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La Polonia rischia sanzioni dalla stessa UE (su riforma Corte Suprema)

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Messaggio Da Erasmus Ven Dic 23, 2016 3:45 am

Il trattato Unione Europea (che insieme a quello dell'Unione Economica e Monetaria fu pattuito a Maastricht nel dicembre 1991 e poi firmato a Maastricht nel febbraio 1992) sancisce, all'art. 2, il rispetto dei diritti inalienabili dei cittadini dei paesi membri dell'Unione Europea. L' art. 7 riguarda l'eventuale rilievo da parte del Consiglio dell'Unione o del Parlamento Europeo o della Commissione del fatto che in un certo paese-membro non siano garantiti del tutto i diritti di cui all'art. 2 o addirittura siano violati. Lo stesso art. 7 prevedee precise procedure per la "costatazione" di tali inadempienze e la posibilità di sanzioni da parte degli stessi paesi-membri dell'UE contro lo stato inadempiente. Tra le sanzioni c'è anche la sospensione al diritto di voto in Consiglio dei rappresentanti dello stato sotto accusa.

Nel luglio scorso, la Commissione ha segnalato che la riforma polacca della Corte Suprema poteva dar luogo a lacune nelle garanzie dei diritti di cui all'artico 2 del trattato UE. Per la prima volta si è fatto cenno all'art. 7 da parte dei media. Ma quasi come una curiosità, senza una effettiva probabilità di vederlo applicato.
L'articolo 7 non è mai stato usato contro alcun paese dell'UE, e l'ex presidente della Commissione Europea Manuel Barroso dice ora che il farne uso sarebbe paragonabile alla "opzione nucleare" in campo militare (ossia: di estrema gravità e quindi da scongiurarsi assolutamente). Ma non la pemsa così Juncker né la maggioranza dei Commissari.
Anche in Parlamento Europeo sta montando l'idea che occorrano vere azioni sanzuionatorie nei riguardi deella polonia di Kaczinsky (ufficialmente solo presidente del partito di governo "Diritto e Libertà", ma in realtà il vero promotore dell'attuale politica del governo polacco), di Duda (presidente della repubblica dal 6 agosto 2015) e di Beata Szydło (primo ministro dal 16 dicembre 2015).

Li'rregolarità dell'emendamento costituzionale della Polonia riguarda la modalità dellelle nomine di nuovi membri della Corte Suprema e e le procedure con le quali la Coerte è tenuta a sentenziare ossia il pratico suo funzionamento.
Riformando appunto le procedure di nomina dei membri della Corte Suprema e soprattutto le percentuali di maggioranza necessarie a rendere valide le sentenze della Corte Suprema, in pratica si è tolta alla Corte l'indipendenza dal potere esecutivo e anche l'efficacia nel sentenziare. In tal modo il governo si è presa la libertà di provvedimenti giudicati in UE lesivi delle libertà fondamentali degli individui e delle garanzie democratiche.
Ora alcuni governi e lo stesso Juncker propendono per l'idea che si passi dalla sole raccomandazioni alla minaccia di effettive sanzioni in caso di persistenza delle lacune di diritto fondamentale, ossia di applicare finalmente l'articolo 7 del trattato UE.

Segnalo e trascrivo a proposito l'articolo di EUobserver.com.
Di seguito trasciverò anche gli articoli 2 e 7 del trattato UE (se no non si capisce!).
In merito alla riforma della Corte Suprema Polacca – riforma che mi pare già discussa in parte anche in qualche nostro forum ... ma dovrò verificare – ci sono buoni articoli in rete. Basta cercare un po'.
------------
––> https://euobserver.com/institutional/136365

Poland faces 'nuclear option' of EU sanctions.
By ALEKSANDRA ERIKSSON

BRUSSELS, 21. DEC, 09:12
The European Commission may ask member states to punish Poland with sanctions on Wednesday (21 December), which would be the first time such a measure has been taken in the EU's history.
Poland's failure to reverse controversial reforms that have paralysed its judiciary system will be discussed at a meeting of the college of commissioners.
The possibility of sanctions, which is laid down in article 7 of the EU treaty, has never been used.
The commission’s ex-president Jose Manuel Barroso labelled it as the "nuclear option", hoping the mere threat of sanctions would discourage national governments from going rogue.
But Poland's political crisis intensified over the weekend, with opposition MPs occupying the parliament's plenary hall to block its proceedings since Friday.
The EU's scrutiny over Poland already features historic firsts - the commission activating its rule-of-law mechanism earlier this year to probe the situation in the country.
In July, the EU executive found that Poland had failed to guarantee the independence of its courts.
It published a list of recommended actions that would redeem the situation.
Poland dismissed the recommendations as "political interference" and largely ignored them.
A commission source told Polish press agency PAP that the most recent turmoil convinced commission president Jean-Claude Juncker to put Poland on the college's agenda.

'Article 7 or nothing'
The source wouldn't specify what actions the commission could suggest, but according to Laurent Pech, professor of law at Middlesex University in London, the next step in the commission's probe, as foreseen in the mechanism, was triggering article 7.
"It's either that or doing nothing," he told this website.
"Practically speaking, one may expect the commission to put forward a document setting out the case that there is a clear threat of a serious breach by Poland of the values laid down in article 2 of the EU treaty."
The document would be sent to the European Parliament for its consent. The EU Council, representing member states, could then, acting by a majority of four-fifths of its members, give Poland a chance to reply to the commission’s case before addressing recommendations to it.
"In my opinion, the council would then most likely ask Poland to comply with the commission's recommendations of 27 July."
Given how little interest Poland's rulers have shown to living up to recommendations so far, it's likely they will ignore them this time too.
Even so, Poland is unlikely to face sanctions such as losing its voting rights because the move would need unanimity in the council.
Hungary, which has its own rule of law row with the EU, has already vowed to shield Warsaw from consequences.
Some have argued against triggering article 7 on these grounds, as that would only highlight how powerless the bloc is.
"Doing nothing isn't an option," Dutch liberal MEP Sophie in't Veld insisted.
"The commission has the duty to act, even in the lack of support from the council, when there are huge, systemic problems with the rule of law in a member state."
If the commission triggers article 7, it would make Poland a headache for the Council and its president Donald Tusk, a former prime minister of Poland and the rival of governing Law and Justice.
It would be Tusk's responsibility to act, but it's unclear what he would do in the situation.

An EU pact for democracy and rule of law
Sophie in't Veld said the commission should start working on an EU mechanism on democracy, the rule of law and fundamental rights that actually works.
Earlier this year, she steered through the parliament a report calling for such a measure, which would be based on better coordination of existing instruments: the commission's rule of law framework, as well as the council's rule of law dialogue, a reporting mechanism, notification, and sanctions through infringement procedures or article 7.
"It's not just the case of Poland. There are many other examples in the EU showing the growing need for a mechanism to uphold democracy, rule of law and fundamental rights," in't Veld said.
As for Poland, the EU can't do much about the constitutional crisis, without the cooperation of Poland.
"We support the commission's rule of law mechanism, but in the end, any solutions must be made in Warsaw," Ryszard Petru, leader of the Polish liberal party Nowoczesna and in't Veld's colleague, told EUobserver over the weekend.

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Women shake Poland's pillars of power
Polish government in bid to defund NGOs
MEPs urge tougher action on Poland
–––
––> EUR-Lex
TRATTATO SULL'UNIONE EUROPEA (VERSIONE CONSOLIDATA)
TITOLO I
DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo 2
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.[/center]
--> [url]http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex:12012M007[|/URL]

TITOLO I
DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo 7.
(ex articolo 7 del TUE)
1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2. Prima di procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta lo Stato membro in questione e può rivolgergli delle raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura.
Il Consiglio verifica regolarmente se i motivi che hanno condotto a tale constatazione permangono validi.
2. Il Consiglio europeo, deliberando all'unanimità su proposta di un terzo degli Stati membri o della Commissione europea e previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare l'esistenza di una violazione grave e persistente da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2, dopo aver invitato tale Stato membro a presentare osservazioni.
3. Qualora sia stata effettuata la constatazione di cui al paragrafo 2, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può decidere di sospendere alcuni dei diritti derivanti allo Stato membro in questione dall'applicazione dei trattati, compresi i diritti di voto del rappresentante del governo di tale Stato membro in seno al Consiglio. Nell'agire in tal senso, il Consiglio tiene conto delle possibili conseguenze di una siffatta sospensione sui diritti e sugli obblighi delle persone fisiche e giuridiche.
Lo Stato membro in questione continua in ogni caso ad essere vincolato dagli obblighi che gli derivano dai trattati.
4. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può successivamente decidere di modificare o revocare le misure adottate a norma del paragrafo 3, per rispondere ai cambiamenti nella situazione che ha portato alla loro imposizione.
5. Le modalità di voto che, ai fini del presente articolo, si applicano al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sono stabilite nell'articolo 354 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
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Ultima modifica di Erasmus il Dom Mar 12, 2017 11:31 am - modificato 3 volte.

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Messaggio Da ART- Lun Dic 26, 2016 2:29 pm

http://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/politica/2016/12/24/polonia-deputati-opposizione-passano-natale-in-parlamento_4f43e607-a519-4fda-8830-765cfadd8e12.html

L'ennesimo tentativo di altri paladini della lotta contro l'europaccia brutta e cattiva di attuare l'orbaniana "democrazia illiberale", che come da manuale comincia con riforme costituzionali in senso autoritario e misure per imbavagliare l'informazione.
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