I piani di Putin per l'Europa
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I piani di Putin per l'Europa
Dopo le "prove generali" che sono approdate a una stretta alleanza militare, con prossima apertura di una base aerea russa in Bielorussia, Putin sta lavorando sodo per l'espansione e il consolidamento dell'egemonia russa nei confronti di certi ex-stati dell'Unione Sovietica, e ad altro ancora.
Oltre alla vecchia CSI (Comunità di Stati Indipendenti) formata dopo il crollo dell'URSS, la base attuale è costituita da una serie di accordi economici e di cooperazione generale fra la Russia e vari paesi nell'ambito di una Comunità economica eurasiatica, di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, dotata di istituzioni comuni. Ma il nucleo concreto è composto dall'Unione doganale eurasiatica, fondata il 1 gennaio 2010 da Bielorussia, Russia e Kazakistan. Quest'ultima secondo i progetti dovrebbe dar vita nel 2015 all'Unione eurasiatica, una comunità che per certi versi s'ispira all'UE, con tanto di creazione di una Commissione eurasiatica modellata sulla base della Commissione europea.
è evidente il tentativo di Putin, in collaborazione coi suoi compagnoni di merende - colleghi dittatori Lukashenko (Bielorussia) e Nazarbayev (Kazakistan), di creare una specie di comunità post-sovietica che vista l'enorme sproporzione fra i membri sarà per sua stessa natura a guida russa. è stato costretto a seguire questa strada dopo aver constatato che con l'Unione Russia-Bielorussia (comunità fondata nel 1996) non si poteva arrivare così facilmente e velocemente all'obiettivo finale del "ritorno a casa" della Bielorussia progettando rapide integrazioni politico-economiche e poi chiedendo direttamente l'ingresso nella federazione russa, cosa ovviamente rifiutata da Lukashenko. In sostanza Putin ha capito che le dimensioni della Russia rispetto agli altri non sono sufficienti a spingere un dittatore a passare a qualcun altro la poltrona ben salda sotto il proprio culo.
Un paese importante è attualmente in bilico perché dovrà stabilire da che parte stare, l'Ucraina. A novembre dovrebbe teoricamente essere firmato un accordo d'associazione all'UE che però è legato ad alcune condizioni, fra cui la liberazione dell'oppositrice politica Yulia Tymoshenko.
Ma veniamo al punto principale che ci riguarda. Lo stesso Putin ha accennato pubblicamente a quale dovrebbe essere nei suoi sogni l'evoluzione futura del tutto, una volta consolidata questa Unione eurasiatica: l'ideale sarebbe di riunire tutti in una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok". E con questo abbiamo già capito tutto.
Oltre alla vecchia CSI (Comunità di Stati Indipendenti) formata dopo il crollo dell'URSS, la base attuale è costituita da una serie di accordi economici e di cooperazione generale fra la Russia e vari paesi nell'ambito di una Comunità economica eurasiatica, di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, dotata di istituzioni comuni. Ma il nucleo concreto è composto dall'Unione doganale eurasiatica, fondata il 1 gennaio 2010 da Bielorussia, Russia e Kazakistan. Quest'ultima secondo i progetti dovrebbe dar vita nel 2015 all'Unione eurasiatica, una comunità che per certi versi s'ispira all'UE, con tanto di creazione di una Commissione eurasiatica modellata sulla base della Commissione europea.
è evidente il tentativo di Putin, in collaborazione coi suoi compagnoni di merende - colleghi dittatori Lukashenko (Bielorussia) e Nazarbayev (Kazakistan), di creare una specie di comunità post-sovietica che vista l'enorme sproporzione fra i membri sarà per sua stessa natura a guida russa. è stato costretto a seguire questa strada dopo aver constatato che con l'Unione Russia-Bielorussia (comunità fondata nel 1996) non si poteva arrivare così facilmente e velocemente all'obiettivo finale del "ritorno a casa" della Bielorussia progettando rapide integrazioni politico-economiche e poi chiedendo direttamente l'ingresso nella federazione russa, cosa ovviamente rifiutata da Lukashenko. In sostanza Putin ha capito che le dimensioni della Russia rispetto agli altri non sono sufficienti a spingere un dittatore a passare a qualcun altro la poltrona ben salda sotto il proprio culo.
Un paese importante è attualmente in bilico perché dovrà stabilire da che parte stare, l'Ucraina. A novembre dovrebbe teoricamente essere firmato un accordo d'associazione all'UE che però è legato ad alcune condizioni, fra cui la liberazione dell'oppositrice politica Yulia Tymoshenko.
Ma veniamo al punto principale che ci riguarda. Lo stesso Putin ha accennato pubblicamente a quale dovrebbe essere nei suoi sogni l'evoluzione futura del tutto, una volta consolidata questa Unione eurasiatica: l'ideale sarebbe di riunire tutti in una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok". E con questo abbiamo già capito tutto.
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