Scuola musicale napoletana (compositori della...)
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Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Se a Napoli esiste il teatro più antico e prestigioso d'Europa: il San Carlo, essendo stato fondato nel 1737, non poteva nella stessa città non essere presente la scuola musicale altrettanto più prestigiosa d'Europa: Scuola musicale napoletana o Opera napoletana.
Da WikipediA traggo spunto per citare alcune considerazioni di uomini dell'epoca in merito al prestigio della Scuola musicale napoletana:
“Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero” (Charles de Brosses, 1739)
Francesco Durante fu uno dei luminari della musica barocca del '700, che proprio nella scuola napoletana trasmise il proprio estro musicale ad allievi divenuti eccellenti compositori, come: Giovanni Paisiello (compositore dell'Inno del Regno delle due Sicilie), Niccolò Jommelli, Niccolò Piccinni ed altri di non inferiore prestigio.
Se Durante era amato dagli allievi, meno lo era Alessandro Scarlatti, figura eccellente in campo operistico e considerato uno dei pilastri della scuola musicale napoletana.
La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli durante il periodo del Classicismo è testimoniata anche da una lettera che il padre di Wolfgang Amedeus Mozart scrisse al figlio:
« Adesso la questione è solo: dove posso avere più speranza di emergere? forse in Italia, dove solo a Napoli ci sono sicuramente 300 Maestri [...] o a Parigi, dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle punte delle dita? »
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Francesco Durante (Frattamaggiore, 31 Marzo 1684 - Napoli, 30 Settembre 1755)
Da WikipediA traggo spunto per citare alcune considerazioni di uomini dell'epoca in merito al prestigio della Scuola musicale napoletana:
“Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero” (Charles de Brosses, 1739)
Francesco Durante fu uno dei luminari della musica barocca del '700, che proprio nella scuola napoletana trasmise il proprio estro musicale ad allievi divenuti eccellenti compositori, come: Giovanni Paisiello (compositore dell'Inno del Regno delle due Sicilie), Niccolò Jommelli, Niccolò Piccinni ed altri di non inferiore prestigio.
Se Durante era amato dagli allievi, meno lo era Alessandro Scarlatti, figura eccellente in campo operistico e considerato uno dei pilastri della scuola musicale napoletana.
La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli durante il periodo del Classicismo è testimoniata anche da una lettera che il padre di Wolfgang Amedeus Mozart scrisse al figlio:
« Adesso la questione è solo: dove posso avere più speranza di emergere? forse in Italia, dove solo a Napoli ci sono sicuramente 300 Maestri [...] o a Parigi, dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle punte delle dita? »
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Francesco Durante (Frattamaggiore, 31 Marzo 1684 - Napoli, 30 Settembre 1755)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Niccolò Piccinni (Bari, 16 Gennaio 1728 - Parigi, 7 Maggio 1800)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Vincenzo Bellini (Catania, 3 Novembre 1801 - Puteaux, 23 Settembre 1835)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Giovanni Paisiello (Taranto, 9 Maggio 1740 - Napoli, 5 Giugno 1816)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Due "opere" agli estremi opposti, e comunque entrambe godibili:
- una raccolta di deliziosi cammei interpretati, se ben ricordo, dalla Fusco e con il titolo di "villanelle alla napoletana" per i tipi di Amadeus
- lo Stabat Mater dello Scarlatti figlio, polifonia barocca estremamente ridondante a 11 voci.
- una raccolta di deliziosi cammei interpretati, se ben ricordo, dalla Fusco e con il titolo di "villanelle alla napoletana" per i tipi di Amadeus
- lo Stabat Mater dello Scarlatti figlio, polifonia barocca estremamente ridondante a 11 voci.
animalo- Messaggi : 238
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Riporto il primo dei brani segnalati da lo-anima. Spero corrisponda a quanto descritto. In ogni caso, molto piacevole.
La "villanella alla napoletana", genere misto popolare/colto molto in voga nel Cinquecento, fu antenata della canzone napoletana. Questa lunga registrazione, nella bellissima interpretazione della cantante Renata Fusco, presenta molte villanelle di diversi autori cinquecenteschi: Leonardo Dell'arpa, Giovanni Leonardo Primavera, Giacomo Gorzanis, diverse di autori anonimi, e anche di compositori franco-fiamminghi che adottarono questo genere della villanella italiana, come Roland de Lassus (Orlando di Lasso), Adrian Willaert e Hubert Waelrant.
La "villanella alla napoletana", genere misto popolare/colto molto in voga nel Cinquecento, fu antenata della canzone napoletana. Questa lunga registrazione, nella bellissima interpretazione della cantante Renata Fusco, presenta molte villanelle di diversi autori cinquecenteschi: Leonardo Dell'arpa, Giovanni Leonardo Primavera, Giacomo Gorzanis, diverse di autori anonimi, e anche di compositori franco-fiamminghi che adottarono questo genere della villanella italiana, come Roland de Lassus (Orlando di Lasso), Adrian Willaert e Hubert Waelrant.
Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Leonardo dell'Arpa dovrebbe essere, se non sbaglio, Giovanni Leonardo Mollica, che poichè era un bravo arpista, veniva riconosciuto anche come "dell'Arpa".
Ma per quanto mi pare di ricordare credo che il genere lo si debba in primo luogo a Giovanni Domenico da Nola del quale abbiamo le prime trascrizioni pubblicate nella prima metà del 1500 da un editore di cui non ricordo il nome (Tipo Francesco o Carlo da Colonia .... ma potrei sbagliarmi di parecchio...) e che io ho visto una decina di anni fa nella Biblioteca di Wolfenbuttel, nei pressi di Hannover in Germania.
E' la prima stampa in assoluto nel mondo delle prime 15 villanelle a tre voci (1520 o 1530 circa).
Ma le villanelle erano un genere popolare che si eseguiva a Napoli almeno da un paio di secoli, diciamo dal 1300, del quale genere pyrtroppo abbiano scarsissime documentazioni scritte prima del 1500.
La caratteristica era piuttosto originale, e in pratica la villanella era cantata sempre a tre voci, nella stessa tonalità, ma una portante e le altre due un'ottava sotto.
Questa caratterizzazione pare che permettesse una migliore diffusione dell'audio nei teatri e nelle sale del tempo, e compensavano allo scarno accompagnamento del liuto.
Infatti la NCCP ha eseguito delle pregevoli esecuzioni curate dallo storiografo musicale De Simone, proprio eseguendo quasi sempre le villanelle a tre voci, secondo lo schemino che ho descritto sopra.
E quando le tre voci non c'erano allora lo strumento a corda ne riproduceva una, pari pari al canto.
In tutta europa si suonavano e cantavano villanelle "alla napoletana" fino a quando poi, alla fine del secolo, per esigenze commerciali, il napoletano fu rimpiazzato dall'italiano, dal francese e addirittura dall'inglese , il che come è facile intuire fece diventare il genere una ciofeca.
A Napoli, al contrario, la villanella prese sempre piu' piede, passando a degli arrangiamenti piu' colti ed affascinanti, servendosi di strumentazioni piu' ricche e anche di tecniche vocali (contrappuntistiche) inconsuete per un genere popolare.
Ma qua andiamo oltre il tema. Il fatto è che quando si parla di musica mi gfaccio un po' prendere dall'entusiasmo ......
Ma per quanto mi pare di ricordare credo che il genere lo si debba in primo luogo a Giovanni Domenico da Nola del quale abbiamo le prime trascrizioni pubblicate nella prima metà del 1500 da un editore di cui non ricordo il nome (Tipo Francesco o Carlo da Colonia .... ma potrei sbagliarmi di parecchio...) e che io ho visto una decina di anni fa nella Biblioteca di Wolfenbuttel, nei pressi di Hannover in Germania.
E' la prima stampa in assoluto nel mondo delle prime 15 villanelle a tre voci (1520 o 1530 circa).
Ma le villanelle erano un genere popolare che si eseguiva a Napoli almeno da un paio di secoli, diciamo dal 1300, del quale genere pyrtroppo abbiano scarsissime documentazioni scritte prima del 1500.
La caratteristica era piuttosto originale, e in pratica la villanella era cantata sempre a tre voci, nella stessa tonalità, ma una portante e le altre due un'ottava sotto.
Questa caratterizzazione pare che permettesse una migliore diffusione dell'audio nei teatri e nelle sale del tempo, e compensavano allo scarno accompagnamento del liuto.
Infatti la NCCP ha eseguito delle pregevoli esecuzioni curate dallo storiografo musicale De Simone, proprio eseguendo quasi sempre le villanelle a tre voci, secondo lo schemino che ho descritto sopra.
E quando le tre voci non c'erano allora lo strumento a corda ne riproduceva una, pari pari al canto.
In tutta europa si suonavano e cantavano villanelle "alla napoletana" fino a quando poi, alla fine del secolo, per esigenze commerciali, il napoletano fu rimpiazzato dall'italiano, dal francese e addirittura dall'inglese , il che come è facile intuire fece diventare il genere una ciofeca.
A Napoli, al contrario, la villanella prese sempre piu' piede, passando a degli arrangiamenti piu' colti ed affascinanti, servendosi di strumentazioni piu' ricche e anche di tecniche vocali (contrappuntistiche) inconsuete per un genere popolare.
Ma qua andiamo oltre il tema. Il fatto è che quando si parla di musica mi gfaccio un po' prendere dall'entusiasmo ......
MAD- Messaggi : 139
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Riporto il secondo dei brani segnalati da lo-anima. Le voci sono 10 e non 11, ma questo credo cambi molto poco. Buon ascolto.
p.s. il gruppo vocale-strumentale Concerto Italiano è stato fondato nel 1984 dal clavicembalista Rinaldo Alessandrini
p.s. il gruppo vocale-strumentale Concerto Italiano è stato fondato nel 1984 dal clavicembalista Rinaldo Alessandrini
Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Antonio Sacchini (Firenze, 14 Giugno 1730 - Parigi, 6 Ottobre 1786)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Giovanni Battista Pergolesi (Jesi, 4 Gennaio 1710 - Pozzuoli, 17 Marzo 1736)
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Re: Scuola musicale napoletana (compositori della...)
Domenico Cimarosa (Aversa, 17 Dicembre 1749 - Venezia, 11 Gennaio 1801)
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