "rapporto Tindemans"  dal sito:
  ––> "Nuovi Dizionari online Simone - Dizionario dell'Unione Europea"
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Rapporto Tindemans

Documento, presentato al Consiglio europeo il 29 dicembre 1975 dall’allora primo ministro belga Leo Tindemans, contenente un progetto sullo sviluppo dell’Unione europea. 
La redazione di questo rapporto era stata richiesta durante il vertice di Parigi del 1974 affinché venisse definita la nozione di “Unione europea” e fossero individuate le tappe della sua integrazione. 
Il rapporto Tindemans partiva dalla constatazione che la creazione di un’Europa unita dovesse ricevere nuova linfa e vitalità soprattutto attraverso la riorganizzazione dell’assetto istituzionale comunitario e lo sviluppo di politiche comuni. 
In quest’ottica il documento risultava diviso in cinque sezioni: una visione comune dell’Europa, l’Europa nel mondo, l’Europa economica e sociale, l’Europa dei cittadini, il rafforzamento delle istituzioni. 
Il primo ministro belga sottolineava, nel suo documento, l’importanza di avviare azioni concrete che avvicinassero i cittadini comunitari alle istituzioni europee; tali azioni riguardavano la protezione dei diritti fondamentali (v. Diritti umani), la tutela dei consumatori (v.), la protezione dell’ambiente (v. Politica dell’ambiente), l’instaurazione della libera circolazione delle persone (v.), di una politica comune di educazione e di informazione. 
Dal punto di vista istituzionale, il rapporto conteneva proposte volte a rendere più efficiente il sistema già in vigore attraverso l’attribuzione al Parlamento europeo di maggiori poteri, quali l’iniziativa legislativa (v.), e al Consiglio europeo la facoltà di indicare sistematicamente gli organi competenti a dare attuazione alle sue decisioni. 
Sebbene i contenuti del documento fossero di notevole importanza, il rapporto Tindemans non fu accolto con grande entusiasmo e, dopo essere rimasto tra gli argomenti di discussione del Consiglio europeo per quattro anni, fu accantonato a causa di contrasti politici all’interno della Comunità.

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Per informazioni generali su Leo Tindemans:
––> "Leo Tindemans", (Ricerca con Google)

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