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Riflessioni sulla crisi economica.

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Messaggio Da ART- Lun Ago 11, 2014 5:16 pm

Girano delle classiche paranoie su complotti dei cattivi stranieri per mettere in ginocchio/deindustralizzare l'Italia in modo da costringerla a vendere i suoi "gioielli di famiglia": queste sono fantasie politiche, alimentate però dall'egoismo reale mostrato durante la crisi dalla Merkel (non potrebbe essere altrimenti dato che lei è la prima a non volerne sapere del processo d'integrazione, la persona sbagliata al momento sbagliato) e dalla struttura dell'UE di oggi, che è una comunità di stati indipendenti di diverso peso, dove tutto deve per forza essere frutto di compromessi.
Pare si dimentichino cose elementari, come che l'essere arrivati a questo punto dai decenni passati non lo dobbiamo certo a presunte imposizioni europee, anche se a molti fa comodo che così si creda, come che l'economia di un paese non dipende solo o soprattutto da che valuta usa.
Si cita l'impoverimento italiano cercando di creare inesistenti nessi diretti con l'Euro: c'è stata una crisi di livello mondiale durata anni, ma questo è un piccolo, insignificante particolare... no, in verità è tutta colpa dell'euraccio cattivo.

Ancora oggi a volte si citano le esportazioni come motivazione principale per cui dovremmo uscire dall'unione monetaria: ma il tracollo delle esportazioni sommerse dalla forza dell'Euro di cui si urlava tempo fa da qualche parte si è rivelato una balla. Dati alla mano le esportazioni sono praticamente l'unica cosa che oggi tira, con l'Euro a qualunque livello.
Ecco cosa ne pensa ad esempio il Centro studi di Confindustria, organizzazione che raduna imprenditori industriali e non qualche saltimbanco saltato fuori dall'uovo di Pasqua a dirci che staremmo meglio di adesso cambiando valuta dall'Euro alla carta da cesso: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-14/centro-studi-confindustria-unuscita-111806.shtml?uuid=Abm82i7F

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-05/perche-sarebbe-disastro-uscire-area-euro-064108.shtml?uuid=ABfyTYu

e aggiungerei anche:
http://www.blitzquotidiano.it/economia/uscita-euro-costa-2-000-miliardi-conti-correnti-mutui-1749234/

E' un esempio come un altro, quello che suggerirei è di andarci cauti prima di dar retta ai supereconomisti col diploma di ragioniere (e spesso una tessera di partito) che ci descrivono come sarebbe tutto più facile uscendo dall'unione monetaria.

Del resto attribuire all'Euro la colpa della situazione italiana è la classica strategia che chi ha davvero da guadagnarci, soprattutto la speculazione finanziaria e i politici a caccia di voti, sta seguendo scientemente: non si sa mai di spuntarla spingendo i fessi italiani a suicidarsi da soli per la disperazione. Ma soprattutto è un metodo buono a distrarre l'opinione pubblica dai veri problemi, che come sempre citano gli imprenditori in Italia sono l'eccessiva burocrazia, l'eccessiva pressione fiscale, l'incapacità o lentezza della pubblica amministrazione e la criminalità organizzata, non l'esistenza dell'Euro.  

Verci ha scritto: In effetti si può sempre rimproverare l'assurdità di una scelta che ha portato a suo tempo la lira a un rapporto debole nei confronti dell'euro, ma sembra quasi di voler guardare agli errori del passato per coprire oggi l'incapacità di gestire adeguatamente il problema.

Il rapporto fra lira ed euro non è "debole", vecchia leggenda dei primi anni di scontri elettorali che sfruttavano l'Euro come capro espiatorio, e non è stato deciso da nessuno ma era il precedente rapporto ECU-lira. Ben altro è il problema, che riguarda la gestione dell'economia in generale. Tendiamo a dimenticarci il semplicissimo fatto che l'economia europea non è un sistema a comparti stagni ma il livello d'integrazione raggiunto è molto alto: un esempio classico, dalla metà al 70% dell'import-export di ogni stato avviene proprio con gli altri stati dell'UE: nonostante ciò qualcuno pretende ancora di gestire tutto come se ogni stato fosse un pianeta a sè stante che prospererà fregandosene di quello che fanno gli altri e in che condizioni si trovano.
Parlavi anche di scelta dell'UK di riamarne fuori: a parte le altre considerazioni teniamo presente che comunque la Gran Bretagna ha rifiutato di entrare nell'unione monetaria per una scelta politica, perchè è contraria di principio a qualunque passo verso una maggiore unità europea e non perchè entrando pensava di subirne dei danni.

Hai parlato anche di rinegoziare la nostra partecipazione all'UE, e qui siamo a un punto cruciale: ammesso che esista un modo sensato di farlo, che io francamente non riesco neanche a immaginare, non servirebbe a nulla. Scappare non serve a niente: è tutto il sistema europeo che va cambiato. Questa è l'unica "sconcertante" realtà che andiamo ripetendo da decenni, ma si è dovuto aspettare la gran crisi per accorgerci che l'Europa non può rimanere quello che è ora, che non è più possibile blaterare senza fare niente. Se non si ritiene possibile cambiare il sistema europeo alla radice è inutile darsi pena, non bisogna certo essere indovini per capire che in ogni caso nessun rimedio ci salverebbe (noi italiani e tutti noi europei).

Scappare non servirà, bisogna solo decidere se tentare con la strada dell'unità europea seria o gettare la spugna e rassegnaci alla decadenza.


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Per un ottimo riassunto circa le balle sull'Euro & sistema annesso non perdetevi: https://areaforum.forumattivo.it/t434-una-lettura-interessante

In rete vi consiglio questo sito: http://www.lavoce.info/category/rubriche/speciale-euro-pro-e-contro/
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Messaggio Da Verci Gio Ago 14, 2014 3:12 am

animalo ha scritto:Notiziuole ufficiali di bankitalia.
Al 31/3/2014 il debito pubblico ammontava a 2120 miliardi di E ed il rapporto debito/pil a 135,6
al 30/5/2014 il debito pubblico ammontava a 2166 miliardi di E........
Aggiorniamo il preoccupante dato..... 

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Messaggio Da Verci Gio Ago 14, 2014 3:30 am

ART- ha scritto:..........Hai parlato anche di rinegoziare la nostra partecipazione all'UE, e qui siamo a un punto cruciale: ammesso che esista un modo sensato di farlo, che io francamente non riesco neanche a immaginare, non servirebbe a nulla. Scappare non serve a niente: è tutto il sistema europeo che va cambiato. Questa è l'unica "sconcertante" realtà che andiamo ripetendo da decenni, ma si è dovuto aspettare la gran crisi per accorgerci che l'Europa non può rimanere quello che è ora, che non è più possibile blaterare senza fare niente. Se non si ritiene possibile cambiare il sistema europeo alla radice è inutile darsi pena, non bisogna certo essere indovini per capire che in ogni caso nessun rimedio ci salverebbe (noi italiani e tutti noi europei).

Scappare non servirà, bisogna solo decidere se tentare con la strada dell'unità europea seria o gettare la spugna e rassegnaci alla decadenza...
Il problema della nostra economia sembra ora esulare da queste passate problematiche. Fra gl ialtri, vi sono anche problemi relativi ad un improprio e limitato uso dei fondi europei. Solo per fare un esempio, l'Italia ha finora contribuito al bilancio europeo con 159 miliardi di € in 10 anni, incassandone appena 104. Nell'articolo di cui riporto il link a fine pagina, si parla di utilizzo prevalente di quei soldi anzichè in progetti di ricerca, innovazione delle tecnologie e ammodernamento delle infrastrutture, in finanziamenti a pioggia, destinati a "iniziative" come quelle che sono di seguito descritte e che fanno letteralmente accapponare la pelle:

"3.541 euro alla trattoria Don Ciccio di Bagheria, specialità «pasta cu finocchi e i sardi»; 12.075 euro all'impresa edile Pippo Pizzo di Montagnareale; 2.271 euro alla gelateria Mozart di Castelvetrano; perfino 3.264 euro all'agenzia funebre Al Giardino dei Fiori di Gangi. Non solo. In Sicilia non sembra esserci un solo evento sportivo che non sia stato finanziato da Bruxelles: 188 mila euro per la maratona di Palermo (due edizioni); un milione e mezzo per il concorso di salto a ostacoli; 2,4 milioni per i mondiali di scherma; 127 mila euro per il volley femminile. Attività che con i fondi europei per lo sviluppo non hanno nulla a che fare.

Oltre a quello del Sud, l'Italia ha fatto conoscere a Bruxelles anche il clientelismo del Nord e del Centro. Tra il 2011 e il 2012, segnala Mario Giordano, il Friuli Venezia Giulia è riuscito a ottenere decine di migliaia di euro per finanziare corsi di long drink e cocktail nelle principali città della Regione. La Lombardia ha ottenuto 2.239 euro per «controllare la genuinità della polenta valpadana» e altri 18.095 per «le tecniche di pizzeria» di Tolmezzo; idem in Piemonte, dove tra i tanti progetti insulsi spiccano i tremila euro destinati a una ditta di onoranze cimiteriali di Baveno. Nel Centro Italia sono arrivati finanziamenti a pioggia per le scuole di tattoo, spuntate come funghi dall'oggi al domani, il che aiuta a capire come sia cresciuta questa moda tra i giovani. Idem per i centri massaggi: quello di Serrungarina nelle Marche ha preso 817 euro, mentre il Dharma Centro Massaggi a Civitanova Marche ne ha incassati 2.971. Più robusto il contributo allo Sport Village di Castel di Sangro: 80 mila euro.

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Messaggio Da ART- Gio Ago 14, 2014 4:47 pm

Verci ha scritto:Il problema della nostra economia sembra ora esulare da queste passate problematiche. Fra gl ialtri, vi sono anche problemi relativi ad un improprio e limitato uso dei fondi europei.

L'uso improprio, o non uso per incapacità di pianificazione, dei fondi europei è un problema che conosciamo benissimo da un pezzo ma è solo una piccola parte della questione.

Incolpare la non meglio definita "Europa" di fantomatici piani segreti per far fuori l'Italia o il cercare di far passare l'Euro come il responsabile dei nostri guai sono la percezione seppur distorta di un problema reale: il modo assolutamente inadeguato con cui viene gestito il sistema europeo. Abbiamo un'economia integrata da decenni di mercato unico, di unione doganale, di commercio, ora anche in parte con valuta unica, ma non diamo abbastanza importanza al fatto che è assurdo pretendere che tutto questo venga gestito da 28 teste che hanno diritto di veto sulle questioni fondamentali, che devono trovare accordi e compromessi per tutto negoziando in 28, in un sistema che per la sua stessa natura è lento e non vede parità completa fra i suoi membri, in quanto alcuni sono più grossi ed influenti di altri.

Quando gli eurofobi tentano di far passare per pazzo il processo d'integrazione europea parlano d'impossibilità di far convivere fra loro le "diversissime" economie degli stati (dimenticando o più spesso facendo finta di dimenticare che le economie degli stati sono in realtà integratissime da decenni), ma le economie degli stati sono "incompatibili" fra loro esattamente quanto lo sono quelle delle regioni degli stati al loro interno. Non esiste quasi da nessuna parte l'uniformità e l'equilibrio totale: certe zone sono meno ricche/dinamiche/industrializzate di altre, classici proprio i casi di Italia nord-sud o Germania est-ovest... con la "piccola" differenza che gli stati hanno un governo centrale che prende decisioni tempestive all'interno di un quadro stabilito, più o meno sagge che siano, non sono governati attraverso trattati in cui la politica comune è il frutto stentato di discussioni continue fra le regioni stesse. E questo solo per limitarci all'economia.

Possiamo pensare quanto vogliamo all'uso dei fondi europei, alle riforme locali, alle manovre annuali e all'adesso in generale ma se ne vogliamo uscire bisogna per forza cambiare tutto il sistema europeo alla radice. E' già da un pezzo che bisognava farlo, senza star fermi a metà come deficienti ad aspettare il colpo della crisi di turno.
Bisogna reagire in un modo o nell'altro e decidere cosa vogliamo fare del nostro futuro: o gettiamo la spugna e stiamo a guardare la gente correre dietro ai complotti e l'euraccio malvagio che ci rovina - l'ha detto l'economista X - l'ha detto il berlusca oppure ci rimbocchiamo le maniche e tentiamo di cambiare registro europeo. Io sono per la seconda, per me non esiste nessuna alternativa reale.


Ultima modifica di ART- il Gio Ago 14, 2014 5:05 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da afam Gio Ago 14, 2014 5:04 pm

Hai perfettamente ragione, Art! Riflessioni sulla crisi economica. - Pagina 3 1326021764

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Messaggio Da animalo Dom Ago 17, 2014 6:21 am

Comincia a levarsi lo squittio di illustri "economisti" che imputano la deflazione alla caduta della domanda da parte dei consumatori a causa dell'attesa di ulteriori diminuzioni dei prezzi.
Premesso che i beni di investimento classici delle famiglie (arredamento, elettrodomestici, automobile e simili) non hanno subito significative diminuzioni di prezzo, mi pare che in questo caso si confonda l'effetto con la causa: i prezzi di alcuni beni scendono, leggermente, perchè è diminuita la domanda.
Ed i fattori alla base della caduta dei consumi  sono molteplici, non ultimo quello psicologico; per esempio, al contrario di oggi, nella fase culminante del consumismo era diffusa la "certezza" che i redditi potessero solo aumentare.

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