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Brexit? Non è ancora sicuro! Più di mezzo milione nella manifestazione per un nuovo referendum

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Messaggio Da Erasmus Sab Ott 20, 2018 6:51 pm

All'epoca del referendum britannico per l'uscita dall'UE mi sentivo sicuro che avrebbe vinto il "Remain". Allora ci avrei scommeso 100 contro 1. E dicevo: «Magari l'UK andasse davvero fuori dai piedi! Ma questo non succederà mai, perché il vizietto della gran Bretagna – che dura da più di 4 secoli – è quello di "savraintendere" possibilmente dal di fuori – alla politica degli stati del "continente" in modo che non ci sia mai una "potenza" continentale più potente di quella britannica!
Sicurissimo che il "leave" avrebbe perso, sono rimasto di sasso davanti all'esito assolutamente da me imprevisto (vittoria del "Leave"). E allora scrivevo di non dimenticare che ogni governo britannico (labourista o conservatore che fosse) aveva caldeggiato l'idea prima di entrare e poi di restare (in modo – dico io – da frenare il più possibile il processo di integrazione europea). E Cameron, anche lui rimasto di sasso alla brutta sorpresa della vittoria del "Leave", si è dimesso di colpo (eclissandosi definitivamente).
[E' da riconoscere ai premier britannici quella dignità che invece è mancata Chirac e manca ai nostri Berlusconi e/o Renzi].
All'epoca della vittoria del "leave" (23 giugno 2016) mettevo però in guardia dal credere che l'UK si sarebbe davvero ritirato dagli affari "politici" dell'UE. Ed infatti il nuovo governo (di Theresa May) ha cercato subito di intessere una rete di nuovi rapporti diplomatici con i singoli stati-membri dell'UE.

E siccome la vittoria del "Leave" è stata "risicata" – non arrivando nemmeno al 52% – (ed in Scozia, in Irlanda del Nord e nelle aree più sviluppate della stessa Inghilterra , come nella city Londra, era prevalso il "remain"), i fautori del "remain" non si sono mai rassegnati e non hanno mai "mollato" la speranza di rovesciare l'esito "Brexit", promuovendo campagne pro-europee con partecipazioni oceaniche!
Per esempio, nel 60-esimo anniversario della firma dei "patti di Roma" dei governi dei "Sei" della CECA (25 marzo 2017) - anche se nel 1957 il governo dell'UK a Roma non c'era e, appositamente invitato, non ha nemmeno risposto all'invito (ed incvece si è dato subito da fare per promuovere un tattato internazionale anti–CEE [quell'EFTA dimostratosi poi fallimentare]) – non solo nella grandiosa manifestazione svoltasi a Roma c'era pure una notevole rappresentanza britannica, ma proprio nello stesso giorno c'è stata a Londra una manifestazione pro-europea con la partecipazione di – stime della polizia britannica! – oltre 100 mila persone. Ecco una foto (originaria – mi pare – da "The Guardian" ma qui ripresa da un sito-web italiano):
Brexit? Non è ancora sicuro! Più di mezzo milione nella manifestazione per un nuovo referendum Londra-regno-unito-25-mar-2017-decine-di-migliaia-di-pro-unione-europea-gli-attivisti-ascoltare-discorsi-in-piazza-del-parlamento-dopo-il-mese-di-marzo-per-leuropa-credito-mark-kerrisonalamy-live-news-hx9p9d

Un'altra grande (e spettacolare) marcia pro-europea c'è stat il 9 settembre 2017.
–––> https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=2ahUKEwiMmqvd4JXeAhVGvxoKHS4zAyIQwqsBMAB6BAgGEAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DkWVmwHoYSvQ&usg=AOvVaw0GCgG3r6VYzFlIxwg7xz-4
–––> https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiMmqvd4JXeAhVGvxoKHS4zAyIQwqsBMAF6BAgGEAc&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DeHYYEQnVaHA&usg=AOvVaw3x4UxdcxQWlv4PezocEJRd
–––> https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiMmqvd4JXeAhVGvxoKHS4zAyIQwqsBMAJ6BAgGEAo&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DAZ8FDN7ICEk&usg=AOvVaw18tIR_rBOujIZNPkWyR9SI

Ma la marcia più oceanica è quella di oggi! Mezzo milione di persone – forse anche di più – che chiedono un nuovo referendum. Lo vogliono entro marzo (perché, salvo eventi straordinariamente importanti non programmati, l'uscita dall'UE si concluderà definitivamente – se non ricordo male – nell'aprile del 2019).

Secondo "The Guardian" addirittura "almeno 700.000" i manifestanti!
––> Almost 700,000 march to demand ‘People’s Vote’ on Brexit deal
Qualcuno la dice la più grandiosa manifestazione del secolo tenutasi a Londra. Senz'altro la più mumerosa almeno dopo qiuella anti-guerra in Iraq del 2003 (stimata sulle 800.000 persone dalla polizia municipale di Londra che aveva previsto un 400.000m, considerato già una enormità).
Leggo anche:
«Huge London demonstration was largest since the anti-Iraq war protest in 2003»
––>People's Vote march: '700,000' rally for new Brexit referendum– as it happened

----
@ ART
Ciao ART!
Ben tornato!
Succeda quel che succeda, noi federalisti europei non "molliamo" perché abbiamo ragione!
Non sempre nella storia hanno vinto quelli che avevano ragione!
E i disastri storici – come, ad esempio, le due guerre mondiali della prima metà del '900 – sono lì a dimostrarlo.
Ma siccome noi abbiamo ragione da vendere ... continuiamo a vendere le nostre ragioni: e se pochi o nessuno le comperano, le regaliamo, gratis!
Ma ... mai mollare se la ragione ci dice che siamo noi nel giusto!


Saluto anche chi leggerà, (di sicuro almeno Epoch!)
Ciao Epoch!
––
Ciao a tutti.
––––––––––––
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Ultima modifica di Erasmus il Gio Gen 17, 2019 4:14 pm - modificato 3 volte.

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Messaggio Da ART- Dom Ott 21, 2018 1:24 am

Erasmus ha scritto:All'epoca del referendum britannico per l'uscita dall'UE mi sentivo sicuro che avrebbe vinto il "remain". Allora ci avrei scommeso 100 contro 1. E dicevo: «Magari l'UK andasse davvero fuori dai piedi! Ma questo non succederà mai, perché  il vizietto della gran Bretagna  – che dura da più di 4 secoli – è quello di "savraintendere"  possibilmente dal di fuori – alla politica degli stati del "continente" in modo che non ci sia mai una "potenza" continentale più potente di quella britannica!
Sicurissimo che  il "leave" avrebbe perso, sono rimasto di sasso davanti all'esito assolutamente da me imprevisto (vittoria del "leave"). E allora scrivevo di non dimenticare che ogni governo britannico (labourista o conservatore che fosse) aveva caldeggiato l'idea prima di entrare e poi di restare (in modo – dico io – da frenare il più possibile il processo di integrazione europea). E Cameron, anche lui rimasto di sasso alla brutta sorpresa della vittoria del "leave", si è dimesso di colpo (eclissandosi definitivamente).

Io invece la vittoria del leave me l'aspettavo. C'è un fattore di cui molti che prevedevano la vittoria del remain non avevano tenuto conto: la perdita di razionalità che contraddistingue questo periodo. La Gran Bretagna non voterà per usicre, si pensava, perchè questo la danneggerebbe e perchè così uscirebbe anche dalla "stanza dei bottoni" europea, perdendo la possibilità d'influenzare pesantemente l'UE: ragionamento logico, ma logico per chi ragiona e non per chi, come molti britannici, agiva in base alla paura (generata dalla crisi e dall'immigrazione), a una perdita della bussola politica e sociale. Immaginavo anche che dopo un po' di tempo, una volta chiari gli effetti della brexit, ci sarebbe stata una reazione per cercare di fermare l'uscita, ma non so se l'operazione riuscirà.


Erasmus ha scritto:Ciao ART!
Ben tornato!
Succeda quel che succeda, noi federalisti europei non "molliamo"

Grazie.
Purtroppo è difficile mantenere le speranze, anche se questa situazione non cambia niente del mio essere europeo nell'anima.
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Messaggio Da Epoch Mar Ott 23, 2018 9:42 am

Erasmus ha scritto:All'epoca del referendum britannico per l'uscita dall'UE mi sentivo sicuro che avrebbe vinto il "Remain". Allora ci avrei scommeso 100 contro 1. E dicevo: «Magari l'UK andasse davvero fuori dai piedi! Ma questo non succederà mai, perché  il vizietto della gran Bretagna  – che dura da più di 4 secoli – è quello di "savraintendere"  possibilmente dal di fuori – alla politica degli stati del "continente" in modo che non ci sia mai una "potenza" continentale più potente di quella britannica!
Sicurissimo che  il "leave" avrebbe perso, sono rimasto di sasso davanti all'esito assolutamente da me imprevisto (vittoria del "Leave").

Io devo essere sincero sono stato incerto fino alla fine. E quello che più mi ha fatto sorridere non sono state le dimmissioni di Cameron, in un paese civile abbastanza scontate, ma quelle di Nigel Farage. Mi ha dato l'impressione del topo che abbandona la nave che affonda, naturalmente dopo aver tolto il sempre presente "tappo" sul fondo della stessa.

Erasmus ha scritto:

Saluto anche chi leggerà, (di sicuro almeno Epoch!)
Ciao Epoch!

Ricambio di cuore e saluto anche io tutti. Chissà se la paura di giorni peggiori non aiuti a far girare il vento dal nostro lato?
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Messaggio Da ART- Sab Nov 03, 2018 12:25 am

U2 contro la brexit al concerto a Londra:



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Messaggio Da Erasmus Mer Dic 12, 2018 12:43 am

Erasmus ha scritto:All'epoca del referendum britannico per l'uscita dall'UE mi sentivo sicuro che avrebbe vinto il "Remain". Allora ci avrei scommeso 100 contro 1. E dicevo: «Magari l'UK andasse davvero fuori dai piedi! Ma questo non succederà mai, perché il vizietto della gran Bretagna – che dura da più di 4 secoli – è quello di "savraintendere" possibilmente dal di fuori – alla politica degli stati del "continente" in modo che non ci sia mai una "potenza" continentale più potente di quella britannica!
Sicurissimo che il "leave" avrebbe perso, sono rimasto di sasso davanti all'esito assolutamente da me imprevisto (vittoria del "Leave"). E allora scrivevo di non dimenticare che ogni governo britannico (labourista o conservatore che fosse) aveva caldeggiato l'idea prima di entrare e poi di restare (in modo – dico io – da frenare il più possibile il processo di integrazione europea). E Cameron, anche lui rimasto di sasso alla brutta sorpresa della vittoria del "Leave", si è dimesso di colpo (eclissandosi definitivamente). [...]
Ultime notizie!
Se non ho capito male, siccome la data ufficiale dell'uscita definitiva dell'UK dall'UE non è ancora scoccata, l'UK è ancora in tempo a revocare la sua uscita dall'UE
Porco mondo, vuoi vedere che non avrò questa soddisfazione di vedere davvero l'UK fuori dell'UE?
(La Gran Bretagna è entrata in CEE solo per frenarne l'eventuale integrazione politica in modo da restare essa la "superdonna" dell'Europa)

C'è una grande parte dei Tories che vorrebbe un nuovo referendum. I Liberals, ovviamente, stanno (da sempre) con i filo-europeisti, ammiccando pure a Federal Union, (che è la sezione britannica dell'UEF).
Adesso c'è anche chi vorrebbe che il maggiore partito di opposizione (ovviamente il Labour Party) si battesse per impedire la (o il?) Brexit.
Insomma: Theresa May, (che nella campagna referendaria sosteneva il "Remain"), appena diventata premier ha dichiarato: "Brexit is Brexit!", e via una fiumana di parole per garantire che il suo governo avrebbe davvero portato l'UK fuori dall'UE, ma cercando di non rimetterci, (insisteva la May!) e quindi pattuendo tutte le condiziooni di uscita e stabilendo in anticipo quali sarebbero stati i rapporti – senz'altro amichevoli, assicurava la May – con l'UE.
Ma (com'è noto) non smpre questo pattuire che dura da un paio d'anni ha trovato d'accordo le due parti! Spesso il dialogo si è interrotto con i delegati dell'UK che restavano nella pretesa di avere certi vantaggi (come quello di non pagare più all'UE l'1% del PIL e tuttavia continuare a percepire i soldini del "rabate" (che era il privilegio dell'UK di avere dall'UE indietro quando dall'UK contribuito m,ma non investito in oere di sviluppo nello stesso UK); e ovviamente i rappresentati dell'UE a dire che i patti vanno rispettati: fin che l'UK è ancora in UE, permangono gli impegni dell'UE verso l'UK ma anche quelli dell'UK verso l'UE.
E l'UE è ancora in attesa della formale comunicazione di cessazione di appartenenza dell'UK all'UE!
Porco mondo!
Lo dicevo, io, che – purtroppo – l'UE non riesce ad estromettere davvero l'UK (e togliersi quella palla ai piedi entrata in CEE per frenarne l'eventuale avanzamento verso forme di vera integrazione politica).
Beh: l'ho fatta troppo lunga!
Leggetevi un paio di articioli che segnalo.
Il primo viene da "The Guardian" ma è di tal Paul Mason che il giornale ci tiene a dire che è indipendente politicamente ed esprime le sue idee indipendentemente da quelle della redazione di "The Guardian".
Del secondo – che viene da "The Financial Times" e che ho ricevuto "tutto intero" per e.mail – faccio anche una trascrizione [dalla stessa e.mail].
–––> Brexit is a failed project. Labour must oppose it ("The Guardian", 11 december 2018)

–––> The plan to rescue Brexit
By Mehreen Khan and Jim Brunsden
December 11, 2018
The EU’s plan to save Brexit

What can Brussels do to save Theresa May? EU leaders are confronted
with the dilemma earlier than expected today after the prime minister
took the eleventh-hour decision to postpone a parliamentary vote on her
Brexit deal.
Instead of spending today in the House of Commons, May is on a
desperate diplomatic tour of European capitals to secure concessions to
take back to her restive legislature.
May's tour starts in The Hague for breakfast with Dutch prime minister
Mark Rutte, followed by lunch with Angela Merkel in Berlin, then Jean-
Claude Juncker, Michel Barnier, and Donald Tusk in Brussels. EU27
leaders gather on Thursday and Friday for a summit that has been
hijacked by Brexit.
Brussels is ready to help the Brexit rescue mission but with clear
limits on how far it can go. Tusk and the European Commission yesterday
repeated that the UK's 585-page Brexit withdrawal treaty will not be
reopened. The substance of the loathed "backstop" plans for preventing
a hard border in Ireland - the target of May's diplomatic offensive -
is not open for discussion.
The options are limited but there is space for creativity. The FT
reports the EU is willing to come up with a short "declaration"
accompanying the exit treaty designed to reassure MPs about the
backstop arrangement (or "the trap" as some Eurosceptics call it).
The text would spell out the EU's hope that the backstop will never
need to be used and would not be permanent even if it did. Additional
sweeteners could include a target date for a new free trade deal and
clarification that the backstop arrangements may be replaced in "whole
or in part” if a better solution can be found.
But May wants more. Officials say the PM will today push for the
declaration to carry real legal weight rather than serve as a mere
political clarification of already agreed texts. Brussels is resisting
for now.
May's predicament is unenviable but the EU has been in tight spots
before. It is apt that May's first stop is Rutte - a man who knows
exactly what it's like to try to extract last-ditch concessions from
the EU on a closed treaty text.
In 2016, the Dutch voted in a referendum against an EU trade and
cooperation deal with Ukraine, leaving Rutte needing changes to get it
past his parliament. Brussels concocted a solution: a legally binding
decision of the European Council that interpreted the Ukraine treaty in
a way that placated Dutch voters.
It was a diplomatic contortion - and a precedent - that gave binding
assurances to a member state without reworking or contradicting a
painstakingly negotiated international treaty.
But Rutte had his parliament on board - a crucial difference from May's
situation. There are already fears the Brits - perhaps under a new
prime minister - will come back to Brussels for even more. At some
point the Dutch solution to treaty ratification crises may come in
handy.

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Messaggio Da ART- Gio Dic 13, 2018 1:27 am

Francamente continuo a pensare che dalla brexit non guadagnerà nessuno.

Se si volesse andare seriamente avanti con l'integrazione europea non ci sarebbe UK che tenga: la si lascerebbe da parte col cerino in mano e gli altri andrebbero avanti tranquillamente a cooperazioni rafforzate (se non ad accordi intergovernativi generali, ovviamente solo se le intenzioni fossero serie).
ART-
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Messaggio Da Erasmus Mar Gen 15, 2019 1:06 pm

––> UK parliament vote expected to prompt Brexit delay

Traduczione di "Google Traduttore":
Si prevede che il voto del Parlamento britannico solleciterà il ritardo [di] Brexit
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Theresa May sta affrontando una possibile sconfitta sul suo piano Brexit (Foto: Number 10 - Flickr)

da NIKOLAJ NIELSEN
BRUXELLES, oggi, 09:19

Il primo ministro britannico in lotta, Theresa May, sembra avere più probabilità di perdere il voto sull'Unione europea.
Martedì (15 gennaio) con i parlamentari, i diplomatici britannici e dell'Unione europea si stanno preparando per il 29 marzo 2009.

––––––––––––––
Fino a qualche mese fa la lettura di EUobserver,com era libera (cioè gratuita). Ora solo gli abbonati (a pagamento) possono leggere per intero gli articoli.
Ma spesso nasta il breve riassunto accessibile ancora gratis per avere un'idea delle notizie riferite dall'articolo.
––
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Messaggio Da Erasmus Mer Gen 16, 2019 12:32 am

Il parlamento britannico ha bocciato (a larga maggioranza, 432–202) il piano "Brexit" preparato dal governo di Theresa May.
––> May's Brexit deal rejected by MPs (BBC)
Non è più vero che il prossimo 29 marzo 2019 sarà effettivamente la data di distacco dell'UK dall'UE!

Il piano May è stato bocciato perché – almeno nelle intenzioni di chi ha votato contro – non contempla dei veri accordi tra UK ed UE su quali saranno i futuri reciproci rapporti.
Sostanzialmente alla Camera dei Comuni è prevalsa l'idea che non si può abbandonare l'UE senza precisi accordi tra UK e UE perché l'UK andrebbe incontro ad enormi difficoltà ... diplomatiche (cioè di rapporto con gli stati-membri dell'UE) con gravi conseguenze per l'economia britannica.
Insomma: ancora tutto in alto mare dato che, anche se cade il governo della May, non c'è alcuna vera alternativa in grado di stipulare davvero con l'UE una precisa intesa sul dopo Brexit. Intanto la popolarità di Corbyn – il nuovo leader del labour party –cresce: ma più per le sue capacità demagogiche e populiste che per effettive capacità statistiche. Lui va dicendo che il suo partito non aveva affatto sposato la causa del "Leave". Ma di fatto, siccome il vertice dei conservatori (ossia Cameron) aveva si concesso il referendum (pensando che avrebbe vinto il "remain") ma aveva anche scelto apertamente di appoggiare il "remain", il "leave" ha vinto perché la stragrande maggioranza degli elettori del labour party ha interpretato che, sotto-sotto, il loro partito, pur non potendolo dire apertamente per non passare per alleato dell'UKIP, era favorevole al "leave". Insomma: Corbyn si è comportato (e ancora si sta comportando) da gran "cerchiobottista"! ["Un colpo alla botte e un colpo al cerchio", senza una effettiva linea politica].
Dunque: nessuno sa come andrà a finire!
Non è escluso che si torni ad un altro referendum (che sconfesserebbe il precedente).
––––––––
@ART
Caro ART, è vero che se gli altri (governi degli stati dell'UE) volessero l'integrazione politica dell'UE non sarebbe certo l'UK l'ostacolo che impediscxe di farlo!
ma è anche un fatto che tra gli stati con governi restii a promuovere l'integrazione politica (ossia a cedere pezzi di sovranità) in testa da sempre c'è l'UK. Ed il peso morale che ha questa posizione britannica è enorme! Molti europei (anche italiani) non hanno idee decise per conto loro, ma ion un certo senso si fidano dell'UK come paese guida della democrazia e del "sovranismo". Il pa\rtito – per così dire – dello "statu quo!" (ossia del mantenimento della formale sovranità ed indipendenza degli attuali stati cosiddetti "nazionali" ,disposto quindi anche al procedere nell'approfondire l'alleanza, purché sia chiaro che è di tipo "confederale", purché non sia lesa la totale sovranità degli stati) trae forza maggiore dalla presenza in UE dell'UK! Resto dell'idea che l'UK è per gli eurtopei una !palla ai piedi" (e mi rendo ben conto che è l'UK che ci remette di più se davvero uscirà dall'UE).
Ma, come intende dire il titolo di questo thread, l'uscita dell'UK dall'UE non è affatto sicura, è invece ancora in alto mare!
––
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Ultima modifica di Erasmus il Gio Gen 17, 2019 4:27 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Mastro Titta Mer Gen 16, 2019 5:59 pm

study


Ultima modifica di Mastro Titta il Gio Giu 06, 2019 7:18 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : post inutile)
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Messaggio Da Erasmus Gio Gen 17, 2019 3:18 am

Mastro Titta ha scritto:Personalmente spero che l'uscita dalla UE da parte della Gran Bretagna venga rimandata e che anche quel popolo possa votare alla prossime elezioni europee.
La situazione dei rapporti tra UK e UE è alquanto strana fin dal varo del governo May (avvenuto subito dopo le dimissioni di Cameron che si è dimesso appena possibile dopo la vittoria del "Leave").
In PE i parlamentari britannici continuano la loro presenza (tranne quelli provenienti dall'UKIP ... che però continuano ad intascare gli onorari (certamente non inferiori a 7000 euro al mese). Ma fin dal varo del governo May l'UK non ha più partecipato ad alcun Consiglio!
Invece sono ormai due anni e mezzo che procedono infruttuosamente i colloqui per stabilire "come" deve essere questo Brexit e soprattutto quali saranno i rapporti tra UE e UK nel post-Brexit.
Caro Mastro Titta: non è che i britannici (e in particolare i deputati alla Camera dei Comuni) siano tanto più schietti dei nostri politicanti! Anche loro giocano sporco! Per esempio: hanno spinto la May a chiedere l'impossibile (come il non pagare gli arretrati dei dovuto contributo dell'UK al budget dell'UE) e adesso bocciano quello che la May è riuscita a concludere mettendocela tutta per fare il meglio in favore dell'UK! Dalla parte dell'UE i negoziatori pro-UE (capeggiati da Michel Barnier) non si sono laasciati infinocchiare: anzi, si sono mostrati intransigenti.
–––> "Brexit" (in Consilium.Europa.eu/it/) [ossia: per saperne di più!]
Non credo che altri aìvrebbe saputo fare meglio della May. Ma all'interno dei Tories c'è fin dalla nomina della May qualcuno che non la può soffrire, qualcuno che aspetta il momento propizio per abbatterne la leadership. Ed ecco arrivata l'occasione! Insomma: non mi pare che i deputati inglesi curino davvero gli effettivi interessi dei loro concittadini, Lo fanno a parole e proprio accusando la May di non saperlo fare lei, ma di fatto è proprio la "fronda" che sta danneggiando l'UK!
Le elezioni europee saranno in maggio (tra il 23 ed il 26 maggio); e se continua così in UK non c'è spazio nemmeno per una breve "campagna" elettorale.
Vedremo come andrà a finire! Per adesso nessuno dei migliori "opiniionisti" osa pronosticare cosa succederà davvero!.
–––––
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Ultima modifica di Erasmus il Gio Gen 17, 2019 4:07 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Mastro Titta Gio Gen 17, 2019 1:08 pm

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Ultima modifica di Mastro Titta il Gio Giu 06, 2019 7:18 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : post inutile)
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Messaggio Da Erasmus Gio Gen 17, 2019 5:13 pm

Qiuanto mi sta antipatico questo nuovo arrivista senza scrupoli che è Jeremy Corbyn Brexit? Non è ancora sicuro! Più di mezzo milione nella manifestazione per un nuovo referendum Mad (successore di Ed Miliband alla guida del Labour Party)!
Ecco la sua ultima trovata (o meglio: "virata" rispetto alle posizioni post referendum dell'estate-autunno del 2016)

Corbyn apre alla possibilità di un secondo referendum sulla Brexit. Westminster discuterà il "piano B" il 29 gennaio.
––> "«No deal Brexit» senza accordo" sempre più probabile"

–––
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Brexit? Non è ancora sicuro! Più di mezzo milione nella manifestazione per un nuovo referendum Empty Re: Brexit? Non è ancora sicuro! Più di mezzo milione nella manifestazione per un nuovo referendum

Messaggio Da Erasmus Ven Gen 18, 2019 5:11 pm

Trascivo un articolo da "lavoce.info"
––> Regno Unito: dalla Brexit alla catastrofe (lavoce,info)

E Theresa May marcia impavida verso il baratro
gio 17.01.2019
di Gianni De Fraja

Theresa May continua imperterrita a ripetere che bisogna “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”, ossia l’uscita dalla Ue, anche senza accordo. Ma il paese dovrà pagare un prezzo altissimo. E non sono certo di aiuto le ambiguità di Jeremy Corbyn.

May sconfitta, ma ancora in sella
La pesante sconfitta del suo governo in parlamento, la più pesante mai registrata nell’intera storia della democrazia britannica, non ha minimamente intaccato la cocciuta determinazione di Theresa May nel proseguire a folle velocità verso l’abisso dell’uscita dalla Ue, anche a costo di farlo senza alcun accordo formale.

Come ampiamente previsto, il primo ministro ha spazzato via come una mosca fastidiosa l’infantile mozione formale di sfiducia presentata dal leader dell’opposizione Jeremy Corbyn. Si è alzata nella camera dei Comuni a reiterare il trito ritornello sulla necessità di “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”. Non importa se la locale confindustria, la camera di commercio, la confagricoltori, la stragrande maggioranza delle associazioni che operano nei servizi hanno implorato di non essere mandati allo sbaraglio: bisogna “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”. I rettori dichiarano Brexit la peggior minaccia del settore universitario? Bisogna “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”. La banca d’Inghilterra stima attorno all’8 per cento la riduzione del Pil attribuibile all’assenza di un accordo, che, detto in altri termini, è come se una persona su dodici si trovasse senza lavoro? Dobbiamo “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”. Il servizio sanitario nazionale (sì, lo stesso che avrebbe dovuto ricevere 400 milioni di euro alla settimana grazie alla Brexit) dovrà affrontare le emergenze di mancanza di medicine e impossibilità di assumere personale specializzato? Bisogna “consegnare al paese…”.

C’è un istante, magicamente creato da Stanley Kubrick in 2001 Odissea nello spazio, in cui Dave capisce che il computer di bordo Hal non aprirà il porto di rientro nell’astronave. Abbiamo raggiunto il punto in cui la testardaggine di Madam May si è rivelata equivalente a quella di Hal, il punto in cui pubblico si rende conto che Hal è ormai solo una macchina, pur estremamente intelligente, incapace di cambiare percorso.

È anche impossibile fare previsioni. Senza un regolamento parlamentare e senza precedenti storici, senza buon senso da parte di chi controlla le decisioni (“consegnare al paese quello che ci ha chiesto”), senza una maggioranza in parlamento, può letteralmente succedere di tutto. Per il momento il programma prevede un nuovo voto la settimana prossima su una proposta di accordo aggiornata. May ha dichiarato che consulterà deputati delle opposizioni, ma anche che non ha intenzione di modificare di una virgola il testo dell’accordo. Difficile immaginare che i 118 deputati tory che hanno votato contro l’intesa la prima volta e con loro almeno una decina di laburisti si convertano d’improvviso, magicamente fulminati, stile Paolo sulla strada di Damasco.

Nonostante il pacato ottimismo di qualche giornale, sono ormai convinto che Theresa May, a meno dell’improbabile conversione, preferisca uscire dalla Ue senza accordo. Ritiene che ogni deviazione dal “consegnare al paese quello che ci ha chiesto” porterebbe alla spaccatura dei tory, e non vuole che i futuri libri di storia contengano un capitolo intitolato “Theresa May: La morte dei tory dopo duecento anni di storia”. Non importa se il paese si impoverisce, se la disoccupazione cresce, se falliscono decine di migliaia di piccoli imprenditori i cui alberghi, le cui start-up, le cui agenzie sono costruite sulla base del commercio con la Ue. Non spaccare i tory val bene un “no deal”. Non sorprende che i fanatici della Brexit dura festeggino in stile (francese) la Caporetto parlamentare della loro leader/ostaggio.

Le colpe di Corbyn
Se la posizione di May una logica, pur perversa e immorale, ce l’ha, l’ossessione ugualmente cocciuta, seppur meno isterica, di Jeremy Corbyn davvero non si può comprendere se non con la sua fanatica fede antieuropea. Una cosa è chiara: se la leadership laburista dichiarasse di appoggiare la mozione pro-referendum di Dominic Grieve, l’astuto tory ex-ministro della Giustizia e avvocato generale, la mozione verrebbe approvata in parlamento (almeno 15-20 ribelli pro-UE tory voterebbe a favore). Perché non lo fa, nonostante la quasi totalità dei deputati e l’86 per cento dei membri del partito siano a favore? Perché non lo fa di fronte a sondaggi che prevedono il peggior risultato elettorale della storia se i laburisti continuano a pappagallare la filastrocca del primo ministro (bisogna “consegnare al paese quello che ci ha chiesto”)? Crede davvero che la Ue gli impedirebbe di offrire aiuti di stato a imprese in difficoltà o di nazionalizzare servizi essenziali, come le ferrovie e l’acqua potabile? Forse ci crede davvero, anche se sarebbe sufficiente studiare un po’ di storia recente, oltre ai trattati leninisti, per convincerlo che se fosse al numero 10 di Downing Street l’intransigenza di Bruxelles sarebbe l’ultimo dei vincoli a politiche interventiste. In realtà, penso che anche questa sia una scusa e che Corbyn riassuma in sé tutti i tratti peggiori dell’inglesista meschino, una vena di razzismo, mascherata da selettivo pacifismo (e allora gli americani?), la difesa snob dei lavoratori, a spese di chi non è mai riuscito a entrare in una fabbrica, un pacifismo superficiale che copre appena un antisemitismo istintivo (e allora Israele?).


––––––––––––
Mastro Titta ha scritto:Caro Erasmus,
concordo su tutto ma vorrei che si meditasse su una banalità (le banalità sono importanti e tralasciarle è azione gravida di conseguenze assai gravi): la Gran Bretagna non scompare dopo la Brexit, rimarrà un grande ed importante Paese a poche decine di miglia dal confine europeo, una piccola potenza economica, una media potenza finanziaria, una importante potenza militare (se non altro perchè provvista di arsenale nucleare).
E soprattutto ha una sua molto specifica storia.
[Un solo "flash", banale "dettaglio" nell'oceano della storia dell'imperialismo delll'UK a partire da Elisabetta I :
Nella prima metà del secolo scorso, pur essendo l'UK geograficamente estranea al Mediterraneo ne detiene "le chiavi" (con Gibilterra e Suez), ne controlla il traffico (con Malta, Cipro ed infine l'intero Egitto e una fetta della Palestina [Le forze militari britanniche occuparono la Palestina nel 1917]: e da questi possedimenti continua la sua "sovrintendenza" su tutti i territori coinvolti nel trtaffico mediterraneo (europei, e non europei)]. Mi permetto ... di citarmi (dall'unico libro che ho scritto (Federalismo e Unione Europea, Praxis 3, Bolzano, 1994):
2.7 Attualità europea del Federalismo
[...]
L’Europa è per eccellenza il continente degli Stati Nazionali. La storia della sua civiltà ha finito coll’essere dominante nell’intero quadro mondiale. La sua storia politica è la storia di una secolare lotta di potere in cui mai nessuno stato ha raggiunto stabilmente l’egemonia sugli altri. Per quattro secoli l’insularità della Gran Bretagna ha permesso a questa potenza da un lato la supremazia sui mari e la perfetta indipendenza politica dal continente e dall’altro di impedire lo squilibrio del sistema europeo degli stati; in particolare ha abbattuto il primato spagnolo tra il '500 ed il '600, ha impedito la francesizzazione dell’Europa da parte di Napoleone all’inizio dell’800, ha stroncato la neonata supremazia del Reich guglielmino all’inizio del '900. Ma quando ha coinvolto i colossi USA e URSS per impedire l’egemonia della Germania Nazista, gli stati europei ed essa stessa, anziché ritrovarsi in equilibrio come all’epoca del congresso di Vienna o di Versailles, si sono ritrovati, come scrisse L. Einaudi, "polvere senza sostanza"; onde la loro prospettiva non era più quella di competere per la supremazia, ma quella di perdurare unendosi o di scomparire.

Da quanto ho qui scritto (e trascritto), capirai perché la maggior parte dei federalisti europei –me compreso, [of course! – pensa che l'ammissione dell'UK in CEE (1971, quasi mezzo secolo fa!) sia il "peccato originale" dell'Europa, quello che le ha impedito di "maturare" verso l'integrazione politica in una effettiva "Federazione".
Jean Monnet – personaggio da non trascurare mai! –, quando gli facevano notare che una CEE senza Gran Bretagna non era "integralmente una "Comunità Economica Europea", in quanto troppo palese e macroscopica appariva la "mutilazione" costituita dall'assenza dell'UK, rispondeva "La Gran Bretagna seguirà!". Ed intendeva dire che occorreva procedere verso l'integrazione politica (che egli pensava potesse maturare in 10 o 15 anni al massimo) senza aspettare l'UK perché, proprio per scegliere quello che dal loro punto di vista è il male minore – dove il "male" è proprio la perdita della sovrintendenza sull'equilibri degli stati nel continente – l'UK non si sarebbe lasciata restare indietro, ma avrebbe essa rincorso la "Comunità Europea" chiedendo di entrarvi. E, ancora ovviamente, se fosse entrata in una struttura già – almeno "in nuce" – federale non avrebbe potuto frenare il processo verso la pienezza del federalismo, pur avendo ben più peso sulla politica della Conunità Europea dal di dentro che dal di fuori. Il peccato originale è stato proprio quello di farla entrare prima dell'avvento di un minimo di federalismo irreversibile.
Mastro Titta ha scritto:Quali rapporti vuole mantenere l'UE con questo Paese? Vuole che il distacco venga considerato drammatico (così i partiti populisti imparano)? [... ecc. ecc. ecc.]
No, Mastro Titta!
Le tue domande – chiedo scusa se mi sbaglio – tradiscono il tuo sottostante pensiero: cioè che le difficoltà di "accordo" tra UK e UE siano dovute al fatto che i negoziatori dell'UE (che sarebbero poi la "longa manus" della Commissione Juncker - e quindi delle forze moderate espresse in PE dal PPE (e quindi, sotto-sotto, della Germania "democristiana" della Merkel– molto più che del Parlamento Europeo) sono troppo esigenti!
Naturalmente io ho un'impressione del tutto diversa: che sapendo che "Brexit" è un fatto molto grave anche dal punto di vista dell'UE, i negoziatori britannici hanno tentato a più riprese di chiedere troppo (ossia, come già era successo con la "ri-pattuizione" della Thatcher dei rapporti UK vs. UE, di pretendere dei priviegi, non affatto contemplati nell'orrmai famoso "Articolo 50" del Trattato di Riforma (noto comunemente come "Trattato di Lisbona") e che sarebbero davvero "ingiusti"!
Uno dei nodi cruciali è la circolazione di cittadini dell'UE in UK e viceversa di cttadini dell'UK in UE. L'UK lucra sul fatto che ormai di fatto l'inglese è la lingua dominante anche nelle relazioni tra persone (fisiche e/o giuridiche) di stati a lingua nazionale che nulla ha a che fare con l'inglese. Gli europei spendono parecchio nell'imparare l'inglese! Vanno in UK a perfezionarsi a proprie spese (ossia con lucro britannico) e mantengono sul continente un numero impressionante di "docenti" di Inglese di madre lingua inglese (e quasi sempre cittadini dell'UK, e quindi di nuovo a spese degli europei e lucro britannico). Ora, mentre in patria governo e parlamento britannici stavano varando leggi per le quali i cittadini dell'UE sarebbero stati parificati a qualsiasi altro (per esempio agli stessi migranti oriundi da ogni parte del mondo), i negoziatori britannici avrebbero voluto invece delle condizioni specificamente vantaggiose per i cittadini britannici impegnati nel continente a vario titolo ma sempre quale emanazione della cultura britannica! Insomma: ancora un privilegio dei britannici in UE a fronte del declassamento dei cittadini dell'UE in UK!
Oh: queste sono le mie impressioni. E può anche darsi che come informaziopni siano sbagliate (per mia incomprensione di quel che è oggettivamente successo). Insomma: non sono la persona giusta per rispondere con precisione alle tue domande.
Però ... qualche risposta (magari implicita) puoi averla da fonti qualificate!
Per esempio, anche qui (al post #5 di questo thread, c'è qualcosa da cui io ho capito (al contrario di te) che i negoziatori UE speravano (e sperano ancora) che la Brexit avvenga con precisi e completi accordi sui rapporti UK/UE post-Brexit .. o non avvenga affatto!
Rileggi sotto ai titoli:
––> The plan to rescue Brexit
–––> The EU’s plan to save Brexit
Ciao Mastro Titta.
Ciao a tutti.
–––
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Ultima modifica di Erasmus il Sab Gen 19, 2019 10:37 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da ART- Sab Gen 19, 2019 6:46 am

Mastro Titta ha scritto:Personalmente spero che l'uscita dalla UE da parte della Gran Bretagna venga rimandata e che anche quel popolo possa votare alla prossime elezioni europee. Il continente ha ancora bisogno che risuoni Radio Londra. Se l'Europa poi dovesse diventare quello che i popoli sognano, anche per i britannici potrebbe non avere più senso uscirne. E' dalle prigioni che si desidera scappare.

Il problema è che non si capisce cosa "i popoli sognano" e cosa trasmetta "Radio Londra". Forse mettere fine al globalismo?
Come dobbiamo interpretarlo questo post? E' meglio che la Gran Bretagna rimanga per impedire che l'UE - strumento del globalismo si rafforzi o unisca? Abbiamo elevato la GB (uno dei più grandi centri finanziari mondiali e uno dei maggiori sostenitori del libero commercio mondiale) ad eroe antiglobalista?


Mastro Titta ha scritto:Caro Erasmus,
Quali rapporti vuole mantenere l'UE con questo Paese? Vuole che il distacco venga considerato drammatico (così i partiti populisti imparano)?

Questa è la teoria sostenuta fin dall'inizio nell'ambito antieuropeista, dove non a caso si vede la brexit come una ghiotta occasione affinchè in futuro qualcun altro imiti la Gran Bretagna. In quest'ottica è normale pensare che la cattivona UE tenti di far pagare più cara possibile l'uscita alla GB, ma il motivo non è quello: la brexit stessa, se effettivamente avverrà, metterà di per sè ben in chiaro cosa si rischia a fare minchiate del genere. Gli antieuropeisti pensano o fingono di pensare che sarà una benedizione per la GB, ma nella realtà (comprese le previsioni dello stesso governo brexittaro May) si capisce chiaramente che non è così.


Mastro Titta ha scritto:Queste condizioni psicologiche non hanno mai portato bene al vecchio continente (tutti ricordano, o dovrebbero farlo, che furono le condizioni assurdamente dure poste alla Germania dopo la Grande Guerra a far sorgere il nazismo).


Nessuno ha costretto con la guerra (quella a cui spesso si arrivava quando l'Europaccia cattiva non esisteva) nè con altro mezzo la GB ad uscire e trovarsi in casini assurdi che non sa nemmeno lei come risolvere, cominciando a negoziare condizioni dopo aver preso la decisione invece di metterle in chiaro prima. Troppo facile pretendere che gli altri calino a loro rischio le braghe, in più senza aver voluto questa situazione.


Mastro Titta ha scritto:Se il Parlamento britannico non accetta le condizioni poste dalla Commissione Europea, si offrano condizioni migliori.

Le condizioni migliori non possono essere pretese assurde come rimanere nel mercato unico senza far parte dell'UE, mantenendone i privilegi senza farsi carico dei doveri, o altre idiozie simili con cui erano partiti a voler negoziare. No, il motivo della fermezza da parte nostra non è il complottone per fargliela pagare colpendo indirettamente anche i "populisti", ma il semplice fatto che l'UE non è un club di cui si possono negoziare a piacere le condizioni di partecipazione in ogni campo, fregandosene tranquillamente dei principi che ci stanno sotto. Gli antieuropeisti ovviamente hanno sempre pensato e pensano il contario:  "Ma di quali principi parliamo, l'UE non è altro che uno strumento della élite globalista per il dominio dei popoli attraverso i burocrati ecc. ecc. ecc. - bla bla bla - ciù ciù ciù". Invece no: come si vede bene proprio in occasioni serie come queste, nella realtà l'UE con tutti i suoi difetti non è un giocherello nè una mignotta senza valore che si può barattare in cambio del quieto vivere.

Mastro Titta ha scritto:Un giorno tutti quanti (compresi noi italiani) potremmo pentirci di questa ottusa sedicente "fermezza" del burocrate Barnier.

Un giorno tutti quanti (compresi noi italiani) potremmo pentirci di questa ottusa ostinazione a considerare l'UE come un mostruoso complottone delle "élite globaliste" da combattere. Ma si sa che ormai questa specie di guerra è a tutto campo e non risparmia niente e nessuno: una nuova Guerra Fredda dove non importa chi sei ma da che parte stai. Ieri erano USA / capitalismo contro URSS / comunismo mentre oggi è liberalismo / globalismo contro estremismo in prevalenza di destra / neonazionalismo. Tutto il resto è puro dettaglio, anche l'UE.
Poi continui a chiamare "burocrate" chiunque abbia a che fare con le istituzioni europee: teniamo presente che i veri burocrati sono i capi di governo europei, che fra l'altro danno a Barnier le direttive con cui deve negoziare. Senza quei burocrati lì in UE non si muove niente, non scordiamocelo.
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Messaggio Da Epoch Lun Gen 21, 2019 5:17 pm

Mastro Titta ha scritto:Personalmente spero che l'uscita dalla UE da parte della Gran Bretagna venga rimandata e che anche quel popolo possa votare alla prossime elezioni europee. Il continente ha ancora bisogno che risuoni Radio Londra. Se l'Europa poi dovesse diventare quello che i popoli sognano, anche per i britannici potrebbe non avere più senso uscirne. E' dalle prigioni che si desidera scappare.

E Nigel Farage ha detto di volersi ricandidare alle Europee...
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Messaggio Da Erasmus Gio Gen 24, 2019 2:13 am

Epoch ha scritto: Nigel Farage ha detto di volersi ricandidare alle Europee...
Non so se ridere, piangere oppure incazzarmi.
Farage era deputato europeo nel 2010 – eletto nella legislatura 2009–2014 – quando si è dimesso sentendosi quasi sicuro di essere eletto alla Casa dei Comuni e diventare lui "speaker" – che è un prestigioso incarico nella Casa dei Comuni –.Erano gli anni in cui l'UKIP (che nelle precedenti elezioni aveva superato in numero di voti il Labour Party) credeva di andare forte! Ma nelle elezioni del 2010 non fu eletto. Ritornò in PE nel 2014; ma si presnntò di nuovo come candidato ai Comuni neller elezioni straordinarie del 2018, senza essere elettto. Intanto (a partire dall'esito del referendum "Brexit") Farage con tutto l'UKIP è di fatto asente dal PE, ma sia lui che gli altri europarlamentari dell'UKIP continuano ad intascare i 7000 Euro mensili!
Tenpèo fa sul settimanale The Observer è stata riportata una dichiarazione della "Foreign Press Association" secondo la quale Farage, durante il suo mandato come membro del Parlamento europeo, ha ricevuto "un totale di 2 milioni di sterline (quasi 2 milioni e mezzo di Euro) per lo staff, i viaggi e altre spese".
Una volta in PE Farage, dopo un intervento in cui riprtrvs che il PE era inutile, è stato attaccato duramente da Verhofstadt (presidente del gruppo ALDE) proprio con l'accusa di intascare gli emolumenti come eurparlamentare facendoci anche la cresta con l'esibire spese di viaggi e d'altro titolo facendo invece assolutamente nulla, se non criticare il PE e definirlo addirittura "inutile".
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