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Salvatore Quasimodo: "Alle fronde dei salici".

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Messaggio Da Epoch Lun Ott 06, 2014 11:57 am

Al contrario di "Soldati" di Ungaretti, questa poesia è ambientata più vicino a noi, dopo il catastrofico armistizio della 2°Guerra mondiale, quando l'italia voltò le spalle a quello che fino ad allora era suo alleato e che si trovava, purtroppo, sul suo territorio.

Salvatore Quasimodo ha scritto:
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.


Ultima modifica di Epoch il Lun Ott 06, 2014 10:04 pm - modificato 1 volta.
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Salvatore Quasimodo: "Alle fronde dei salici". Empty Re: Salvatore Quasimodo: "Alle fronde dei salici".

Messaggio Da Epoch Lun Ott 06, 2014 11:59 am

Piccolo dettaglio, sono passati quasi 70 anni, ma le guerre attuali, in giro per il mondo, quale differenza anno da quella descritta nella poesia??
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Salvatore Quasimodo: "Alle fronde dei salici". Empty Re: Salvatore Quasimodo: "Alle fronde dei salici".

Messaggio Da tessa Lun Ott 06, 2014 9:52 pm

Caro Epoch, grazie per averci riproposto la stupenda poesia del Nobel Quasimodo. Le guerre non sono mai cambiate,  da tempi immemorabili l'orrore è sempre lo stesso e si rinnova.
Ricordo che rimasi terrificata da fanciulla leggendo "Niente di nuovo sul fronte occidentale " di Remarque, ambientato nella I Guerra Mondiale, e ricordo l'orrore provato leggendo poi "La pelle " di Curzio Malaparte. Stiamo ancora scavando a Teutoburgo e rinveniamo sempre piu' cadaveri decapitati, con femori e omeri tranciati di netto, a Waterloo c'e' un museo dove possiamo vedere gli strumenti chirurgici usati dai medici per amputazioni varie, a Canne ancora ossa giacciono dissepolte. Tutti ricordiamo film storici come "Lo sbarco in Normandia", per fortuna in bianco e nero , e tutti sanno che le spiagge e le acque del mare della Normandia si tinsero di rosso, gli amici dei soldati feriti all'addome li uccidevano per evitare loro tremende sofferenze. Spielberg ci ha riproposto lo sbarco in Normandia , ma a colori purtroppo, nel film "Salvate il soldato Ryan", e non ci ha risparmiato le turpitudini della guerra.
Ne "La pelle" di Curzio Malaparte mi ha sconvolto il paragrafo che narra di come a Napoli, per la prima volta, si vendessero i bambini per fame agli Alleati,e questa descrizione degli Alleati che mettevano le mani nei calzoncini dei bambini per scegliere...mi ha fatto accapponare la pelle...
Epoch, la guerra non è mai cambiata, da Salamina a Maratona ad ora, l'orrore è sempre lo stesso.
tessa
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